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Corriere - SCUOLA PUBBLICA, SI DIFENDE COSÌ

La protesta al liceo "Tasso" SCUOLA PUBBLICA, SI DIFENDE COSÌ di PAOLO FALLAI In fondo, che digiunino sul serio oppure si lascino tentare da qualche mezzo panino clandestin...

23/11/2001
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Corriere della sera

La protesta al liceo "Tasso"

SCUOLA PUBBLICA, SI DIFENDE COSÌ

di PAOLO FALLAI

In fondo, che digiunino sul serio oppure si lascino tentare da qualche mezzo panino clandestino, è del tutto secondario. Sì, perché la protesta dei ragazzi del liceo Tasso ha già ottenuto il successo dell'attenzione e rappresenta un problema per il ministro Letizia Moratti. Che è libera di ignorare quanto e come le piace le richieste di incontro che affollano la sua scrivania, ma certo non può vedere con piacere un gruppetto di sedicenni che si fanno controllare la pressione dal medico. E che, proprio grazie alla potenza non violenta della loro protesta, minacciano di trascinarsi dietro altri gruppi, con tanto di genitori in crescente allarme al seguito. Merito dunque alla pattuglia del Tasso, capace di interpretare il ruolo della contestazione - perché a sedici anni la contestazione è anche un ruolo - senza limitarsi al rito un po' stanco e spesso sterile delle occupazioni, e senza disperdersi in mille slogan lontani dalla realtà delle loro aule: protestano in difesa della scuola pubblica e su questo ribattono, semplicemente, con una certa efficace e tenace testardaggine.
Però, al quinto giorno di sciopero della fame, verrebbe da dire che il difficile comincia adesso. Senza la pretesa di dare consigli - perché a sedici anni è difficilissimo anche solo sentirne parlare - questi ragazzi potrebbero farne di tutti i colori in difesa della scuola pubblica. Per esempio uscendo dal loro liceo, via Sicilia, dimenticandone per un attimo storia ed ex alunni illustri, per andare a vedere in che condizioni devono vivere i loro colleghi dei licei e degli istituti tecnici di periferia. Per esempio cominciando a chiedere - presidi e segreterie saranno diligenti nel fornire i dati - quanto spendono le scuole per riparare agli atti di vandalismo, per cancellare le scritte sui muri, per sostituire le suppellettili che si rompono. Ecco, una battaglia contro il vandalismo nella scuola pubblica, cioè contro quelli che vengono a rompere e sporcare in casa nostra, avrebbe una eco straordinaria.
Per esempio cercando di guardare in modo diverso i professori. Se gli studenti rivendicano un principio - perché a sedici anni, e meno male, i principi sono saldissimi - per gli insegnanti spesso la scuola pubblica significa una scelta di vita fatta di uno stipendio magro, molte rinunce e una qualità più alta di quanto si crede. Abbastanza da meritarsi uno spazio tra i nobili motivi di uno sciopero della fame.
Come i ragazzi del Tasso stanno imparando, la non violenza è straordinariamente impegnativa. La grande battaglia per i diritti civili dei neri americani, guidata da Martin Luther King, cominciò quasi per caso una sera del 1955 a Montgomery (Alabama) su un autobus delle linee urbane: una signora di mezza età, stanca dopo una giornata di lavoro, si rifiutò di cedere il posto ai bianchi. Per quella ribellione la donna venne arrestata e Martin Luther King chiese a tutti i neri della città di boicottare gli autobus cittadini. Quel boicottaggio durò esattamente trecentottantasei giorni. Ragazzi, è meglio che mettiate da parte qualche panino.


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