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Docenti che hanno diritto al “sostegno”: la battaglia (vinta) di Romina

Da settembre potrà avere un assistente in classe: Romina Santini, 38 anni, insegnante d'inglese, ha la Sma 2, che le impedisce di essere indipendente. “Finora questa possibilità mi era stata spesso negata, per ragioni di privacy: ora il Miur ha detto sì”.

01/08/2017
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Redattore Sociale

Potrà tornare a insegnare, finalmente accompagnata e aiutata da un assistente: Romina Santini oggi festeggia la sua piccola grande vittoria. Ci aveva raccontato, pochi mesi fa (per l'inchiesta “Dietro la cattedra”, sulla rivista SuperAbile) la battaglia che stava conducendo do per veder riconosciuto il suo diritto al lavoro: un diritto che non poteva esercitare facilmente, date le difficoltà imposte dalla sua disabilità, dovuta a una grave malattia rara, la Sma 2. Vive a Cattolica, Romina, insegnante di terza fascia. “In altre parole, supplente – ci aveva spiegato – quindi disponibile per le chiamate dell’ultimo minuto. Questo per chi non è indipendente è molto difficoltoso: tante volte mi trovo costretta a rinunciare, perché non ho un accompagnatore fisso ed è difficile trovare all’improvviso qualcuno libero per accompagnarmi e rimanere in classe come assistente. In genere chi mi porta è mio padre, che purtroppo da tempo non sta bene. E così ora sono a casa anch’io”.

Romina è sempre consapevole delle proprie difficoltà, ma anche di quanto sia semplice superarle: “Io sono del tutto inabile fisicamente – ci spiegava - Questo significa che non posso firmare, scrivere, girare tra i banchi... Una situazione, questa, che spaventa i dirigenti scolastici, i quali spesso mi rispondono che non è consentita la presenza di un assistente in aula per questioni di privacy. Con i ragazzi, invece, è tutto più facile: quando entro in aula per la prima volta, mi guardano con stupore o curiosità: ammetto di essere un’insegnante particolare. Ma bastano cinque minuti di presentazione perché tutto diventi normale. I ragazzi sono la mia forza, sono loro che mi spingono a continuare e ad andare contro chi vuole mettermi i bastoni fra le ruote. Per loro la disabilità diventa normalità e questo è semplicemente meraviglioso”.

Tutt'altro che rassegnata, Romina sa esattamente ciò di cui ha bisogno: “La presenza di un assistente pare sia consentita solo agli insegnanti non vedenti. Io però mi sono appellata all’avvocato Salvatore Nocera, della Fish (Federazione italiana superamento handicap), il quale mi ha detto che questa norma deve essere estesa a qualsiasi tipo di disabilità. Da allora, ogni volta che vengo chiamata a scuola, mi batto per avere il posto che mi sono guadagnata con tanti sacrifici e tanto studio”.

Così, pochi mesi fa, ci confidava la sua speranza: “Entro settembre, mi piacerebbe rendermi in qualche modo indipendente da mio padre: a oggi è lui che mi accompagna a scuola e resta con me in classe. Assumere un accompagnatore significa spendere tutto il proprio stipendio e lavorare gratis. Adesso però lui sta male ed è giusto che si riposi un po’. Spero di trovare una persona che scelga di accompagnarmi in questa bellissima avventura lavorativa. E spero che il ministero finalmente me lo permetta, riconoscendomi questo diritto”.

Oggi, la battaglia è vinta: “Dopo tre anni di battaglia, oggi posso festeggiare la mia vittoria! - esulta - Il Miur ha confermato che posso entrare in classe con un assistente così come la legge permette ai docenti non vedenti. Non ci sono disabili di serie A e disabili di serie B. Non ho ancora trovato un assistente – ci racconta ancora Romina – però dopo la pubblicazione dell’inchiesta su SuperAbile Inail mi hanno contattata un paio di persone, che si sono rese disponibili per qualche ora alla settimana. Mi ha fatto molto piacere vedere come la gente si sia sentita coinvolta dalla mia richiesta. Una persona l'ho già incontrata e la seconda la incontrerò a settembre, poi vedremo come organizzarci. Se si rendono disponibili anche altre persone a me fa piacere. Non posso portare a scuola tante persone diverse, ma un paio che garantiscano la presenza sì. Non so quanto mi costerà tutto questo, certamente non poco: penso che non mi basterebbe tre quarti dello stipendio. Non chiedo di avere persone gratis, mi sembra giusto pagare per il lavoro che svolgono, ma non potrò permettermi di spendere tutto il mio stipendio per questo”. 

Intanto, Romina è "tanto felice e ora farò in modo che questa risposta diventi ufficiale non solo per me, ma per tutti i docenti come me! Infatti voglio che questo diritto non sia solo per me ma anche per gli altri docenti disabili che necessitano di assistenza. E mi sto già attivando perché questo accada, spero di ottenere una circolare del ministero! Con pazienza, costanza, caparbietà, tenacia ed educazione si ottiene tutto. Intanto, devo questa vittoria, per me tanto importante, alla mia famiglia, che combatte sempre al mio fianco, ma anche all'avvocato della Fish Salvatore Nocera, che mi ha accompagnata e continua a farlo in questa battaglia”. (cl)