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Decreto legge magistrali e poi pausa Chinè nuovo capo di gabinetto Miur

Il ministro Bussetti conferma: nessuna controriforma

12/06/2018
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Nessuna controriforma in arrivo. Alle sue prime uscite pubbliche, il ministro Marco Bussetti conferma quanto emergeva dal programma di governo Lega-M5s: nessuna abolizione della Buona scuola, ma miglioramenti. «Ci stiamo organizzando per verificare tutti gli aspetti e apportare i miglioramenti necessari», ha detto Bussetti ieri a margine dell'evento alla Banca d'Italia per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, «approfitteremo del periodo di stasi didattica per essere pronti a settembre», ha aggiunto. Salvo emergenze, come i diplomati magistrali a rischio licenziamento per cui si prospetta un decreto legge. Vicenda sulla quale ieri si è tenuto il primo faccia a faccia tra il ministro e il nuovo capo di gabinetto del Miur, Giuseppe Chinè, consigliere del Tar Lazio, con una lunga esperienza ai vertici ministeriali, già capo ufficio legislativo al ministero della salute con Beatrice Lorenzin e prima ancora al ministero dell'economia, considerato vicino al sottosegretario alla presidenza del consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti. Chinè prende il posto di Sabrina Bono.

Il decreto dovrebbe far confluire i docenti a rischio licenziamento in una graduatoria pre ruolo dove inserire anche i laureati in Scienze della formazione primaria e a cui attingere per le nuove assunzioni.

Slittamento poi di qualche giorno per completare la squadra ministeriale, con viceministro e sottosegretari. La partita si è fatta più complessa perché andranno contemporaneamente definite anche le presidenze delle commissioni parlamentari e le nomine sulle società partecipate che sono in scadenza. Intanto i segretari di Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, rispettivamente Francesco Sinopoli, Lena Gissi e Pino Turi, hanno chiesto al ministro un incontro per confrontarsi sulle priorità. Nel memorandum, al primo posto, il rinnovo del contratto, in scadenza a fine anno, e poi i diplomati magistrali. La Buona scuola ormai è stata derubricata dal confronto-scontro anche sindacale.


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