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Elementari, bocciare non sarà vietato

Via libera alle deleghe della Buona Scuola

15/01/2017
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Corriere della sera

scuola, la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, l’ha spuntata sul collega Orlando.

ROMA È giusto bocciare alla scuola elementare? Sì, devono aver pensato ieri mattina in Consiglio dei ministri dove il tema è stato al centro di un mini-dibattito durante la discussione sulle 8 delle 9 deleghe della Buona scuola portate a Palazzo Chigi dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

L’esecutivo ha dato il via libera a 8 dei 9 decreti attuativi che rappresentano un po’ il «secondo tempo» della riforma (rimasto fuori solo quello sulla revisione sul Testo unico della scuola: ci sarà un disegno di legge ad hoc). E parlando della delega sulla valutazione degli studenti (dal 2018 novità per l’esame di terza media e la maturità), l’agenzia Ansa racconta che il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto di inserire il divieto di bocciatura degli alunni alle elementari, «un peso che resta tutta la vita». Contraria la ministra Fedeli che invece ha eliminato il divieto inserito originariamente nella prima stesura della delega. Però ha previsto che «l’alunno possa essere non ammesso solo in casi eccezionali e comprovati».

«Ma questo è un falso problema: da anni la bocciatura alla scuola primaria è un caso più unico che raro e, se prevista, è concordata con la famiglia, proprio nell’interesse del minore», dice Wilma De Pieri, preside dell’Istituto comprensivo Armando Diaz di Meda (Monza). In effetti, ormai quasi la totalità degli alunni viene ammessa alla classe successiva, nonostante non tutti a volte lo meritino. Ma, spiega la dirigente, «bocciare un bambino quasi mai porta a qualcosa di buono, anzi, spesso sfocia in comportamenti da bullo verso i più piccoli».

D’altronde, Maria Montessori e don Lorenzo Milani hanno sempre considerato la bocciatura un’assurdità («la scuola non deve spingere fuori») e pure l’Ocse la definisce «dannosa» perché «chi deve ripetere di solito non recupera» e ha «un costo elevato per il Paese». Piuttosto, sottolinea la preside De Pieri, «è la valutazione il vero nodo: alle elementari c’è un appiattimento generale con bimbi inchiodati su 9 e 10, con lo choc dopo i primi 6 delle medie». Ma «la scuoladeve premiare il merito, altrimenti il motto diventa “l’importante è partecipare”».

Claudia Voltattorni cvoltattorni@corriere.it


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