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Dei furbetti del cartellino e altre amenità

Francesca Romana Ciangola

07/02/2016
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Forse la prossima settimana saranno finalmente pubblicati i decreti legislativi di riforma della pubblica amministrazione italiana.

I decreti, preannunciati con enfasi dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Pubblica Amministrazione e posti in ovvio risalto dai media nazionali, affronteranno finalmente gli endemici mali della pubblica amministrazione, dalla revisione organica e sistematica della babele legislativa che ha rallentato, negli anni, in maniera inverosimile i procedimenti amministrativi e affaticato oltremodo la vita dei cittadini, allo sblocco delle carriere (paralizzate per anni) dei dipendenti, per riconoscere finalmente il giusto valore (proprio come avviene nel privato) a chi lavora meglio, a chi produce di più, a chi innova e sperimenta ad esclusivo beneficio del servizio pubblico e del cittadino.

Nella pubblica amministrazione entrerà la tanto attesa meritocrazia!

Particolare rilievo verrà riservato ai numerosi studi prodotti dalla Corte dei Conti e dall'ARAN, che da anni certificano come la riduzione del personale pubblico abbia prodotto una contrazione dei servizi pubblici, e come il blocco del turn over abbia creato una platea di personale pubblico nei numeri agli ultimi posti in Europa, ma nei primi come anzianità anagrafica.

Il vento del rinnovamento non potrà che passare anche da una rinnovo della contrattazione pubblica, come del resto imposto ormai da un anno dalla Corte Costituzionale, che adegui gli stipendi bloccati da anni al costo della vita e, dal punto di vista normativo, aggiorni normative pattizie desuete alle leggi e alle sentenze negli anni di blocco contrattuale intervenuti".

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Scusate, abbiamo voluto sognare, e adoperarci in un esercizio di stile. Il suo contrario potrebbe invece essere questo.

"I decreti, preannunciati con enfasi dai vertici governativi e dai media, che riformeranno dalle basi la Pubblica Amministrazione italiana sono attesi per questa settimana.

I testi saranno incentrati sul perno fondante della pubblica amministrazione, ovvero sul cartellino marcapresenze, elemento simbolo della professionalità e dell'efficienza di un'intera classe di lavoratori.

Particolare attesa si riscontra per la scelta del legislatore sul momento dal quale scatteranno le fatidiche 48 ore per l'obbligo di licenziamento, se esse cioè saranno computate dalla messa in onda delle "Iene" o di "Piazza pulita", o dalla flagranza di reato attestata dal dirigente che, invece di lavorare, magari sarà tenuto a posizionarsi direttamente davanti ai lettori del badge.

Il termine "licenziare" verrà sostituito dal più efficace "cacciare", forse poco attento alla dignità dei lavoratori ma sicuramente più affine ai gusti degli organi di stampa.

Il monitoraggio sull'andamento dell'ossatura dello Stato, ovvero i suoi lavoratori, a seguito dell'entrata in vigore delle nuove norme, sarà affidato a report mensili diramati dal sindacato degli artigiani, la CGIA di Mestre, mentre i periodici e articolati studi della Corte dei Conti saranno riservati all'approfondimento solipsistico di qualche barboso secchione".

A voi la scelta sullo scenario più verosimile.

E l'obbligo morale (si afferma senza alcuna ironia), prima ancora che contrattuale, di lavorare con correttezza, rispetto, efficienza, onestà.

da SINERGIE DI SCUOLA


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