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Ecatombe nel concorsone/1: Le possibili cause della selezione

55% di candidati che non hanno superato gli scritti (39.412 su 71.448)

26/08/2016
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Tuttoscuola

55% di candidati che non hanno superato gli scritti (39.412 su 71.448): il dato clamoroso rilevato da Tuttoscuola e rilanciato ieri dal Corriere della sera ha provocato uno scossone fuori e dentro il mondo della scuola, accompagnato da sorpresa e preoccupazione, con qualche gratuita e ingenerosa semplificazione del tipo “docenti somari”.

La ragione di tanta selezione è molto più complessa di quanto si pensi.

Sul principio che per salire in cattedra si debbano possedere requisiti stringenti c’è un consenso diffuso. Il rigore nella selezione di chi dovrà “formare le teste” dei nostri figli è sacrosanto.

Ma il tasso di selezione emerso lascia piuttosto sorpresi, soprattutto se si considera che per partecipare a questo concorso era richiesta l’abilitazione all’insegnamento.

Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, interrogata giorni fa dal Corriere della sera sulle possibili cause, quando c’erano le prime avvisaglie della pesante selezione, oltre a considerare fisiologica la selezione, ha comunque puntato il dito verso la qualità dell’abilitazione conseguita per la maggior parte dei docenti attraverso i percorsi abilitanti post-lauream Tfa, Siss e Pas. Corsi che dovrebbero essere rivisti in futuro, se davvero fossero indirettamente la causa della non preparazione alla professione docente.

Per il ministro, dunque, la causa della selezione è da ricercare innanzitutto sulla preparazione inadeguata dei candidati. Sarebbe comunque interessante conoscere e mettere e confronto l’esito delle prove sostenute dalle diverse categorie di abilitati: diplomati magistrali non laureati, abilitati SSIS, abilitati TFA e abilitati PAS.

Ma dall’altra parte, cioè da parte dell’Amministrazione scolastica, non ci sono state responsabilità nella predisposizione e nello svolgimento degli scritti?

Per alcune classi di concorso vi sono state critiche da parte di esperti (accademici compresi) che hanno ritenuto inadeguati i quesiti posti.

“Si è puntato troppo sui contenuti della disciplina d’insegnamento piuttosto che sugli aspetti pedagogici e didattici” hanno osservato esponenti sindacali.

Critiche sono state avanzate anche nei confronti della modalità di svolgimento della prova scritta, non tanto per l’uso esclusivo del computer (che pur ha messo in difficoltà candidati non avvezzi all’uso del PC), quanto in particolare per lo scarso tempo a disposizione (150 minuti per svolgere sinteticamente almeno cinque-sei tematiche diverse e impegnative).

Tra le cause sono state comprese anche le commissioni esaminatrici, soprattutto quelle composte senza preventiva selezione qualitativa dei loro membri e nominate in fretta e furia per far fronte all’emergenza di dimissioni o rifiuti dei suoi componenti, dovuta anche agli irrisori compensi previsti, ai quali si è tardivamente posto mano dopo la denuncia di Tuttoscuola rilanciata dai media, e nonostante l’immediatamente successivo intervento del premier Matteo Renzi.

Comprensibile la perplessità di chi ha ritenuto non adeguata la preparazione di molte commissioni esaminatrici.

Una sommatoria di cause, dunque, che ha determinato questa pesante esclusione di candidati su cui il Ministero, a concorso concluso, dovrebbe opportunamente ricercare con obiettività le cause, a cominciare da relazioni approfondite da parte dei presidenti delle commissioni di concorso.


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