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Decreto semplificazioni. Il Tesoro impone la riformulazione dell'articolato sull'autonomia

Per il prossimo anno non possono essere previsti nuovi oneri.

07/02/2012
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ItaliaOggi

di Alessandra Ricciardi  

Erano stati in molti a contarci. A sperare che attraverso la riforma dell'organico funzionale si potessero trasformare a tempo indeterminato molti più posti di quelli che saranno lasciati liberi con i pensionamenti già il prossimo anno. A farlo credere le prime versioni del decreto legge di semplificazione e sviluppo.

Che venerdì scorso è ritornato per l'approvazione finale al consiglio dei ministri, modificato rispetto al primo via libera, tra l'altro, nella parte riguardante la scuola e l'università. Tra le norme riscritte, c'è infatti l'articolo 50 del decreto, intitolato inizialmente all' «Autonomia responsabile» e ora all' «Attuazione dell'autonomia». Un cambio di titolo a cui corrisponde anche un cambio sostanziale di quei contenuti che lasciavano intravedere la stabilizzazione di 70 mila unità. Non è così. Il testo finale del decreto legge, che è atteso tra oggi e domani in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, attenua la portata delle disposizioni sull'organico funzionale. E soprattutto ridà peso al decreto legge 112/2008, la prima manovra correttiva del governo Berlusconi IV, con cui l'allora ministro dell'economia, Giulio Tremonti, avviò la riforma della scuola di Mariastella Gelmini, con un taglio di 110 mila posti e 8 miliardi di risparmio. Un «organico dell'autonomia, funzionale all'ordinaria attività didattica, educativa e amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo elle eccellenze, di recupero di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico» e anche «la definizione di un organico di rete», da costituirsi attraverso intesa con la conferenza unificata stato-regioni, potranno essere realizzati «nei limiti previsti dall'articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008/112». É il tetto agli organici sui quali fare assunzioni anche a tempo indeterminato, il tetto fissato da Tremonti, al netto dei tagli fatti, e che per il prossimo anno corrisponde a quello che si è riscontrato nell'organico di diritto nell'anno scolastico 2011/2012. Il personale della scuola dovrà infatti garantire come prevede il decreto 112, che a decorrere dal 2012 ci siano risparmi per 3.188 milioni di euro annui. Sparito poi dall'articolo finale il riferimento ai 10 mila posti in più proprio per l'organico funzionale da istituire a seguito di trattativa con i sindacati. Se il rigore della clausola sarà rispettato, il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, avrà ben pochi i margini di manovra per una ampia stabilizzazione con contratti a tempo indeterminato del personale sui posti effettivamente necessari, potendo invece solo agire per una stabilizzazione a tempo, ovvero triennale, al servizio della scuola, e comunque «fatte salve le esigenze che ne determinino la rimodulazione annuale». Il sottosegretario all'istruzione, Elena Ugolini, spiega nel suo intervento in pagina che, «in un momento di grandi ristrettezze», il governo farà del suo meglio per garantire stabilità al personale e continuità alla didattica. Un impegno importante, che dovrà confrontarsi con il controllo sempre attento del Tesoro. E che per essere declinato attende che l'articolo 50 del decreto semplificazione sia attuato. Si tratta delle linee guida, da adottarsi con decreto interministeriale (Istruzione, Economia, sentita la conferenza delle regioni) entro i 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, recita il dl. Il decreto ministeriale potrebbe dunque essere emanato verso la metà di giugno, fuori tempo massimo perché produca effetti dal prossimo anno scolastico. Le stesse linee guida dovranno infine avviare «un progetto sperimentale da attuare nel rispetto della vigente legislazione contabile, anche attraverso l'eventuale ridefinizione degli aspetti connessi ai trasferimenti delle risorse». I trasferimenti diretti di tutti fondi alle scuole, di cui parlava la prima versione del decreto, con tanto di elenco delle voci di bilancio, sono anch'essi spariti.


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