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Dall'edilizia alle mascherine e il gel ecco come spendere il miliardo extra

Il dl rilancio destina alla scuola fondi ad hoc

12/05/2020
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ItaliaOggi

Marco Nobilio

Un miliardo di euro da spendere nell'anno scolastico 2020/2021 per contenere il rischio di contagio da Covid-19 nelle istituzioni scolastiche statali. È un vero e proprio fiume di denaro quello che il governo ha intenzione di utilizzare per contenere il rischio epidemiologico in relazione all'avvio del prossimo anno scolastico: 400 milioni di euro nel 2020 e 600 milioni nel 2021. Le risorse saranno versate in un «Fondo per l'emergenza epidemiologica da Covid-19». Questa ed altre importanti misure sono previste nella bozza del «decreto-legge rilancio» che l'esecutivo ha iniziato a esaminare ieri sera. Inoltre, il governo ha stanziato altri 331 milioni di euro per incrementare il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche statali. E cioè il fondo che grava sul capitolo 1204 del bilancio statale e che, dopo la stabilizzazione degli ex Lsu, serve essenzialmente per finanziare il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni scolastiche. Il dispositivo reca anche un elenco tassativo di voci di spesa che potranno essere coperte dalle scuole utilizzando questi fondi.

In particolare, le risorse potranno essere impiegate per l'acquisto di dispositivi di protezione e di materiali per l'igiene individuale e degli ambienti e di ogni altro materiale, anche di consumo, in relazione all'emergenza epidemiologica da Covid-19. Oppure per l'acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l'assistenza medico-sanitaria e psicologica, di servizi di lavanderia, di rimozione e smaltimento di rifiuti. Oppure, ancora, per l'acquisto e messa a disposizione, in particolare degli studenti meno abbienti, in comodato d'uso, di dispositivi digitali individuali e della necessaria connettività di rete per la fruizione della didattica a distanza e per favorire l'inclusione scolastica e adottare misure che contrastino la dispersione.

I fondi aggiuntivi potranno essere impiegati dalle scuole anche per finanziare interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali oppure per l'acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi. Infine, le risorse potranno essere impegnate anche per finanziare lavori di adattamento degli spazi interni ed esterni degli edifici scolastici e per la loro dotazione allo svolgimento dell'attività didattica in condizioni di sicurezza. E anche per interventi di piccola manutenzione, ritinteggiatura e decoro della scuola e di miglioramento degli spazi verdi, di pulizia straordinaria e sanificazione e anche interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell'infrastruttura informatica.

La novità è costituita dal fatto che i soldi per disporre questi interventi e queste attività non saranno versati agli enti locali proprietari degli immobili, ma direttamente alle istituzioni scolastiche. Considerando che gli interventi possono avere ad oggetto anche la realizzazione di lavori, il dispositivo prevede che i dirigenti scolastici possano utilizzare fin a un massimo del 10% della somma disponibile per retribuire il necessario supporto al responsabile unico del procedimento e l'assistenza tecnica.

Questa possibilità è vincolata al fatto che la realizzazione dei lavori avvenga necessariamente entro il 31 dicembre 2020. Le scuole, in pratica, assumeranno le funzioni di vere e proprie stazioni appaltanti e, per ogni appalto, dovranno individuare un responsabile unico del procedimento (Rup) che dovrà occuparsi della programmazione, della progettazione, dell'affidamento e dell'esecuzione. Nelle nuove disposizioni non si fa alcun rinvio ad un atto regolamentare per la definizione delle norme di dettaglio per individuare il Rup all'interno delle istituzioni scolastiche.

Resta il fatto, però, che l'articolo 31 del codice degli appalti prevede che il Rup debba essere individuato tra i dipendenti in servizio nella stazione appaltante. E che l'incarico è obbligatorio e non può essere rifiutato. Per quanto riguarda le misure sull'edilizia scolastica il «decreto rilancio» dispone una semplificazione delle disposizioni procedurali di approvazione e di autorizzazione dei mutui della Banca europea degli investimenti (Bei) a valere sulla programmazione triennale nazionale. Il dispositivo prevede, infatti, che tutte le eventuali variazioni ai singoli interventi saranno effettuate, invece che con decreto interministeriale, con il solo decreto del ministro dell'istruzione. E prevede la possibilità di concedere anticipazioni agli enti locali anche nell'ambito della procedura dei mutui Bei, per garantire in questa delicata fase emergenziale la liquidità necessaria sia agli enti locali sia alle imprese.


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