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E' iniziata la fuga dall'Università

le nuove generazioni guardano con scetticismo alla scuola: da un anno all’altro 5 mila ragazzi non sono si sono iscritti alle superiori dopo l’esame di terza media e 9 mila immatricolazioni le ha perse l’università

20/12/2013
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La Stampa

R.Mas.

«Tu pensa studiare che poi un lavoro lo trovi!». A questa raccomandazione dei padri, i figli - delusi, demotivati, provati da una lunga disoccupazione - non credono più e così l’istruzione non viene più percepita come un investimento. Se è vero che cresce la popolazione con un titolo di studio medio- alto (35 su 100 sono diplomati e 12 su 100 laureati), è anche vero che le nuove generazioni guardano con scetticismo alla scuola: da un anno all’altro 5 mila ragazzi non sono si sono iscritti alle superiori dopo l’esame di terza media e 9 mila immatricolazioni le ha perse l’università. Poca roba, si può obiettare, ma il trend negativo dura da 4 anni per le superiori e da quasi 10 per l’università. Chi a scuola ci va lo fa svogliatamente, specie nei primi anni delle superiori, tant’è che il tasso di ripetenza è del 17,5%. Eppure a 4 anni dalla laurea lavora il 69% dei laureati e l’82% degli specializzati, per contro, i diplomati sono molto meno fortunati, appena il 48% è sistemato al meglio.


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