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Corsi di recupero al via. Ma i Presidi al Ministro: "Non siamo ancora pronti"

I prof vogliono essere pagati e non cedono. Nelle aule lavori di adattamento incompleti

30/08/2020
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Il Messaggero

 C'è chi rimanda tutto di qualche settimana e chi farà lezione per gli studenti, ma solo online: la maggior parte delle scuole italiane non riesce a avviare i corsi di recupero per il 1 settembre. Il ministero dell'Istruzione ha assicurato che il recupero degli apprendimenti si farà, in presenza o online e durante l'anno scolastico in base all'autonomia delle scuole, però ad oggi non si sa ancora quando e dove partiranno i corsi né come verranno svolti. 
IMPREPARATIDalle scuole continuano ad emergere ancora troppe criticità sull'organizzazione delle lezioni: non sono pronte a riaprire le aule con i docenti in cattedra. Di fatto i cosiddetti Pai, piani per l'apprendimento individuale, e i Pia, piani di integrazione degli apprendimenti, potrebbero partire già martedì, ma sono davvero poche le scuole pronte ad attivarli. Non sono veri e propri corsi di recupero ma piani di apprendimento.
A stravolgere l'idea del recupero è stato il Covid che, tenendo chiuse le scuole e imponendo lo spostamento della didattica dalla presenza al digitale, ha inevitabilmente provocato molti disagi tra gli studenti. Tanto che, per l'anno scolastico 2019-2020, il ministero dell'Istruzione ha deciso di ammettere tutti gli studenti alla classe successiva ma di mantenere comunque le insufficienze in pagella. Da qui la necessità del recupero. E i corsi sarebbero dovuti partire, appunto, il 1 settembre. Con due settimane di anticipo rispetto alla data di inizio del nuovo anno scolastico.
GLI INTOPPIGli intoppi sono ancora molti: primo fra tutti la mancata retribuzione dei docenti che, prima del 14 settembre, dovrebbero far lezione come attività ordinaria. Poi, a partire dal 14, per i corsi fuori orari arriverebbero compensi aggiuntivi. Da qui la reazione dei sindacati che annunciano diffide contro i dirigenti scolastici se dovessero imporre i corsi ai docenti.
L'Associazione nazionale dei presidi del Lazio sta infatti consigliando di far slittare i corsi a dopo l'avvio della scuola: «Sia per evitare il contenzioso - spiega Mario Rusconi, presidente del Lazio - sia perché gli istituti non sono pronti con il rientro in presenza degli studenti». E allora il recupero inevitabilmente slitta: «Al liceo Newton di Roma - ha spiegato la preside Cristina Costarelli - faremo i corsi dopo il 14, una volta rientrati tutti in presenza. E a quel punto andremo avanti durante l'anno». Stessa strategia al liceo Roma dove, per ora, i corsi non si fanno: il personale è infatti alle prese con classi sovraffollate e banchi da sistemare al centimetro.
Il problema logistico, anche per quanto riguarda il recupero, è comune a molti istituti: in questi giorni infatti le scuole devono fare letteralmente i conti con il metro di distanziamento e gli arredi, con le aule da sistemare e da spostare.
IN RITARDOCosì allo storico liceo Tasso i corsi di recupero si svolgeranno solo online: «Partiamo il 2 settembre - spiega il preside Paolo Pedullà - ma non in presenza. I ragazzi che devono recuperare potranno seguire i corsi online con i docenti. Per ora non è possibile tornare in presenza, abbiamo sistemato solo il primo piano». Non partono i corsi di recupero neanche al liceo Primo Levi: «Organizziamo un primo breve incontro con le classi, una per volta - spiega il preside Stefano Sancandi - per rivedere i ragazzi, rassicurarli e fare il punto della situazione. Per i corsi ci organizzeremo durante le lezioni in presenza».
E la situazione è questa nella stragrande maggioranza delle scuole italiane, che non sono pronte. Qualche istituto prova a organizzarsi, però quelli che riusciranno a garantire i corsi di recupero sono una sparuta minoranza.
SOLUZIONE MISTAUna soluzione mista è stata adottata dal liceo classico capitolino Giulio Cesare dove la preside Paola Senesi ha organizzato i corsi sia a distanza sia in presenza: «I Pai hanno orari personalizzati e si svolgeranno in presenza, come i corsi di inglese per il progetto Cambridge. I Pia invece, che coinvolgono la classe, si svolgeranno online». 
Tutti in presenza invece i corsi per lo storico liceo Mamiani, nella prima settimana di settembre: «Abbiamo pochi ragazzi, 5-6 per corso - spiega la preside Tiziana Sallusti - e sarà anche l'occasione di testare le misure di sicurezza. So che ci sono state polemiche sui pagamenti: ne parleremo con il collegio dei docenti e vedremo di destinare una somma dei finanziamenti a questi corsi». A dire la sua anche il fronte degli studenti: «Di sicuro - denuncia la Rete degli studenti medi - oggi non c'è proprio nulla».
Lorena Loiacono