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«Docenti neo-assunti basta trasferimenti»

Intervista al ministro Bussetti

26/06/2018
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Il Messaggero


Al ministero di viale Trastevere dal primo giugno, il neo ministro all'istruzione Marco Bussetti si ritrova dossier da analizzare e problemi da risolvere in tempi brevissimi per l'avvio del prossimo anno scolastico. Da ex dirigente dell'Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha una sua precisa visione della scuola che coinvolga tutti e vada avanti senza stravolgimenti continui. Quindi niente riforma ma solo ritocchi mirati. A cominciare dalla stabilità delle cattedre, soggette a continui trasferimenti. I concorsi regionali saranno davvero la soluzione per evitare ogni anno cambi di docenti in classe? «Problemi che durano da anni richiedono soluzioni strutturali e non estemporanee. Dobbiamo fare in modo che il concorso rappresenti la via maestra per entrare a scuola. Mandando definitivamente a regime le selezioni pubbliche e utilizzando criteri che consentano a chi vuole insegnare nel proprio territorio di poterlo fare. Dobbiamo anche evitare che chi concorre in una regione diversa dalla propria poi cerchi di tornare a casa a stretto giro. Serve un patto chiaro con chi si candida a diventare docente».
I fondi per il merito ci sono? 
«Si, ieri abbiamo chiuso un importante accordo con i sindacati: per la prima volta le risorse andranno anche ai docenti non di ruolo. Che devono godere del giusto rispetto, come gli altri. Inoltre, i criteri con cui ogni scuola assegnerà le risorse saranno fissati, sin dall'avvio dell'anno scolastico, in sede di contrattazione. In un'ottica di maggior trasparenza e condivisione. Basta con l'eccesso di discrezionalità». 
I sindacati chiedono anche di cancellare la chiamata diretta, una colonna della Buona Scuola, lo farà?
«Stiamo lavorando per archiviare la chiamata diretta».
Come risolverà la questione delle diplomate magistrali, escluse dalle graduatorie ad esaurimento con una sentenza del Consiglio di Stato? 
«I tempi sono stretti e penso che la soluzione su cui stiamo lavorando possa mettere insieme la qualità del sistema con le attese delle varie parti in campo. Il nostro obiettivo è garantire il corretto avvio del prossimo anno scolastico». 
Ancora troppi abusi della 104, aumenterà i controlli?
«I controlli vanno fatti. È una questione di serietà. Gli strumenti per intervenire ci sono e vanno usati. Non si può abusare di una legge così importante per i valori che esprime. Chi sbaglia non deve passare inosservato».
Alla maturità i ragazzi hanno svolto l'ultimo quizzone, dal prossimo anno si cambia: senza la terza prova sarà più semplice?
«Intanto facciamo un in bocca al lupo a tutti gli studenti. Ci vogliono impegno e serietà, evitando inutili stress e angosce. Questa pausa estiva sarà utile per verificare tutti gli aspetti del sistema e mettere in cantiere i correttivi in vista dell'anno prossimo. La sua domanda tocca un punto importante: a volte, negli anni, ho constatato delle sessioni di esame davvero molto difficili. È opportuno considerare l'esame come il completamento di un percorso e non come una prova del fuoco. In ogni caso dico ai ragazzi che è il compito a essere giudicato, non loro». 
È prevista una proroga sulla scadenza del 10 luglio per gli adempimenti dell'obbligo vaccinale?
«Sono molto rispettoso delle prerogative del Ministro della Salute. Giulia Grillo è un medico ed è una donna molto pragmatica. Dobbiamo contemperare due diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti, alla salute e all'istruzione». 
La maggior parte dei ragazzi che perdono l'anno o cambiano corso di studi frequenta il primo anno delle superiori e dell'università. E' possibile avere un orientamento efficace?
«Quello dell'orientamento è un tema-chiave. Non se ne parla abbastanza. Troppi abbandoni o perdite di tempo sono il frutto di scelte fatte senza avere le idee chiare. La scorsa settimana incontrando i rettori delle Marche ho raccolto il loro grido d'allarme sul fatto che molti studenti si iscrivono a corsi poco coerenti con le proprie effettive aspettative. Serve un raccordo maggiore fra scuola, università, Istituti tecnici superiori, mondo delle professioni. Su questo lavoreremo con tutte le realtà in campo provando a imprimere una svolta e a superare la frammentazione del passato».
Come pensa di intervenire per fermare i continui casi di bullismo tra studenti, aggressioni ai docenti e abusi sui ragazzi da parte degli insegnanti? 
«Ogni atto di violenza e bullismo va condannato e contrastato. Saremo al fianco degli insegnanti come parte civile nei processi che scaturiscono dalle aggressioni. E continueremo a lavorare per formare i ragazzi, educandoli al rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Interverremo sul codice etico per i docenti previsto dall'ultimo rinnovo contrattuale». 
Tanti atleti-studenti oggi non riescono a proseguire gli studi: esistono progetti avviati con il Coni con percorsi ad hoc e tutor riservati, ma non tutti riescono ad usufruirne. Da docente di educazione fisica, potenzierà questo settore?
«Lo sport è un valore. Chi lo pratica non deve essere penalizzato. Il tema della doppia carriera studente atleta è di fondamentale importanza. Dobbiamo consentire a chi svolge attività agonistica di conseguire un titolo di studio e di ottenere una formazione utile all'inserimento nel mondo del lavoro. Spesso chi finisce la propria carriera di atleta, oltrepassati i trent'anni, ha enormi difficoltà a trovare un'occupazione. Da questo punto di vista, deve essere intensificato il ricorso allo strumento digitale e alla formazione a distanza. Certamente proseguiremo sul percorso di rafforzamento di quei programmi che consentono di coniugare sport e studio. D'intesa con il Coni intendiamo revisionare la disciplina sugli studenti atleti. Fin dal primo anno della secondaria di secondo grado, allargheremo la platea dei soggetti coinvolti favorendo i piani di studio personalizzati». 
Lorena Loiacono


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