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E l'Unione universitari conferma: "Sono cresciute le Borse di studio"

Dopo anni di proteste l'Udu spiega i dati del Ministero: lo scorso anno sono state 27.500 in più. Un dato in netta cotrotendenza. Ma la carenza di risorse non è risolta, e lascia fuori oltre settemila aventi diritto

01/03/2018
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Dopo anni di magra, tornano a crescere le borse di studio per gli studenti universitari. A certificare l’incremento di incentivi che consentono agli studenti meritevoli e in condizioni economiche svantaggiate di proseguire gli studi dopo il liceo senza troppi patemi d’animo è l’Udu, l’Unione degli universitari.

Proprio coloro che hanno protestato per anni contro la carenza di risorse per il diritto allo studio. “Dal 15/16 al 16/17 – dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu – gli idonei aumentano di 27mila e 500 unità. Gli studenti borsisti aumentano di 29mila e 500”. Ma non sono tutte rose e fiori: “Nonostante l’aumento delle borse di studio in Italia rimangono ben 7.441 studenti con criteri di idoneità alla borsa, che non la hanno ricevuta per assenza di fondi”.

I dati sono tutti riportati nel dossier sul Diritto allo studio 2016/2017, confezionato dal sindacato degli studenti che ha elaborato i dati pubblicati nelle banche dati del Miur, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Finalmente – continua la Marchetti – il tasso di copertura degli idonei alla borsa di studio si è alzato in modo significativo, anche se ancora migliaia di studenti in Italia vedono negarsi un diritto costituzionalmente riconosciuto”. Gli studenti hanno elaborato i dati relativi agli ultimi sette anni accademici: dal 2009/2010 al 2016/2017. In questo periodo, grazie ai finanziamenti aggiuntivi previsti dagli ultimi due governi, il numero di borse di studio supera la quota record di 166mila unità.

E nel contempo si riduce al minimo assoluto il numero di ragazzi che risultano “idonei non beneficiari” (coloro che hanno le carte in regola per accedere al sussidio ma che devono rinunciarvi per carenze di fondi): il 4 per cento, contro il 32 per cento di cinque anni prima. È la stessa coordinatrice dell’Udu che spiega le ragioni di questo boom. “Se da un lato l’aumento del Fondo Integrativo Statale (FIS) di 50 milioni è stato determinante – argomenta – si sono ancora rivelate fondamentali le risorse investite sulle borse di studio direttamente da parte degli atenei, in modo particolare in Lombardia. Il 2016/2017 è infatti il primo anno in cui si riconoscono gli effetti dell’aumento del FIS, portato a 217 milioni di euro. Oltre a quanto inserito nella Legge di bilancio 2018, mancano ancora 130 milioni di euro sul FIS da parte dello Stato per garantire una copertura totale degli idonei”.

Nell’anno appena archiviato, la quota di ragazzi e ragazze sul totale degli iscritti che hanno beneficiato di una borsa di studio ha sfiorato il 10 per cento. Anche questo un record per l’Italia. Cifre che tuttavia sono ancora troppo basse nei confronti europei. In Germania, oltre a non pagare tasse universitarie, la quota di studenti che beneficiano di borsa di studio è pari al 25 per cento. Quota che sfiora il 40 per cento in Francia, il 30 per cento in Spagna e il 22 per cento 

n Portogallo. “C’è ancora – concludono quelli dell’Udu – tanto da lavorare: finché ci sarà un solo studente senza borsa non potremmo ritenerci soddisfatti e, soprattutto, l’Italia è ancora troppo lontana dai livelli europei”.


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