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Esame di maturità, marcia indietro: restano i commissari esterni

Nella Legge di stabilità saltata la modifica che ne prevedeva l’abolizione per risparmiare 140 milioni l’anno. Allulli: «Alla fine ha prevalso il buon senso»

24/10/2014
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Alla fine è «saltata», nella stesura finale della Legge di Stabilità, la modifica alle commissioni per l’esame di Maturità. La querelle sulla composizione delle commissioni d’esame approda nelle stanze più alte della politica, dopo la decisione del Miur di modificare il rito dell’esame finale della scuola secondaria. Nella versione del ddl Stabilità inviato al Quirinale il governo ha fatto marcia indietro: la Maturità non si cambia. Per quella del 2015 avrebbe dovuto debuttare la commissione composta da sei commissari tutti interni alla prova, tranne il presidente (esterno). Una previsione che avrebbe consentito di risparmiare 147 milioni di euro (fatto salvo il costo per i presidenti esterni, circa 40 milioni). Niente di fatto: i commissari esterni restano e le commissioni saranno ancora composte da tre membri interni, e tre membri esterni, oltre al presidente (esterno anche lui).

«Abolire l’esame»

Con buona pace dei risparmi, in verità apparsi subito troppo modesti rispetto alla portata della novità. Che aveva raccolto l’entusiasmo degli studenti - da sempre intimoriti dal giudizio di insegnanti sconosciuti - e le critiche di insegnanti e presidi. La Disal (Associazione professionale Dirigenti Scuole Statali e Paritarie) era arrivata a chiedere l’abolizione in toto dell’esame di Stato «un rito bizantino ormai antiquato a cui non crede più né il mondo delle università, nè il mondo del lavoro».

Petizione online

La fronda dei prof contro il ritorno dei commissari interni aveva fatto partire una petizione online per bloccare la riforma. Più di 5.200 le firme in pochi giorni, al documento pubblicato sul sito change.org da Giorgio Allulli, già responsabile del Reference point nazionale per la qualità dell’Isfol. Migliaia di persone (tra cui educatori e uomini di scuola e di cultura come Tullio De Mauro, Andrea Gavosto, Giorgio Israel, Mariangela Bastico, Luciano Benadusi, Alessandro Cavalli, e associazioni come l’Associazione Nazionale Presidi e il Centro di Iniziativa Democratica dell’insegnanti) che hanno chiesto al ministero di tornare sui suoi passi. «Che senso ha emanare una direttiva che prevede la valutazione esterna delle scuole, quando nel merito della preparazione degli alunni - si leggeva nella petizione - si torna alla totale auto-referenzialità dei Consigli di classe? Sarebbe un’iniziativa in palese contraddizione con le indicazioni dell’ Ocse, che segnala gli effetti positivi degli esami esterni sui livelli di apprendimento degli alunni, con le Raccomandazioni ufficiali dell’Unione europea, che richiede l’impiego di esaminatori “terzi” per la verifica degli apprendimenti acquisiti dagli alunni, e con le pratiche in uso nei principali sistemi scolastici europei. Tutti i sistemi di certificazione prevedono, come regola fondamentale, che la certificazione venga effettuata da soggetti terzi; se si abolisce questo passaggio possiamo dire addio a qualunque discorso credibile sulla qualità della scuola italiana, con buona pace del Sistema Nazionale di valutazione».

«No a tagli alla valutazione esterna»

Allulli è entusiasta: «Alla fine ha prevalso il buon senso», dice. Pur precisando che la petizione non era finalizzata a conservare: «Siamo tutti consapevoli della necessità di riformare l’esame, però la riforma va fatta all’interno di un provvedimento più complesso e meditato». Proposte? «Per esempio si può pensare alla correzione centralizzata delle prove d’esame, come si fa in Germania, in Francia, in Gran Bretagna». Quello che è certo - sostiene ancora - «è che in nessun modo il risparmio può giustificare la lesione del principio di una valutazione esterna degli alunni».

Soddisfatti i sindacati

La notizia della retromarcia sull’Esame di Stato è già stata accolta con soddisfazione sul fronte sindacale. «Se ciò troverà conferma nel testo definitivo della Legge di Stabilità non potremo che accoglierla positivamente, perché - ha dichiarato la Gilda - la modifica della Maturità prevista dalla bozza, con l’impiego di soli commissari interni senza alcuna retribuzione aggiuntiva, rappresenterebbe soltanto un ulteriore taglio sulla pelle dei docenti».

Niente compensi

La riforma, infatti, non prevedeva compensi per i commissari interni: altro punto che aveva innescato polemiche. «Molti dei supplenti annuali, con scadenza del contratto a giugno, presenziano ogni anno agli esami di maturità - faceva notare il portale Skuola.net -. Che cosa accadrà quindi all’esame di Stato 2015, nel caso in cui il supplente finisce il suo lavoro con il mese di giugno e non viene pagato per restare in cattedra anche a luglio?». Non è detta però l’ultima parola: la modifica alle commissioni di maturità (con commissari tutti interni) potrebbe però essere riproposta in sede di attuazione della Buona Scuola.


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