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Difendere la ricerca pubblico-privato Regole, non ostacoli

Appello

12/07/2020
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Corriere della sera

La pandemia Covid-19 sta portando, ancora una volta, evidenza su quanto la collaborazione tra mondo pubblico e privato nel campo della ricerca sia e debba essere strategica per il futuro del Paese. In Italia il livello di investimenti in ricerca e sviluppo è di poco superiore all’1% del Pil, la metà della media Ue, nonostante la competitività e l’eccellenza dei ricercatori italiani sia da sempre riconosciuta nel mondo: un livello troppo modesto che rischia di essere ulteriormente indebolito dalla difficoltà, e spesso dall’impossibilità, di sviluppare alleanze tra accademia, centri di ricerca, ospedali (ad esempio gli IRCCS) di ricerca pubblici e privati e imprese.

Per questo noi firmatari riteniamo necessario e doveroso reclamare un futuro alla ricerca in Italia. Il nostro Paese, pur nell’emergenza acuta, ha saputo valorizzare e mobilitare conoscenze, competenze e risorse insperate. Questo risultato è stato possibile grazie al dialogo tra ricercatori e clinici attivi sia nei centri di ricerca pubblici e privati sia nelle imprese. Mondi di natura diversa, ma, in realtà, sinergici tra di loro, nel comune impegno di identificare soluzioni cliniche, diagnostiche, tecnologiche e farmacologiche essenziali per garantire il diritto alla salute e rispondere ai bisogni della società attuali e futuri.

Tutto questo rischia di non essere più possibile se pubblico e privato non saranno in condizione di lavorare insieme su progetti strategici, innovativi e sperimentali. Non permettiamo che l’essenziale attività di sperimentazione clinica venga ostacolata, ma, anzi, difendiamo il partenariato tra pubblico e privato, rafforziamone le esistenti alleanze, sviluppiamone le potenzialità e promuoviamo nuove attività comuni di ricerca. Se sapremo agire in questa direzione, riusciremo a costruire un Paese più solido, competitivo, capace non solo di preservare l’eccellenza della nostra ricerca, ma anche di attrarre investimenti.

La ricerca è un valore prezioso le cui ricadute sono talmente capillari da avere un impatto consistente sulla maggior parte delle nostre attività quotidiane, una su tutte l’area della salute. Questa la ricetta che proponiamo, quindi, per l’interazione tra pubblico e privato:

1) Mantenere un sistema efficiente e funzionale a uno scenario in rapido mutamento, attraverso l’adozione di nuove norme che promuovano la ricerca e il trasferimento tecnologico e allineate alle migliori prassi internazionali; 2)Fornire poche regole chiare per tutti a tutela dell’alta qualità della ricerca, favorendo una revisione capillare e competente dei progetti quale strumento precipuo di analisi di qualità; 3)Promuovere l’autonomia degli enti di ricerca, affinché le eccellenze nel pubblico e nel privato del Paese possano scegliere di lavorare insieme, soprattutto su sfide innovative, sulla base della migliore opportunità scientifica. Difendiamo la ricerca in Italia, difendiamo la collaborazione tra pubblico e privato.

Giovanni Caprara, presidente Ugis, Unione Giornalisti Italiani Scientifici , Alessandro Cecchi Paone, divulgatore scientifico e docente Scienza della comunicazione Università Suor Orsola Benincasa Napoli , Alberto Chiesi, presidente di Chiesi Farmaceutici , Gilberto Corbellini, professore della Sapienza Università di Roma , Gianfilippo Cuneo, presidente Cuneo e Associati Spa , Alessandro De Nicola, presidente Adam Smith Society , Francesco De Santis, presidente di Italfarmaco Holding, Sergio Dompé, presidente Gruppo Dompé , Marco Gay, ceo Digital Magics , Francesca Pasinelli, direttore generale Fondazione Telethon , Francesco Profumo, professore del Politecnico di Torino, Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria , Paolo Veronesi, direttore Senologia Istituto Europeo di Oncologia, presidente Fondazione Umberto Veronesi, professore di Chirurgia Università di Milano , Marco Vitale, economista d’impresa , Elena Zambon, presidente di Zambon Spa


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