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«Esami a scuola, ma in sicurezza. La ministra accetti il confronto»

L'allarme dei sindacati. Messaggio a Azzolina: per riaprire gli istituti servono investimenti. Muro contro muro sui concorsi

05/05/2020
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il manifesto

Daniela Preziosi

La conferenza online dura due ore, più di centotrenta i cronisti collegati. I sindacati della scuola lanciano un grido dall’allarme, destinataria la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Al primo punto c’è una richiesta di dialogo. «Il ministro si sta isolando, per affrontare questa fase delicata serve fare squadra. Invece fin qui non c’è la volontà di aprire un dialogo», spiega Pino Turi (Uil Scuola). Il confronto va aperto subito: se gli esami di maturità si svolgeranno “in presenza”, come la ministra ha annunciato in un’intervista, «saranno necessari presidi sanitari all’interno delle scuole. C’è bisogno di un piano». «Un protocollo sulla sicurezza», come per i comparti che da ieri sono tornati a lavoro, «è una precondizione per le riaperture» per Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil. «Senza protocollo, gli esami di Stato, per quanto ci riguarda, non si faranno in presenza», avverte Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola. Uno spiraglio c’è: sugli esami il prossimo giovedì il ministero ha convocato un tavolo.

LA MATURITÀ è il problema più urgente. Ma per l’inizio dell’anno scolastico, annunciato per il primo settembre con un’altra intervista, «siamo in ritardo», spiega Sinopoli, «Nessuno si può illudere che si possa ripartire senza un investimento straordinario. Servono classi più piccole e tempi di scuola più lunghi, quindi più organico». Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno fatto i conti. Servono 12 miliardi: 3 e mezzo per sdoppiare le classi dell’infanzia (e 40 mila docenti in più) e della primaria (71 mila maestri in più); due miliardi e mezzo per lo sdoppiamento delle scuole di secondo grado per arrivare a classi di 10-13 alunni. C’è il capitolo ristrutturazioni, mascherine e dei presìdi sanitari per tornare in classe in sicurezza. Nelle condizioni che detteranno le curve della pandemia. La Cisl scuola si spinge fino a chiedere un commissario straordinario come per il Ponte di Genova.

SUL RITARDO E LA MANCANZA di dialogo con il ministero insistono tutti: ««Al contrario delle aziende in questo periodo nella scuola non abbiamo fatto nessun passo per prepararci. C’è solo una forte sovraesposizione del ministro Azzolina. Ma la scuola è la più grande azienda del Paese» (Rino Di Meglio, Gilda).

I CONCORSI RESTANO una vicenda spinosissima, a partire da quello straordinario. Il ministero ha già pubblicato i bandi. I sindacati all’unisono chiedono un reclutamento per titoli riservato a chi insegna da almeno tre anni, altrimenti «a settembre avremo una scuola in tilt, non ci saranno i docenti in cattedra», è la profezia di Elvira Serafini (Snals). «La task force del ministero si faccia venire un’idea. Siamo in emergenza, se avessimo aspettato i concorsi per assumere i medici avremmo contato molti più morti» (Turi). «Le aggregazione per partecipare agli esami fanno riflettere. Ad esempio, per concorrere in Lombardia in una classe di concorso di 36 posti arriveranno persone da tutte le parti d’Italia», è la preoccupazione della Cisl, «Avremo la cifra record di 200 mila precari a settembre», fanno eco i colleghi. La ministra è sicura invece che i concorsi si potranno tranquillamente svolgere durante l’estate. I sindacati annunciano per il 13 maggio una giornata di assemblee (virtuali) del mondo della scuola. Anche per riflettere della didattica a distanza, definita «strategia educativa», che i docenti si sono generosamente inventati senza investimenti, in assenza di regole e formazione.

MA IL NODO DELLA BATTAGLIA che si svolgerà nei prossimi giorni al senato sono i concorsi. Alcuni emendamenti di Pd, Leu e Autonomie raccolgono le proposte dei sindacati. Ma la ministra sabato scorso, ancora in un’intervista, è stata dura: «Chi in questi giorni sta dicendo che si possono fare concorsi per titoli e che con questi a settembre si possano assumere subito docenti sta mentendo spudoratamente». Pd e Leu le hanno chiesto di correggere il tiro. Invano. «La ministra credo non abbia ancora ben capito che siede in un governo di coalizione. Spero che il capodelegazione M5s lavori per farglielo comprendere», è la replica di Marcucci, capogruppo Pd al senato che con la capogruppo del misto De Petris (Leu) ha firmato gli emendamenti. Li sostiene anche l’ex ministro Fioramonti.

MA I 5 STELLE ALZANO UN MURO: «In maggioranza si lavora, si dialoga, si fanno riunioni tecniche e politiche, e si prendono decisioni. A dicembre abbiamo condiviso con tutte le forze di maggioranza un accordo sul concorso per i precari della scuola, che continua a valere», dicono. Ma a dicembre non c’era la pandemia. In tutto gli emendamenti depositati in commissione sono 400. Saranno votati giovedì o più probabilmente martedì prossimo. C’è il rischio che la Lega voti quelli di Pd e Leu su concorsi e ampliamento delle assunzioni da 24mila a 40mila. Nessuno, nella maggioranza, se lo augura. Pd e Leu si augurano invece che Azzolina riapra il confronto.