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Emergenza bidelli, con le assunzioni coperto solo il 50% dei posti

12 mila posti vacanti solo per il 2017/2018: le scuole saranno ancora una volta alle prese con la mancanza di ausiliari tecnici e amministrativi. E con l’aggravante che, in caso di malattia, non potranno avere le supplenze

12/08/2017
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Sicurezza, vigilanza, pulizia, pratiche amministrative, burocrazia, accoglienza, assistenza in cucina e ai disabili: le scuole sono anche questo. E a garantire tutti questi servizi sono gli Ata, gli ausiliari tecnici amministrativi, un esercito di bidelli, impiegati e collaboratori ancora una volta costretti a fare i conti con risorse striminzite e organici ridotti all’osso. Il ministero dell’Istruzione ieri ha comunicato ufficialmente i numeri del contingente di Ata che entrerà in ruolo il prossimo anno scolastico, 2017/2018: 761 dirigenti dei servizi generali amministrativi, 1227 assistenti amministrativi, 428 assistenti tecnici, 3655 collaboratori scolastici, 66 cuochi, 60 addetti alle aziende agrarie, 41 guardarobieri, 22 infermieri, per un totale di 6260 assunti in ruolo nel prossimo anno scolastico. «Una goccia nel mare», dicono i sindacati, che hanno stimato che le assunzioni coprono solo il 50% delle necessità delle scuole, e che quindi resteranno altri 6 mila posti scoperti. «È una vera emergenza- spiega Maddalena Gissi, della Cisl- che inspiegabilmente viene ignorata: si considerano fondamentali i professori e non gli assistenti che garantiscono l'apertura delle scuole ogni giorno».

Le assenze per malattia

Ad aggravare la carenza di organico, che sarà compensata con una raffica di supplenze da assegnare entro il 31 agosto, c'è la norma che impedisce di avere sostituzioni per gli Ata assenti per malattia, maternità compresa: «Quindi se in una scuola ci sono due bidelli e uno dei due si assenta perché sta male, all'altro toccherà il super lavoro». Sul tema è stata presentata anche un'interrogazione parlamentare del Pd, che chiede che almeno dopo 15 giorni di assenza siano possibili le sostituzioni . Non che gli ausiliari si siano mai sottratti, a turni protratti ed emergenze: «Anche quando c'è stata la necessità di smaltire 700 mila domande di supplenza dei prof in pochi giorni, lavorando pure il sabato e la domenica fino alle 22, non si sono mai tirati indietro». Ma che la coperta sia troppo corta è evidente. E non parliamo solo della manovalanza.

Il nodo dei dirigenti amministrativi

I dirigenti amministrativi, che sono poi quelli che di fatto gestiscono personale e bilanci delle scuole, sono costretti a barcamenarsi con più reggenze, proprio come i dirigenti scolastici. Il concorso, anche in questo caso, è bloccato. È in corso infatti un braccio di ferro tra viale Trastevere, che impone il titolo della laurea per i Dsga, e i sindacati, che chiedono che a poter partecipare siano anche quegli amministrativi che negli ultimi anni hanno svolto la funzione di dirigenti pur non essendo laureati: una sorta di riconoscimento di servizio, proprio come è avvenuto per i prof. «Abbiamo provato a far inserire la norma in diversi decreti, da quello sui vaccini a quello sul Mezzogiorno, ma non ci siamo riusciti», spiega Gissi. Risultato? Un terzo delle scuole italiane rischia il collasso. Le situazioni più critiche? Come evidenzia la tabella del Miur, al Nord ci sono le maggiori carenze di personale. Veneto e Lombardia in testa alle regioni dove mancano ausiliari di ruolo. La prima prova di forza ci sarà proprio a fine mese, quando le segreterie dovranno smaltire le domande degli aspiranti Ata di terza fascia: si prevede che ne arrivino un milione e mezzo. E, in barba alla digitalizzazione, saranno proprio gli ausiliari a dover, ancora una volta, fare un lavoro extra


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