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Corriere - Scuola, la protesta arriva in periferia

Scuola, la protesta arriva in periferia Da Bravetta a Pomezia studenti mobilitati. Giulio Cesare, chiesta la cogestione Vogliono essere ascoltati, perché a Roma "non c'è solo il liceo classi...

24/11/2001
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Corriere della sera

Scuola, la protesta arriva in periferia

Da Bravetta a Pomezia studenti mobilitati. Giulio Cesare, chiesta la cogestione

Vogliono essere ascoltati, perché a Roma "non c'è solo il liceo classico Tasso". L'appello è diretto, arriva dall'Istituto tecnico commerciale di Pomezia, ma è condiviso da molte scuole romane. "Tutti parlano del Tasso - dicono i rappresentanti degli studenti della scuola di Pomezia - certo loro hanno occupato la scuola, alcuni attuano lo sciopero della fame. Ma perché noi non veniamo mai ascoltati?". Il tecnico commerciale deve ogni giorno misurarsi con problemi reali: 600 studenti con solo 14 classi a disposizione, tanto che spesso bisogna far lezione nei laboratori. E una volta il compito in classe è stato svolto in palestra. "Tempo fa - spiega Monica, 17 anni, rappresentante d'istituto - abbiamo fatto l'autogestione per chiedere la risistemazione del giardino, più aule, laboratori e materiale didattico. Nessuno ha mai parlato di noi, ne dei problemi dell'istituto che sono tanti. Ad esempio l'ascensore non è mai stato collaudato e il ragazzo disabile che frequenta la scuola non può salire ai piani superiori. E poi non è possibile che in un istituto tecnico si possa utilizzare il computer solo per pochi mesi".
Insomma, tutta la scuola romana è in fermento. Lo è ancora di più nella periferie, perché qui gli studenti si sentono meno ascoltati. E forse meno considerati. "Tutto il mondo studentesco è rivolta - dice Marco, 17 anni, del liceo classico Montale a Bravetta - ma le proteste come quella del Tasso sono strumentalizzate. Così con altri colleghi del Talete e del Malpighi vogliamo creare un movimento chiamato "Poche chiacchiere", che si propone di svolgere assemblee nelle scuole, vogliamo discutere del problema palestinese e raccogliere i fondi per costruire un asilo ad Hebron".
Invece al Liceo classico Giulio Cesare ieri pomeriggio alle 17 si è sciolto il Collettivo degli studenti. "In 200 abbiamo deciso di produrre un documento da presentare alla preside - racconta Francesco Gallotta, 17 anni - in cui chiederemo la cogestione. Una settimana da organizzare in collaborazione con i professori". Al liceo Righi continua l'occupazione: questa mattina gli studenti terranno un'assemblea pubblica davanti alla scuola per spiegare le proprie ragioni. Lo storico liceo classico Mamiani è in autogestione, ma tra gli studenti si discute animosamente se intraprendere la strada dell'occupazione. Intanto ieri una rappresentanza dei professori del liceo di Prati ha partecipato all'assemblea e ha proposto di sottoscrivere una piattaforma. "Viviamo ogni giorno gli stessi problemi - dicono i docenti - forse potrebbe essere costruttivo mettere insieme al meglio sforzi per poterli superare". La proposta ha spaccato il collettivo degli studenti, il clima si è acceso ancora di più e non si è votato alcun documento conclusivo.
Invece i genitori del Liceo scientifico Aristotele hanno inviato una lettera aperta al Ministro della Pubblica Istruzione e al Provveditore degli Studi, in cui appoggiano totalmente la protesta dei figli. Riuniti in assemblea straordinaria perché contestano l'operato e la conduzione dell'istituto dell'attuale dirigente scolastico.


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