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Corriere-Moratti: c'è un accordo a livello europeo per una scuola comune

Moratti: c'è un accordo a livello europeo per una scuola comune Il ministro: due cicli di primo e secondo livello Umberto Agnelli: serve uno sforzo eccezionale MILANO - Scuola, school, schü...

21/04/2002
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Corriere della sera

Moratti: c'è un accordo
a livello europeo per una scuola comune

Il ministro: due cicli di primo e secondo livello Umberto Agnelli: serve uno sforzo eccezionale

MILANO - Scuola, school, schüle, escuela, école eccetera: cambiano le lingue ma il concetto resta lo stesso, o almeno dovrebbe. Perché l'integrazione europea non si risolve certo con l'euro e gli studenti, per cominciare, avrebbero bisogno di una bella "educazione civile all'Europa e ai suoi valori". Umberto Agnelli guarda Letizia Moratti e sillaba: "Propongo uno sforzo eccezionale di educazione all'Europa nei prossimi due anni e in tutti gli ordini e gradi di scuola, non è accettabile che i ragazzi usino l'euro avendo solo idee vaghe di cos'è la Ue, di come funzionano le sue istituzioni". E lei, il ministro, prende lo spunto al volo e parla di "una scuola, un'università, un sistema europeo di formazione", spiega che gli Stati "hanno preso di recente la decisione di tentare un'integrazione delle politiche nazionali" e studieranno "nel rispetto delle differenze" un modello unico: "È giunto il momento di dare vita ad un grande progetto europeo di educazione e formazione professionale". Nell'ultima giornata del convegno organizzato dalla Fondazione Liberal su "l'educazione e l'istruzione del XXI secolo", ieri, la Moratti ha spiegato che si tratta di creare "uno spazio europeo dell'istruzione", che i vari ministri "tenteranno una progressiva unificazione delle politiche nazionali, fissando obiettivi da realizzare fra il 2004 e il 2010" in modo da definire un sistema comune, "due cicli di primo e secondo livello, crediti didattici, valutazione di qualità, titoli di semplice leggibilità e comparabili". Si dovranno favorire le occasioni di studio all'estero sul modello dell'Erasmus, liberandole dai "numerosi ostacoli giuridici e amministrativi". Dopodiché ha difeso la riforma, fra gli applausi di studenti e insegnanti che riempivano il Teatro Strehler e le contestazioni di altri ragazzi e prof che stavano fuori con i sindacati.
Sul palco, accanto a Ferdinando Adornato, il ministro, la collega austriaca Elisabeth Gehrer e Umberto Agnelli. Il presidente dell'Ifil ha spiegato che la scuola deve mirare alla selezione di una classe dirigente senza bisogno "di meccanismi complicati, elitari e tecnocratici", citando ad esempio la Chiesa: "Papa Pacelli era di famiglia nobile, Giovanni XXIII di origini contadine, Montini di ambiente borghese colto, con Luciani e Wojtyla ritornano le umili origini: un sistema aperto deve dare opportunità a tutti e saper selezionare". Quindi ha proposto che la formazione professionale avvenga a stretto contatto con la scuola: "Molte Regioni ed enti locali hanno attivato corsi "ad hoc" e investito risorse considerevoli: ma la gente non li frequenta o li frequenta poco. Bisogna fare perno sulla scuola: iniziative a latere dei corsi scolastici o universitari". Senza dimenticare la nostra storia: "Non credo si debba andare verso un processo spinto di omologazione della scuola sulla cultura pratica, la scuola deve essere in grado di salvaguardare i migliori contenuti ereditati dalla tradizione e non può essere ristrutturata con la rapidità e la radicalità di un re-engineering in un'azienda".
Gian Guido Vecchi