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«Dobbiamo rivedere i limiti della capienza oppure i ragazzi non arriveranno in classe»

Andrea Gibelli, presidente dell'Associazione nazionale delle imprese di trasporto pubblico locale, che per contenere la domanda negli orari di punta, ovvero tra le 7 e le 10 del mattino, chiede alle scuole di differenziare l'orario di apertura e alle imprese di continuare a fare leva sullo smart working

27/08/2020
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Il Messaggero

«Oggi sui mezzi pubblici salgono 10 milioni di persone, tra due settimane, complice l'inizio dell'anno scolastico, diventeranno 15 milioni, ma se i limiti alla capienza consentita non verranno rivisti allora non ci sarà spazio per tutti a bordo». Lapidario Andrea Gibelli, presidente dell'Associazione nazionale delle imprese di trasporto pubblico locale, che per contenere la domanda negli orari di punta, ovvero tra le 7 e le 10 del mattino, chiede alle scuole di differenziare l'orario di apertura e alle imprese di continuare a fare leva sullo smart working. «Servono regole chiare e univoche, tenendo presente i riflessi in termini di costi per il settore». 
Il Mit spinge per autorizzare la capienza massima a bordo dei mezzi pubblici per 15 minuti, come avvenuto per il trasporto scolastico. Lei cosa ne pensa? 
«Per adesso si tratta solo di proposte. Come quelle che riguardano l'uso della mascherina chirurgica a bordo e la più ampia definizione di congiunti. Per alleviare il senso d'insicurezza che ha contagiato i cittadini che si muovono con i mezzi pubblici bisogna fare qualcosa di più. Andava aperto un tavolo partecipato dal sistema produttivo, quello scolastico e il trasporto pubblico per trovare soluzioni all'altezza».
Per esempio quali?
«L'importante è diluire i flussi di accesso negli orari di punta e in particolare la mattina, nella fascia oraria compresa tra le sette e le dieci del mattino, che è quella più critica, quando in condizioni di normalità la maggior parte dei mezzi viaggia a capienza massima. A tale scopo bisognerebbe continuare a incentivare lo smart working. Pure differenziare gli orari di apertura delle scuole può rivelarsi efficace».
Le aziende del trasporto pubblico locale stanno studiando i flussi per capire su quali tratte e in quali orari i mezzi viaggiano al massimo della capienza per più di 15 minuti, limite di tempo oltre il quale si è a rischio contagio secondo il Cts. Il numero dei mezzi in servizio sulle rotte con più domanda va incrementato?
« Le aziende del tpl devono fare i conti con una flotta già risicata, oltre che vetusta. Aumentare i mezzi in circolazione non è una strada percorribile. E treni e autobus non si comprano al supermercato: per potenziare la flotta servono tempo e progettualità». 
All'inizio del mese il ministro della Salute Roberto Speranza ha ripristinato il distanziamento sui treni. Risultato?
«È intervenuto a gamba tesa anche nell'organizzazione dei trasporti pubblici locali e regionali in una fase di delicata ripresa del settore. C'è grande confusione normativa a causa dei diversi interventi governativi e della sovrapposizione di competenze a livello nazionale e regionale. Così si rischia il collasso del sistema».
Le aziende del trasporto pubblico locale figurano tra le principali vittime del Covid-19.
«Il settore del trasporto pubblico locale è fra i più colpiti dall'emergenza. La domanda è crollata nella fase del lockdown e fino alla fine della pandemia rimarrà inferiore del 30 per cento rispetto al periodo pre-covid. Si prevede che le minori entrate per la vendita di titoli di viaggio nel 2020 saranno pari a 1,66 miliardi di euro. Il rapporto ricavi da traffico su costi operativi che aveva raggiunto, nel 2018, un valore medio nazionale pari al 34,6 per cento, a seguito dell'emergenza epidemiologica è stimato scendere al 25,5 per cento.
F.Bis.


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