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Dal potere dei presidi ai nuovi contratti tutte le critiche all’impianto del governo

Studenti e sindacati vanno all’attacco: «Faremo sciopero generale il 5 maggio».

27/04/2015
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Il Messaggero

Nonostante un lungo percorso di ascolto in giro per le scuole italiane, la creazione di un portale che nei mesi scorsi ha raccolto osservazioni, idee e suggerimenti per strutturare un disegno di legge concertato, ”La buona scuola“ sembra non andare giù alla maggior parte dei comparti sindacali del mondo della scuola, alle famiglie e agli studenti.
MOBILITA’ E INCENTIVI
L’unico provvedimento gradito è la famosa carta del professore per l’aggiornamento professionale, che consente il consumo di 500 euro all’anno in beni culturali. Poco per il Governo, che voleva fare della Riforma della scuola un fiore all’occhiello della capacità di condivisione e di ascolto di un esecutivo che ha fatto del decisionismo l’arma in più per scardinare ritrosie e incrostazioni sindacali. Al momento scorgendo la piattaforma della sciopero del 5 Maggio non c’è nessun passaggio sostanziale che i sindacati condividano rispetto all’impianto presentato dal duo Giannini-Renzi. I sindacati autonomi e confederali chiedono un piano articolato e immediato che garantisca la stabilità dei precari, non criticando apertamente l’assunzione degli oltre 100.000 docenti, ma cercando di inserire nel collegato del Def la stabilizzazione di quanti hanno da decenni sono in attesa di un cenno da parte di Viale Trastevere. Viene contestato invece dai lavoratori della scuola di ruolo, l’assenza di certezze per il rinnovo del contratto che è fermo da sette anni e l’eccessiva deroga legislativa su materie sottoposte a disciplina contrattuale delle retribuzioni, la mobilità del personale e la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, che sembrano essere diventati la vera pietra dello scandalo di questa riforma. Il ruolo del nuovo preside, sempre più assimilabile ad un leader educativo che ad un dirigente scolastico è da sempre un motivo di contrapposizione forte tra esecutivo e parti sociali, che vedono con l’attribuzione di poteri di diretto intervento sulla vita economica, organizzativa e lavorativa della scuola, un declassamento della tanto richiesta autonomia scolastica. Altro punto di critica forte è l’istituzione del registro regionale dei docenti, che andrà a sostituire i vecchi e poco efficienti registri di mobilità territoriale presenti negli Uffici Scolastici Regionali. Da più parti le criticità evidenziate sono la creazione di precari di serie A e precari di serie B, che sarebbero scelti a chiamata diretta e dovranno garantire una mobilità su vasta scala regionale. Gli addetti ai lavori intravedono la data dello sciopero del 5 maggio come una sorta di giro di boa per comprendere se il Governo ascolterà o meno le richieste del mondo della scuola, mentre oggi l’iter alla Camera prosegue. L’obiettivo è chiudere presto e varare la riforma.
Mas. Co.


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