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Corriere-Sciopero generale, in piazza ci sarà anche la Cisl

Sciopero generale, in piazza ci sarà anche la Cisl Pezzotta a Cgil e Uil: mobilitazione il 19 o il 23 aprile. Domani i sindacati fissano la data ROMA - La decisione era scontata ma ora è uff...

19/03/2002
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Corriere della sera

Sciopero generale, in piazza ci sarà anche la Cisl

Pezzotta a Cgil e Uil: mobilitazione il 19 o il 23 aprile. Domani i sindacati fissano la data

ROMA - La decisione era scontata ma ora è ufficiale. Anche la Cisl aderirà allo sciopero generale con Cgil e Uil. Lo ha deciso ieri un lungo esecutivo del sindacato guidato da Savino Pezzotta con alcuni importanti distinguo: non si sa ancora se sciopereranno in modo "unitario" o più semplicemente "insieme" perché "le differenze tra noi restano". Come la manifestazione di sabato indetta dalla Cgil che Pezzotta ieri ha ribadito di "non condividere, è unilaterale e lascerà problemi tra noi". E se il segretario della Cgil Sergio Cofferati ieri ha affermato di "credere e sperare che ci siano le condizioni per uno sciopero generale unitario", il giallo ora si sposta sulla data. Ieri la Cisl ha dato due indicazioni di massima, il 19 o il 23 di aprile, escludendo il 5 scelto in un primo tempo dalla Cgil. La decisione verrà presa dalla segreteria unitaria Cgil-Cisl-Uil che si terrà domani sera alle ore 20. Secondo indiscrezioni sindacali potrebbe prevalere la tentazione di puntare al colpo grosso: venerdì 12 aprile, lo stesso giorno in cui a Parma si svolgeranno gli Stati generali di Confindustria.
Cresce intanto in misura geometrica la tensione politica intorno alla modifica dell'articolo 18 decisa dal governo. L'intervento sicuramente più rilevante è stato quello del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che, da Marrakech in Marocco, ha invitato a "rispettare chi dissente, compreso chi sceglie la piazza perché è un'espressione tipica della democrazia". Pur dicendosi d'accordo con il presidente del Consiglio, è apparso chiaro il distinguo rispetto alle parole pronunciate a Barcellona da Silvio Berlusconi "non temo né la piazza né la democrazia". Una frase fatta propria anche dal ministro del Welfare Roberto Maroni che, dal Veneto, ha poi ribadito che sull'articolo 18 "si sono dette tante falsità e che il tempo ci darà ragione".
Ieri le posizioni sulla riforma del mercato del lavoro si sono spostate soprattutto sul piano della politica. Anche il segretario della Uil Luigi Angeletti ha scelto questa strada inviando, nei giorni scorsi, un'appassionata lettera a tutti i 900 parlamentari cercando di convincerli a votare contro le modifiche all'articolo 18. "Il governo - ha scritto Angeletti - ha fatto una scelta sbagliata, iniqua e inutile". Anche la Chiesa torna nuovamente in campo per sottolineare i pericoli di uno scontro sociale. Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli cardinale Michele Giordano chiedendo al governo di "accompagnare la maggiore flessibilità del mercato del lavoro con precise garanzie di ammortizzatori sociali, capaci di garantire la dignità delle persone e delle famiglie".
Un filo "religioso" che lega anche l'intervento del ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri secondo il quale "tutto si può cambiare, tranne i dieci comandamenti, perché l'articolo 18 non è la Bibbia". Un altro ministro, quello per l'Attuazione del programma di governo, Beppe Pisanu, ha affermato che con l'appello alla piazza e con le iniziative parlamentari dell'opposizione "sta emergendo un nuovo frontismo politico-sociale che assume le insegne di un'arcaica opposizione alla modernità e al governo Berlusconi".
Non così per Gianni De Michelis, il segretario nazionale del Nuovo Psi, che in una intervista alla Nazione ritiene "indispensabile un chiarimento franco all'interno della maggioranza, altrimenti il governo rischia di essere sotto i nefasti effetti dell'asse Bossi-Tremonti, i veri alleati di Cofferati".
E mentre il mondo politico e sindacale ribolle in un continuo duello di distinguo, contrapposizioni e alleanze, la macchina organizzatrice della Cgil procede senza soste per preparare con successo la manifestazione di sabato prossimo. La Cgil di Bologna ieri ha rivelato di aver dovuto prenotare pullman anche dalla Svizzera e dalla Slovenia perché esauriti quelli locali. Anche l'Arci ("Sarà la Woodstock dei cittadini") e l'Unione nazionale inquilini hanno dato la loro adesione, mentre a macchia di leopardo in tutta Italia continuano a svolgersi cortei e manifestazioni contro il governo e gli imprenditori. Oggi i metalmeccanici unitari sfileranno a Roma nel pomeriggio (dalle 13.30 in poi) sotto la sede dell'Unione degli Industriali e del ministero del Lavoro di via Flavia.


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