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Deroga per gli scuolabus Le Regioni: via la distanza su tutti i mezzi pubblici

Il caso trasporti. Sui pulmini riservati a bambini e ragazzi basterà avere la mascherina a patto di stare a bordo meno di quindici minuti Il Cts studia come attenuare le misure

26/08/2020
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la Repubblica

Michele Bocci

Il muro contro muro potrebbe finire presto. Il Cts lunedì ha detto alle regioni che non ha intenzione di rivedere le linee guida sui trasporti, soprattutto di eliminare la distanza minima obbligatoria di un metro tra i passeggeri che riduce la capienza dei mezzi pubblici. Adesso però gli esperti si sono messi al lavoro per capire se ci sono margini per attenuare un po’ le misure. Già alla riunione del Comitato tecnico scientifico di oggi (quando si incontreranno anche governo e Regioni) si parlerà di questa ipotesi, che deve basarsi sull’ampia letteratura scientifica sul tema uscita in questi mesi. Le indicazioni del comitato guidato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, riguardo ad autobus, metropolitane, pullman e altri mezzi di trasporto risalgono ormai a marzo. In questi mesi hanno avuto pochi ritocchi e sono state inserite nei vari dpcm. Nel frattempo però sono usciti diversi nuovi studi in tutto il mondo. Si stanno controllando per capire appunto se è possibile concedere qualcosa alle richieste delle amministrazioni locali.

Dai lavori scientifici ad esempio esce molto chiaramente che nel mondo i mezzi pubblici, pur essendo "ambienti confinati" a rischio affollamento, non sono stati luoghi di grande diffusione del virus, cioè di esplosione di focolai. È un punto di partenza. E del resto un’attenuazione delle misure si vede già nelle linee guida del trasporto scolastico diffuse ieri dal ministero ai Trasporti e condivise dallo stesso Cts. Gli alunni che viaggiano per non più di 15 minuti a bordo dei pullman possono infatti stare a meno di un metro dagli altri, basta che indossino la mascherina (che comunque deve sempre essere tenuta, anche quando la distanza limite è rispettata). Il punto è significativo, perché le eccezioni per i percorsi brevi potrebbero essere in qualche modo replicate anche sul trasporto pubblico, utilizzato da centinaia di migliaia di studenti, prevalentemente delle superiori. Sugli scuolabus si può stare a meno di un metro di distanza anche se si siede su seggiolini posti in modo verticale e su una fila sola, dicono ancora le linee guida. Nel testo si vieta l’ingresso sui mezzi di alunni che hanno la febbre oltre 37,5 gradi (da misurare a casa) oppure sono stati a contatto nelle due settimane precedenti con persone positive al coronavirus.

Nel loro breve documento presentato lunedì le Regioni sono state piuttosto nette nel proporre modifiche. Hanno chiesto di togliere il metro di distanza e sottolineato che con quel limite il trasporto pubblico delle città viaggerebbe al 50-60% della capienza lasciando a casa metà degli alunni. Hanno anche preteso risorse per comprare nuovi mezzi. Nelle linee guida di aprile il Cts chiedeva di lavorare su varie misure, come lo scaglionamento degli orari di entrata nelle scuole, che avrebbero ridotto la pressione sui trasporti. Per ora poche realtà locali lo hanno fatto, come non molti hanno calcolato di quanti mezzi in più avrebbero bisogno per assicurare un posto a tutti gli studenti. Bologna stima nell’area metropolitana un aumento del 20% di pullman e bus.

La viceministra all’Istruzione Anna Ascani ha spiegato ieri che la ministra ai Trasporti Paola De Micheli si è resa disponibile a discutere con le Regioni, sia dal punto di vista delle risorse che delle misure da prendere. «Certamente dovendo garantire il distanziamento a scuola, non possiamo permetterci passi falsi nel trasporto e dall’altra parte dobbiamo garantire agli enti locali la possibilità di sostenere il costo aggiuntivo di questi trasporti in piena sicurezza », ha detto.

Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha chiesto di «sciogliere il nodo del trasporto scolastico per il quale non esiste ancora una proposta concreta: l’esecutivo non vuole derogare al distanziamento del metro con mascherina sui mezzi pubblici ma non è in grado di fornire le pareti divisorie prima di 3 mesi. E la flessibilità oraria è lasciata tutta sulle spalle dei presidi senza capire che non è risolutiva. Questo scaricabarile è inaccettabile, dalle Regioni c’è tutta la collaborazione possibile ma serve chiarezza e una certezza da condividere: le scuole devono riaprire».


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