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da edscuola-Un intervento di Luciano Corradini

"Vedo che nella rete qualcuno sogna, qualcuno medita, qualche altro occupa, fa giornate alternative, fa sciopero dagli organi collegiali.Qualcuno alla mia riproposta del sogno ha obiettato che gli...

02/05/2002
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Edscuola

"Vedo che nella rete qualcuno sogna, qualcuno medita, qualche
altro occupa, fa giornate alternative, fa sciopero dagli organi
collegiali.Qualcuno alla mia riproposta del sogno ha obiettato che gli
bastano gli ideali. Altri creano movimenti. E' nelle concrete circostanze di
vita che si scoprono e si possono mobilitare le energie interiori e i
diversi livelli di comprensione e di trasformazione della realtà. Io non
conosco le situazioni concrete e quindi non entro nel merito delle scelte
che si propongono.
Dico solo che gli ideali sono quei principi-valori che ci consentono di
contestare la pretesa assolutezza dell'immediato e del presente.E' come
sintonizzarsi con "radio Londra" durante l'occupazione nazista. E' come
pregare in un campo di concentramento. E' sapere o credere che Hitler non è
eterno, anche se sembra, in un certo momento, l'onnipotente padrone del
senso della storia. Chi sa o crede queste cose non si rassegna a lasciarsi
morire, ma tenta di immaginare vie di fuga. Se ha tempo e fantasia, si mette
a sognare, non in senso onirico, ma sulle ali del desiderio, della speranza,
della fiducia nella non definitività del male.Già Martin Luther King diceva
però che se si sogna da soli, questo
resta un sogno, ma se si sogna insieme, questo diventa realtà. I più
intellettuali ci costruiranno su un'ipotesi strutturata di vita alternativa
possibile, che per il momento non si trova se non nella loro mente o fra le
loro carte, e in nessun luogo reale, e che perciò si chiama utopia. Quando
vogliono darsi un apparato filosofico e scientifico, le utopie possono
alimentare le ideologie. Queste sono mezzi potenti di creazione di
movimenti, di legittimazione o di contestazione del potere, di creazione del
consenso, ma sono anche pericolosi strumenti di mistificazione da un lato
degli degli ideali, dall'altro della realtà.
Le utopie che non dispongono di apparati ideologici e di poteri politici ed
economici non creano danni come le ideologie. Possono essere studi di
carattere astratto, tanto per evadere da questo mondo, o tentativi di
socializzare i sogni e di confrontarsi con la realtà. Scrivere nelle leggi
positive i diritti umani sembrava impossibile. eppure si è riusciti. Negli
anni '50, quando si firmarono i trattati di Roma, l'euro era l'utopia di
qualche studioso e fino alla metà degli anni '90 è stata ritenuta
impossibile. Era cosa buona, qualcuno ci credette, rischiò la reputazione
convinse altri e si arrivò a farne una realtà.
Stati che rinunciano alla sovranità giurisdizionale e alla sovranità
monetaria erano per molti una cosa inconcepibile. Eppure ci siamo
riusciti.Perché non fare la stessa cosa con una lingua artificiale
itneranzionale come l'esperanto? Per stare più vicini a noi. Anche lo
statuto degli studenti sembrava impossibile, come l'autonomia. Si può
esercitarsi a pensare a ciò che verrà dopo queste cose, perché hanno deluso
le nostre aspettative. Oppure si può immaginare che cosa si può fare per
dare concretezza ale possibilità previste dalle norme recenti. Se uno ci
pensa da solo, o è un poeta o un genio o un emarginato. Pensare insieme cose
non troppo difficili, che dividano, ma neppure troppo facili, che
demotivino, può servire a trasformare il sogno in realtà. Il come si va, lo
stile del lavorare in gruppo è importante almeno quanto il risultato.
Per questo non so se il blocco degli organi collegiali sia la pensata più
giusta. I ragazzi del Progetto Giovani di Agrigento scrissero in un
cartellone: Non abbiamo strutture. Usiamo la testa. E quelli di Pordenone:
Piggì, facce sognà. Questa era Italia, il rovescio degli stereotipi di un
sud sognatore e di un Nord razionale. Non quella di Bossi o quella dell'elmo
di Scipio."
Scusatemi e buon lavoro.
Luciano Corradini


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