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Dietrofront maturità torna l’obbligo di avere la sufficienza in tutte le materie

La Camera frena sull’ammissione garantita anche con la media del 6. Un parere di cui la ministra non potrà non tenere conto

11/03/2017
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la Repubblica

Salvo Intravaia Corrado Zunino

ROMA.

Sufficienza piena in tutte le materie per l’ammissione alla Maturità e lettere (o giudizi sintetici) al posto dei voti alla scuola primaria. Il Parlamento rilascia i primi verdetti sulle deleghe della legge 107: la Buona scuola bis. E le raccomandazioni sulla valutazione sono importanti. Dalle commissioni Istruzione di Camera e Senato sono usciti in queste ore due pareri entrambi favorevoli alle indicazioni di governo, ma con condizioni e osservazioni allegate. Il governo Gentiloni e la ministra Valeria Fedeli non potranno non tenerne conto in sede di emanazione del decreto definitivo. Come spiega la relatrice al Senato, Francesca Puglisi (Pd), questi pareri sono sintesi «della voce unanime del mondo della scuola acquisita attraverso le tante audizioni realizzate nei giorni scorsi».

È altamente probabile, e la ministra lo ha detto a più riprese, che le modifiche richieste all’esecutivo sulle nuove norme della Maturità e sulla valutazione alle elementari saranno accolte, soprattutto, quelle che nelle ultime settimane hanno creato più divisioni nel mondo della scuola. Tra le più discusse l’abbassamento dell’asticella per l’ammissione alla Maturità. La bozza di decreto licenziata in prima battuta dal Consiglio dei ministri dava infatti la possibilità ai maturandi di accedere all’esame finale anche con qualche insufficienza, perché a guidare gli insegnanti sarebbe stata la media del sei e non più la sufficienza piena in tutte le discipline, condotta compresa, come avviene adesso. La semplificazione non è andata giù a molti docenti, con i quali il governo sta provando a ricucire un rapporto logorato dal percorso della Buona scuola. La commissione Istruzione del Senato è stata perentoria nell’inserire tra le “condizioni” per il parere favorevole l’abolizione del paragrafo che allarga le porte alla Maturità anche a coloro che stentano in qualche materia. Resta però aperta la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere agli esami anche coloro che hanno cinque (o quattro) in una o più discipline a patto che queste insufficienze restino visibili e pesino sul computo del credito. «Una buona mediazione», commenta Mara Carocci (Pd), relatrice alla Camera, «in questo modo abbiamo voluto sanare un’incongruenza ». Anche oggi, in parecchi casi, i Consigli di classe ammettono alla Maturità studenti con qualche insufficienza, che però viene trasformata automaticamente in sei nei verbali che vanno alla commissione giudicatrice e per la media che determina il credito.

Dalle due commissioni parlamentari è arrivato parere positivo su tutte le altre novità che partiranno con la Maturità 2018: due sole prove scritte nazionali e abolizione della terza prova; valutazione della carriera scolastica che da 25 punti sale a 40 sui cento totali; voto massimo allo scritto di 20 punti anziché gli attuali 15; voto massimo di 20 punti anche per il colloquio (oggi si arriva a 30); obbligo di relazionare all’orale sulle attività seguite nelle ore di alternanza scuola-lavoro e obbligo di una prova Invalsi per l’ammissione agli esami. Quest’ultima serve per saggiare le competenze in Italiano, Matematica e Inglese, varrà come certificazione linguistica e sarà inserita nel curriculum dello studente.

Tra le osservazioni stilate dalle commissioni anche il suggerimento di sostituire la votazione in decimi alla scuola primaria con cinque lettere corrispondenti a giudizi sintetici. «Le “condizioni” sono i punti su cui il mondo della scuola si è espresso in maniera unanime, le osservazioni riflettono aspetti su cui non c’era unanimità», spiega Carocci. «Sulle bocciature alla primaria abbiamo specificato che potranno essere promossi – puntualizza Puglisi – anche i bambini con livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione». Un aiuto dunque agli scolari rimasti indietro.


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