FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3953712
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » "Diventeranno adulti incapaci di decidere sui vaccini o sul cambiamento climatico"

"Diventeranno adulti incapaci di decidere sui vaccini o sul cambiamento climatico"

«Il bilancio è piuttosto preoccupante» sottolinea Francesco Avvisati, uno degli esperti che cura l'indagine internazionale sul livello di preparazione dei ragazzi di 15 anni nei trentasei Paesi dell'Ocse.

04/12/2019
Decrease text size Increase text size
La Stampa

Leonardo martinelli

«Il bilancio è piuttosto preoccupante» sottolinea Francesco Avvisati, uno degli esperti che cura l'indagine internazionale sul livello di preparazione dei ragazzi di 15 anni nei trentasei Paesi dell'Ocse.
Come esce la scuola italiana dal nuovo rapporto "Pisa"?
«Siamo sotto la media generale e con risultati in fase di peggioramento per la lettura e le scienze. Va meglio solo per la matematica, dove c'è un miglioramento e gli studenti italiani si piazzano sulla media Ocse».
La nostra scuola non riesce a stare al passo coi tempi?
«No, non riesce. I test non si soffermano tanto sui contenuti dei curricula quanto sulla capacità di preparare gli allievi alla vita adulta. Oggi in ambito scientifico bisogna prendere decisioni nella vita quotidiana, come sul riscaldamento climatico e sui vaccini. Per la lettura, il fatto che ognuno possa pubblicare qualsiasi cosa su internet, fa si che si debba verificare la credibilità delle fonti».
Aggiornate i test?
«Certo. Se i risultati italiani peggiorano, significa che la scuola non riesce a rispondere a sufficienza alle nuove esigenze».
Restano i vecchi mali, come il divario tra il Nord e il Sud.
«In nessun altro Paese Ocse le differenze regionali sono così importanti. Ma il peggioramento più marcato è tra gli allievi migliori, quelli dei licei del Nord».
La scuola pubblica italiana svolge ancora la sua funzione di ascensore sociale?
«Un'età dell'oro non c'è mai stata. Oggi, comunque, è abbastanza egualitaria nell'allocazione delle risorse, che non vengono concentrate nei centri più avvantaggiati».
Le differenze geografiche da dove nascono?
«Più che dalla quantità, dalla qualità dell'utilizzo delle risorse. Da ciò che ruota intorno alla scuola, come la disponibilità di attività extrascolastiche e la presenza della società civile. Esiste un problema generale di orientamento: ad esempio, alla fine della scuola media, quando all'allievo di classi svantaggiate con buoni risultati si sconsiglierà di fare il liceo per la paura che la famiglia non possa aiutarlo».
Quali paesi dobbiamo imitare per migliorare?
«L'Italia deve guardare al suo interno. Bisogna capire cosa imparare dalle scuole che funzionano meglio. Poi si potrebbe guardare al Portogallo, che nelle ultime rilevazioni ha migliorato molto i risultati. Sono state varate misure, accorpando scuole di tipo diverso e migliorando la formazione degli insegnanti. C'è anche il caso della Svezia, che aveva visto calare fortemente il "Pisa", poi ha reagito invertendo la tendenza».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL