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Duello sui costi. Il caso dei nuovi banchi

Pubblicato il bando dal commissario per l’emergenza Arcuri I contratti per le forniture andranno sottoscritti entro il 7 agosto

21/07/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Dovranno essere presentate entro il 30 luglio le offerte per aggiudicarsi la gara per i nuovi banchi da fornire alle scuole per la ripartenza: il bando, pubblicato ieri sera dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, prevede l’acquisto di un massimo di tre milioni di banchi, di cui 1,5 di «tradizionali monoposto» e 1,5 di «sedute attrezzate di tipo innovativo». Il costo non è previsto: «Saranno scelti i banchi col migliore rapporto qualità prezzo sul mercato, che rispetteranno i criteri imposti dal bando», fanno sapere dall’ufficio del commissario. Entro il 7 agosto andranno sottoscritti i contratti, ed entro il 31 i banchi dovranno essere consegnati e montati a spese delle aziende. Ma il bando è solo l’epilogo di una lunga giornata in cui i banchi «innovativi» sono stati al centro delle polemiche.

Da dove viene l’idea della sedia con la ribaltina, modello conferenza? «Galeotta» fu la foto presentata in conferenza stampa dalla ministra Lucia Azzolina il 26 giugno scorso, quando spiegò il piano per la ripartenza della scuola. E, tra una slide e l’altra, spuntò l’immagine dei banchi ergonomici, già usati nel liceo Majorana di Brindisi. I «banchi» del futuro, sembravano, un po’ costosi — si parla di circa 300 euro l’uno, contro i 50 di un banco singolo normale — ma potenzialmente in grado di risolvere i problemi di spazio. I presidi avevano già manifestato dubbi nelle scorse settimane, ma ieri Matteo Richetti, senatore di Azione, ha attaccato direttamente la ministra con un’interrogazione parlamentare: «Quali sono i criteri che hanno condotto alle scelte delle sedie e per quante scuole saranno acquistate?», chiedeva. E ancora: «Per quale motivo le sedie acquistate costano il doppio di una sedia similare in vendita online?». Il comitato Priorità alla scuola ha paventato che dietro l’affaire si nascondesse un conflitto di interessi: «Abbiamo scoperto — scrivono Arianna Ugolini, Barbara Piccinini e Cristina Tagliabue — che la sedia dovrebbe essere prodotta da Stefano Ghidini, titolare della C2 Group», citato come consulente del ministero dell’Istruzione, anche se lui precisa di essere stato solo un esperto dell’Ufficio scolastico in Lombardia a titolo gratuito. Alcune associazioni di consumatori chiedono di fare chiarezza su tutti gli aspetti dell’appalto. Ma in realtà non c’è stato ancora alcun appalto. E anche il titolare dell’azienda sbotta: «Ero orgoglioso di quella foto, e invece mi ritrovo nella bufera. È vero che li commercializziamo come altri rivenditori italiani e crediamo che possano costituire un valido strumento. Ma come sempre e come prevede la legge partecipiamo a bandi di gara sperando, come i nostri concorrenti, di riuscire a vincere nel rispetto del miglior servizio alle scuole».

Il titolare dell’azienda

«Ero orgoglioso di quella foto con i miei banchi, ora mi trovo nella bufera»

Molti presidi restano comunque indecisi. «Mi sembrano fuori luogo — dice Cristina Costarelli, liceo Newton di Roma —. Le necessità sono tante, meglio destinare le risorse ad altro». Perplessità che «si sente di condividere» Matteo Loria, dell’IIS Caramuel-Roncalli, Pavia: «Abbiamo esigenze diverse dai banchi futuristici, che tra l’altro non vanno bene per i ragazzi molto alti». Domenico Gravante, dell’ Einstein-De Lorenzo di Potenza, è preoccupato: «Li ho provati: dopo qualche ora sono scomodi». Ma Alessandra Rucci, Savoia Benincasa di Ancona, li difende: «Li ho acquistati in passato, il costo è elevato ma la robustezza impareggiabile. E oggi abbiamo verificato che consentono di risparmiare spazio».


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