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Ddl scuola, il Pd dopo lo sciopero: presidi valutati e più fondi per scuole

Il pacchetto di emendamenti dei Dem: ma no a stralcio sulle assunzioni. Il bonus 200 milioni per «incentivare» prof ad andare negli istituti di periferia

09/05/2015
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Corriere della sera

Claudia Voltattorni

Roma «Tutti i docenti delle Gae saranno assunti a tempo indeterminato». Gli altri, i 23mila insegnanti della scuola per l’infanzia, «saranno assunti quando entrerà in vigore la delega sullo 0-6». Così il Pd presenta la sua «nuova» Buona Scuola, con gli emendamenti che modificano (di poco) il testo iniziale, ma che raccolgono le indicazioni ricevute dal mondo della scuola ascoltate dopo lo sciopero del 5 maggio e soprattutto dopo gli incontri avuti in questi due giorni con sindacati e associazioni. Indicazioni «ritenute utili per migliorare la legge».

Punti fermi

Due i punti fermi su cui non ci sono trattative né modifiche: il testo continuerà il suo iter parlamentare per essere approvato invia definitiva entro il 15 giugno; non ci sarà alcuno stralcio per l’assunzione dei precari che rimarrà invece all’interno del ddl. Lo spiega il presidente Pd Matteo Orfini: «Non era accettabile dividere il momento delle assunzioni dall’approvazione della riforma della scuola perché le due cose stanno insieme». Ma il concorso del 2016 sarà per «60mila abilitati e sarà prevista la valorizzazione dei titoli e del servizio svolto».

Modifiche

Intanto, le deleghe al governo scendono da 12 a 8. Cresce poi il fondo di perequazione del 5 per mille: dal 10% sale al 20 e servirà per finanziare le scuole più disagiate. «Così rispondiamo al leader Fiom Maurizio Landini - dice Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd - che ci accusa di costruire un sistema di scuole per ricchi e uno per poveri». Il fondo servirà proprio per quelle scuole cui non arriverà alcun 5 per mille o una quota molto bassa: «Il nostro intento e quello del governo - continua Puglisi - è di utilizzare l’istruzione per combattere le diseguaglianze territoriali e sociali».

Prof negli albi territoriali

Per quanto riguarda gli insegnanti, tutti i 100.701 neoassunti finiranno negli albi territoriali da cui i presidi potranno «individuarli» in base al curriculum. Ma gli stessi prof potranno proporsi alle scuole inviando il proprio cv. Gli scatti di anzianità non saranno toccati. Se il dirigente non compie alcuna scelta, sarà a quel punto l’Ufficio scolastico regionale ad assegnare i prof alle varie scuole. Non solo.

Il preside e il merito

Il dirigente, insieme con un comitato di valutazione composto da docenti e rappresentanti di studenti e genitori potrà disporre del fondo annuo dei 200 milioni di euro destinato a premiare i prof più bravi: nel caso di scuole periferiche o disagiate, il preside con il comitato potrà «incentivare» i propri docenti a restare nella propria scuola o «attrarre» i più bravi, proprio con quei fondi. L’operato del preside verrà comunque verrà valutato ogni 3 anni, forse da un comitato interno e sicuramente dagli ispettori del Miur il cui numero aumenterà. ma «non vogliamo disegnare un preside manager o uno sceriffo - continua Puglisi -, vogliamo un responsabile che sia in grado di rispondere degli esiti delle scuole».

«Non basta»

«Non bastano incontri tardivi e piccoli aggiustamenti per raccogliere la forte spinta al cambiamento lanciata dalle piazze del 5 maggio. Per cambiare davvero la riforma è necessario modificare radicalmente i punti fondamentali del provvedimento» così rispondono alle modifiche le 32 associazioni firmatarie dell’appello «La Scuola che cambia il Paese». E pure le opposizioni attaccano. Per Sel, quello del governo «resta un testo autoritario, sbagliato e pasticciato che andrebbe immediatamente ritirato». E per il M5S i nuovi emendamenti della relatrice Maria Coscia «peggiorano ulteriormente il Ddl. Sono indifendibili». E pure i sindacati (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Gilda e Snals), che aspettano ancora una risposta alla loro richiesta di incontro con il governo, avvertono che «in assenza di adeguate risposte la mobilitazione continuerà fino a coinvolgere le attività di scrutinio finale».

Alla Camera la prossima settimana

L’esame del testo da parte della commissione Istruzione della Camera continua anche nel fine settimana: entro lunedì dovrà essere concluso. E il 12 maggio incontreranno di nuovo associazioni e sindacati. Martedì il ddl 2994 arriverà alla Camera per essere approvato (o meno) il 19 maggio.


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