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Corriere - Più alunni, ma diminuiscono le cattedre

Più alunni, ma diminuiscono le cattedre" I sindacati contro i 1.300 tagli: nelle scuole anche il tempo pieno è a rischio. Ora si cerca una mediazione Sciopero generale. Di tutto il personale...

19/02/2002
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Corriere della sera

Più alunni, ma diminuiscono le cattedre"

I sindacati contro i 1.300 tagli: nelle scuole anche il tempo pieno è a rischio. Ora si cerca una mediazione

Sciopero generale. Di tutto il personale della scuola. Insegnanti, presidi, segreterie, bidelli. Di tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Di tutta la Lombardia. Contro il taglio di 1.300 cattedre. Contro "chi decide tutto dal centro senza conoscere le singole realtà regionali". Contro chi "vuole minare la qualità della scuola lombarda". Lo avevano minacciato giorni fa, ieri hanno mantenuto la promessa. I sindacati regionali della scuola, Cgil, Cisl e Uil, insieme con lo Snals, annunciano uno sciopero generale della scuola lombarda per il 6 marzo. Sotto accusa la riduzione degli organici dei docenti della scuola statale prevista dalla Finanziaria. In tutta Italia verrebbero eliminati 8.500 posti. Solo in Lombardia 1.300. "Un taglio che coinvolge tutti, non solo i docenti, ma gli studenti, le loro famiglie, i progetti integrativi di ogni scuola, insomma, tutta la qualità e il servizio della scuola lombarda": il segretario regionale della Cgil-Scuola, Wolfango Pirelli, è deciso e, insieme con gli altri sindacati, vuole andare fino in fondo. "Vogliamo dare un segnale nazionale, - dice - perché la Lombardia è la regione più colpita da questi tagli, la più penalizzata: stanno tentando di colpire gli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni, quando ad una domanda di qualità è stata data una risposta di qualità".
Secondo l'articolo 22 della Finanziaria, infatti, quello sull'organizzazione scolastica, "le dotazioni organiche del personale docente delle istituzioni scolastiche autonome sono costituite sulla base del numero degli alunni iscritti". Ma non solo. Per l'assegnazione degli insegnanti, da quest'anno vengono considerati anche degli altri parametri chiamati "indicatori di disagio socio-economico". Si tratta di dati che dovrebbero fotografare la situazione specifica di ogni territorio, il funzionamento delle singole istituzioni, per "garantire interventi a sostegno degli alunni in particolari situazioni". Ma, denunciano i sindacati, "in base a questi dati, la Lombardia risulta una regione ricca e senza problemi e invece non si tiene conto di altri parametri, come l'alto tasso di immigrazione (con il più alto numero di studenti stranieri d'Italia), la particolare situazione delle zone di montagna e tutti quei casi di disagio che i parametri non riescono a rilevare". Con il risultato che le regioni del nord, più ricche, subiranno tagli di organico superiori. "Come se - chiarisce Renato Capelli, segretario regionale della Cisl scuola - siccome in Lombardia ci sono molte più librerie che nel resto d'Italia, allora non ci fosse più bisogno di insegnanti".
La rabbia dei sindacati è accresciuta dal fatto che in Lombardia il numero degli alunni aumenta, ma le cattedre diminuiscono. Solo alle scuole elementari, nel prossimo anno scolastico ci saranno 4.339 bambini in più, con 461 cattedre in meno. Che significa meno maestre a seguire più bambini. "Per non parlare del tempo pieno che rischia di sparire o di ridursi notevolmente", continua Capelli. Con meno insegnanti, infatti, interviene Pirelli "non si possono più garantire quei servizi aggiuntivi che ormai fanno parte della vita di tutti i giorni, come ad esempio il tempo pieno". Basti pensare che tre quarti delle elementari milanesi offrono questo tipo di servizio alle famiglie "che ormai non possono più farne a meno". Ma i tagli vanno a colpire anche i progetti integrativi, quelle attività che con l'autonomia ogni scuola può realizzare in base anche alle richieste dei ragazzi e delle famiglie. "Ma senza cattedre, anche questi rischiano di saltare", s'infervora Alessandro Dutto, segretario generale dello Snals, che spiega come la Lombardia sia all'avanguardia, "tanto da rappresentare un modello guida per il resto d'Italia".
Il direttore regionale scolastico, Mario Giacomo Dutto, non commenta. Dopo aver incontrato i sindacati ieri mattina, preferisce non intervenire e, attraverso un comunicato fa sapere di aver chiesto un incontro con il ministro per far conoscere la situazione della scuola lombarda, che non può subire un taglio di 1.300 cattedre, con più iscritti rispetto allo scorso anno.
Intanto, i quattro sindacati hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione, Roberto Formigoni, chiedendo un suo intervento in difesa della scuola lombarda. Per l'ultima parola, bisognerà comunque aspettare l'incontro nazionale dei sindacati con il ministro Moratti in programma il 21 febbraio prossimo: "Se in quella data - sostiene Pirelli - non si tornerà indietro sui tagli, il 6 marzo tutta la scuola lombarda si bloccherà".


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