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da Rassegna sindacale-Intervista a Sergio Cofferati

Un milione di buone ragioni di Enrico Galantini Incontriamo Sergio Cofferati all'indomani della decisione del Consiglio dei ministri di non stralciare ma anzi di confermare sosta...

19/03/2002
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Un milione di buone ragioni

di Enrico Galantini
Incontriamo Sergio Cofferati all'indomani della decisione del Consiglio dei ministri di non stralciare ma anzi di confermare sostanzialmente l'articolo 10 delle legge delega sul mercato del lavoro, quello che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ed è da qui che prende l'avvio la nostra intervista.

"Le modifiche introdotte sull'articolo 18 nella delega '#8211; spiega il segretario generale della Cgil '#8211; sono addirittura peggiorative rispetto al testo iniziale: prefigurano una dualità di diritti che fa diversi i giovani del Mezzogiorno da quelli del Nord per la fattispecie più consistente prevista dalla delega, quella dei contratti di lavoro a tempo determinato che vengono trasformati in contratti a tempo indeterminato. Si tratta di una scelta vergognosa, che disegna un'Italia divisa anche sul piano dei diritti. Qualche giorno prima Confindustria era tornata ad affacciare l'idea che la chiave di volta per l'intervento nel Mezzogiorno sia quella dei salari differenziati: da un lato, quindi, ritornano le gabbie salariali nella proposta degli imprenditori, dall'altro, nella proposta del governo, le gabbie dei diritti. C'è poi l'intenzione subdola, non dichiarata ma evidente, di ricompattare le proprie fila, dando un aiuto alla Lega, escludendo il Nord dalle modifiche all'articolo 18: la reazione del ministro Bossi era stata abbastanza vistosa e trasparente".

Rassegna Questa decisione del governo rafforza le ragioni della manifestazione del 23 a Roma e dello sciopero generale. Non c'è però il rischio che, ancora una volta, l'attenzione di tutti si concentri solo o quasi sull'articolo 18, oscurando le molte altre questioni che sono in ballo con il governo?

Cofferati Proprio così. Le ragioni che stanno alle radici della nostra mobilitazione sono molteplici. E le abbiamo indicate nella nostra piattaforma (vedi alle pagine 7-10, ndr). Anche se poi è naturale che ci sia un'attenzione speciale da parte dei media per l'articolo 18, proprio per il valore simbolico che esso porta con sé. E poi anche perché in fondo l'argomento dei diritti interseca tutti gli altri temi.

Rassegna Questo nostro numero verrà diffuso il 23 marzo per le strade di Roma. Forse allora è giusto ricordare, magari brevemente, le altre ragioni per cui si manifesta'

Cofferati La prima riguarda lo sviluppo e il Mezzogiorno. Le politiche dei 100 giorni sono state un fallimento e non hanno prodotto alcunché, visto che lo stimolo all'offerta che era stato immaginato si è trasformato in trasferimenti dallo Stato verso le imprese senza alcun criterio selettivo. I due provvedimenti più decantati '#8211; la Tremonti bis e quello sull'emersione '#8211; non hanno dato nessun riscontro positivo: anzi, quest'ultimo è stato reiterato solo per nasconderne il fallimento. La legge finanziaria ha prefigurato un andamento dell'economia lontano dalla realtà: i valori presi a riferimento non si realizzeranno in alcun modo, checché ne dica il governatore della Banca d'Italia. Siamo quindi in una fase di rallentamento della crescita senza avere politiche mirate ed efficaci per la parte più debole del paese, il Mezzogiorno. Chiediamo quindi politiche efficaci e di qualità per il Sud, a partire dal finanziamento degli strumenti della programmazione negoziata.

Rassegna Un secondo terreno di forte critica al governo è il fisco'

Cofferati Noi contestiamo la delega fiscale proprio nel suo impianto. Affaccia un'idea di superamento della progressività, facendo saltare il principio basilare secondo cui chi più ha, più deve pagare. E inoltre produce un effetto redistributivo vantaggioso per i più ricchi e proporzionalmente penalizzante per i più poveri, quella parte di società che il sindacato rappresenta.

A questo va aggiunto che la diminuzione del gettito fiscale prevista dalla delega '#8211; che viene presentata con lo slogan: gli italiani pagheranno meno tasse '#8211; in verità produce un disastro sul sistema delle protezioni, dalla sanità all'assistenza, dalla previdenza agli ammortizzatori sociali: verrebbero infatti meno le risorse per alimentare il welfare come si è andato consolidando nel corso degli anni.

Rassegna C'è poi il capitolo scuola. Anche qui l'opposizione è netta (vedi a pagina 5 gli articoli sulla raccolta di firme della Cgil scuola, ndr).

Cofferati Le scelte del ministro Moratti sono regressive: impoveriscono l'assetto della scuola pubblica, riportano il sistema scolastico indietro di decenni e mettono a repentaglio anche i passi avanti e le conquiste che avevamo apprezzato nel corso della scorsa legislatura.

Rassegna Dopo la scuola, la previdenza.

Cofferati La decontribuzione è un grazioso regalo del governo a Confindustria ed è un disastro per il sistema previdenziale, che viene messo in crisi: i giovani, la cui pensione viene calcolata sui contributi versati, al momento di andare in pensione avrebbero trattamenti assai inferiori; per i meno giovani '#8211; quelli che andranno in pensione tra un po', quelli che già sono pensionati '#8211; il calo del monte-contributi complessivo porterà come conseguenza l'impossibilità per gli istituti di pagare le loro pensioni con i valori e con i rendimenti attuali.

La tesi del governo, secondo cui l'aumento dei contributi dei collaboratori coordinati e continuativi compensa il calo di contributi dei nuovi assunti, è priva di fondamento. Parliamo di numeri in nessun modo comparabili: i collaboratori sono assai meno di coloro che verranno assunti attraverso il processo fisiologico del turn over; e poi, all'aumento dei contributi per i collaboratori deve corrispondere un aumento di prestazioni oggi sensibilmente inferiori a quelle degli altri.

Rassegna E arriviamo così all'articolo 18.

Cofferati Che è all'interno di un più generale capitolo sul mercato del lavoro che non ci piace affatto. Anche qui il tentativo è smaccato: togliere protezioni legislative e contrattuali alle persone e reintrodurre la possibilità per le aziende di licenziare discriminando, perché salta il principio della giusta causa o del giustificato motivo. È un principio di civiltà, peraltro sancito oggi anche dalla Carta dei diritti europea, il cui articolo 30 parla di "divieto di licenziare una persona senza giustificazione", aggiungendo poi "secondo la prassi e le regole nazionali" a conferma del principio del non regresso nell'attuazione delle normative europee.

Rassegna Ma governo e Confindustria dicono che quella della reintegrazione nel posto di lavoro è un'anomalia tutta italiana e perciò non più sopportabile'

Cofferati È un'altra bugia bella e buona. Ci sono altri paesi europei che prevedono la reintegrazione assieme a normative restrittive della possibilità di licenziare.

Rassegna Berlusconi ha ritirato fuori la questione dei padri contro i figli e ne vuole fare il cuore di una campagna di comunicazione'

Cofferati Il commento del presidente del Consiglio è del tutto fuori luogo. È vero proprio l'opposto. Loro vogliono togliere diritti alle persone, noi vogliamo estenderli. Noi chiediamo l'estensione dei diritti che i padri si sono conquistati, anzi, in larga misura si tratta di diritti che i nonni hanno conquistato in parte per se stessi e in gran parte per i padri di oggi. Chiediamo che vengano estesi e modulati per i ragazzi che oggi non ne hanno, per tutti coloro i quali sono privi di coperture.

È il governo che vuole impedire ai ragazzi di avere i diritti che hanno i loro padri. Se questo passasse, al turno successivo toccherebbe ai padri, perché un sistema duale di diritti in un posto di lavoro non può reggere.

Rassegna Ora anche Cisl e Uil si dichiarano decise allo sciopero generale. Le tre confederazioni sciopereranno insieme?

Cofferati È già stata formalizzata la disponibilità a una riunione di segreteria nella quale affrontare gli argomenti sospesi e decidere iniziative comuni. Io credo ci siano tutte le condizioni per arrivare a fare uno sciopero insieme. Ovviamente per farlo bisogna fissare insieme l'obiettivo dello sciopero. Ma non dovrebbero esserci difficoltà insormontabili dopo che il governo ha detto chiaramente che non ha nessun intenzione non solo di modificare quello che aveva scritto e che non aveva mai detto di voler stralciare, ma nemmeno di favorire un confronto tra le parti sociali.

Rassegna Anche l'Ugl annuncia lotte assai dure. È pensabile qualche convergenza?

Cofferati Ho visto che il segretario dell'Ugl ha detto di voler fare uno sciopero assieme a Cisl e Uil. I nostri rapporti sono storicamente quelli con Cisl e Uil. Cosa decideranno di fare le altre organizzazioni sindacali, sta a loro deciderlo. Noi non cercheremo nessuna convergenza diversa da quella tradizionale con i sindacati confederali.

Rassegna La manifestazione del 23, lo sciopero generale. E poi?

Cofferati Questa domanda lascia trasparire una scarsa convinzione sull'efficacia di quello che noi faremo. Io sono invece convinto che la manifestazione prima, così come lo sciopero generale poi, sono appuntamenti che possono avere un'efficacia straordinaria. Io non credo che il governo sia in grado, con la decisione che ha preso, di chiudere davvero le sue contraddizioni. Io penso che molte di esse possano tornare ad acuirsi.

Bisogna fare le cose una per volta, facendo tutto quello che serve per ottenere il massimo del risultato. Oggi siamo concentratissimi sulla manifestazione. Poi passeremo a concentrarci sullo sciopero generale. Se poi sarà necessario andare oltre, non saranno né la determinazione né la fantasia a farci difetto per dare continuità alla nostra iniziativa.

Il sindacato confederale ha risorse culturali e politiche enormi da mettere in campo. Io credo conti molto, anche nella crescita del consenso intorno alle nostre proposte, il modo pacato ma anche molto fermo con cui ci siamo posti, argomentando le nostre ragioni, senza esorcizzare le posizioni di nessuno ma cercando di essere coerenti e lineari.

Rassegna A tuo avviso quindi potrebbe non reggere la compattezza del governo di fronte al prossimo appuntamento elettorale?

Cofferati Potrebbe essere uno degli elementi di difficoltà in grado di condizionare il governo. Del resto, forze politiche che sono abituate a scegliere i propri comportamenti in base ai sondaggi possono anche cambiare repentinamente posizione. Oggi però la scelta netta è quella di rilanciare il collateralismo con Confindustria.

Rassegna Ma tra gli imprenditori italiani e nella stessa Confindustria non tutti sono entusiasti della scelta di andare allo scontro frontale'

Cofferati Tra gli imprenditori italiani ci sono elementi di divisione ormai visibili. Penso ai commenti negativi dei responsabili di imprese che hanno molto peso in Confindustria: oppure alla reazione di alcuni imprenditori milanesi che, richiesti di un formale sostegno al governo da parte di Assolombarda, hanno risposto picche. Al di fuori di Confindustria, del resto, un'organizzazione come Confcommercio ha maturato ancora una volta una posizione assai più realistica.

Che cosa porteranno queste articolazioni, non lo so. Per ora mi limito a registrarle. Non mi sembrano tutti felici della messa in discussione di un sistema di relazioni che negli anni passati ha dato buoni risultati per tutti. Paradossalmente, se nei prossimi mesi ci dovesse essere quel segnale di ripresa che tutti auspichiamo, i primi a non avere interesse a un conflitto sociale sarebbero proprio loro.

Ovviamente parlo di chi pensa al bene dell'impresa. Chi ha in testa scelte ideologiche, oppure persegue obiettivi politici, si comporta diversamente. Anche l'idea di dividere il sindacato si sta rivelando un clamoroso errore: moltiplicano i danni, frantumano un sistema di rapporti che era stato utilissimo. E poi, pensare di poter gestire il sistema delle relazioni industriali in questo paese sulla base dell'emarginazione dell'organizzazione più antica, più radicata e più grande è una cosa priva di qualsiasi traccia di buon senso.

Rassegna Ultima domanda. Come ti aspetti la giornata del 23?

Cofferati Una manifestazione grandissima, colorata e allegra. Occorre fare del 23 la giornata della festa dei diritti. Il tema dei diritti è quello che ci porta ad avere il consenso più alto nel mondo che è al di fuori dalla sfera del lavoro: i diritti di cittadinanza sono stati spesso il prolungamento di diritti nati nella sfera del lavoro. La scelta fondamentale della Carta di Nizza è quella di considerare inscindibili il diritto della persona, quello del cittadino, quello che nasce nel lavoro. Il governo italiano sta attaccando questa connessione partendo dai diritti del lavoro e da una parte di quelli di cittadinanza: penso all'orribile legge Bossi-Fini.

Le persone avvedute si rendono conto che il rischio può riverberarsi su tutti. Per questo non c'è solo una generica solidarietà con le posizioni del sindacato '#8211; che già sarebbe moltissimo. C'è la condivisione dell'obiettivo di estendere i diritti, di farli diventare componente importante in una società complessa e articolata come quella moderna. Questo lascia ben sperare.

(Rassegna sindacale n11, marzo 2002)