Da Barbiana i sindacati lanciano il «Manifesto per la scuola»

Claudia Voltattorn

Un «manifesto» per la scuola. Perché sia «aperta a tutte e tutti». Perché è «un bene comune». Perché sia «inclusiva». Perché accolga «anche i nuovi italiani e chiunque viva nel nostro Paese». Perché sia «fondata sul pluralismo, sull’autonomia e la collegialità e che affermi la centralità della persona all’interno del processo educativo». Lo lanceranno sabato 18 Cgil scuola, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal a Barbiana, luogo diventato simbolo di una scuola aperta a tutti grazie a Don Lorenzo Milani, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della scomparsa.

Da Barbiana in nome di Don Milani

I quattro sindacati si troveranno al Teatro Giotto di Vicchio (Firenze) e da lì rilanceranno «questa idea di scuola ispirata ai valori della Costituzione, in cui sono centrali lo studente ma anche il lavoro e la professionalità di tutto il personale che a diverso titoli concorre alla progettazione e alla realizzazione del progetto educativo». Nel momento in cui i sindacati stanno discutendo il nuovo contratto di categoria, chiedono politiche «indispensabili a colmare il divario che vede l’Italia ancora lontana dalla media dei Paesi Ocse sia per gli investimenti in istruzione e formazione sia per la retribuzioni del personale scolastico».

#scuolabenecomune

Da Barbiana parte quindi una serie di iniziative che poi si replicheranno in tutta Italia con incontri, assemblee, dibattiti anche nelle scuole. E sono state giù lanciate anche una campagna su internet con l’ashtag #scuolabenecomune e una petizione sul web con la possibilità di firmare il manifesto. Sono già numerose le firme di insegnanti, dirigenti scolastici, docenti universitari.

Studenti in piazza venerdì

Intanto, venerdì 17 novembre gli studenti tornano in piazza. Liceali e universitari saranno in corteo la mattina un po’ in tutte le città d’Italia per chiedere più fondi per la scuola e l’università. Ci saranno flash mob, sit-in e assemblee. A Roma e Palermo le principali manifestazioni con una protesta simbolica annunciata proprio davanti alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma.