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«Dai saluti al quiz sugli egizi La mia classe riunita in chat»

L’esperienza di una maestra: lo schermo non è freddo

28/02/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia


Roma «Anto, dai, resta ancora un po’ con noi». Oppure: «Maestra, quando si torna a scuola? Non è che ci perdiamo la gara di scacchi?». «Grazie della scheda, è stata molto divertente, ma ce ne sono altre?». Ogni messaggio, un bip sul cellulare. E a ogni bip, Antonella Pignatiello, 60 anni, maestra dell’istituto comprensivo di Verdello, provincia di Bergamo, risponde, rassicura, replica, spiega. Col suo cellulare è connessa 24 ore su 24 alla sua classroom, la classe virtuale che ha creato per la sua IV C, lasciata a casa per tutta la settimana per via dell’emergenza coronavirus. «Noi siamo in zona gialla — racconta la maestra Antonella — per cui abbiamo molti divieti anche se non siamo in quarantena. Per fortuna prima ancora della chiusura avevo fatto ai ragazzi una lezione sulla malattia. E quindi i miei bambini erano preparati. Ma rinunciare al Carnevale è stato per loro molto pesante. E allora ho lanciato subito la nostra chat su hangouts e ho chiesto di scrivere un tema su “Questo strano Carnevale”. Così con la piattaforma di Google suite abbiamo letto i testi, condiviso le emozioni, e hanno iniziato a sciogliersi». Sono giorni intensi per la maestra, che anche se non percorre quei 3 km che la portavano nella sua classe, non perde di vista i suoi alunni un momento. «La mattina ci chiediamo come stiamo, cosa abbiamo mangiato, ci scambiamo saluti affettuosi, con faccine, abbracci virtuali e incoraggiamenti. Poi condivido con loro i contenuti: io insegno italiano, storia, geografia, inglese e tecnologia, e quindi ho dato da fare schede interattive sugli egizi, questionari, cartine da completare. Loro possono contribuire mandando materiali che trovano in Rete. Appena mi chiedono riscontri o spiegazioni, rispondo: stacco solo quando porto il cane giù!». Antonella, laureata in Logopedia, insegnante (rigorosa) da 35 anni, innamorata del digitale, ha un segreto: l’empatia. «Faccio capire ai bimbi che anche io mi annoio, non vedo l’ora di tornare a scuola, anche se non so quando riaprirà, e intanto non ho alternative alla nostra bella quotidianità. Sento che non la stanno vivendo come una vacanza, è strano per loro stare a casa, spesso coi genitori che hanno le aziende chiuse, e allora rassicuro, scherzo, tranquillizzo». E lo schermo freddo che vi separa? «Che sciocchezza! Lo schermo non è freddo e la tecnologia è una risorsa eccezionale: se vuoi comunicare davvero, trasmetti anche il lato umano».


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