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Corriere Lavoro-Io, supplente, e la burocrazia

Io, supplente, e la burocrazia A settembre dello scorso anno sono stata chiamata da una scuola della periferia di Milano per una supplenza in lettere. La segretaria dell'istituto mi precisò immediat...

16/02/2002
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Corriere della sera

Io, supplente, e la burocrazia
A settembre dello scorso anno sono stata chiamata da una scuola della periferia di Milano per una supplenza in lettere. La segretaria dell'istituto mi precisò immediatamente che la collaborazione tra me e loro sarebbe stata molto breve, al massimo di una ventina di giorni, sino a quando le graduatorie, che teoricamente dovevano essere già pronte alla fine di agosto, fossero state completate e pronte per l'uso. Comincio il mio lavoro, preparata ad andarmene da un momento all'altro. Passano i venti giorni stabiliti ma io rimango al mio posto, in quanto le graduatorie non sono ancora pronte. Nel frattempo cominciano tutte le attività scolastiche: laboratori, uscite didattiche e così via. Tutte attività cui non posso e non voglio sottrarmi, dato che sono anche coordinatrice di classe. Eccomi dunque a programmare il laboratorio teatrale, educazione ambientale con l'insegnante di matematica, storia del teatro con quello di lingua, le uscite didattiche, scuola natura. Passano i mesi e in modo direttamente proporzionale aumenta anche la sintonia, l'affiatamento e, perché no, l'affetto tra colleghi e fra noi e i ragazzi. Si arriva a gennaio, mi dicono che le graduatorie sono pronte, vi sono insegnanti che giustamente hanno un punteggio più alto del mio; conseguentemente da un momento all'altro dovrò andarmene. Ciò accade puntualmente: vengo avvisata dalla segretaria e a mia volta, con la morte nel cuore, lo riferisco ai ragazzi, che non credono alle loro orecchie. Pensano che qualcuno ce l'abbia con loro, dato che per lo stesso motivo hanno già perso l'insegnante di matematica e rischiano di perdere anche il professore di educazione fisica. Questa lunga storia si conclude con la bellissima lettera che i ragazzi mi scrivono e che mi invitano a leggere ad alta voce: riesco a leggere soltanto le prime due righe, poi la commozione prende il sopravvento. Vi sembra giusto tutto questo? Le graduatorie sono sacrosante, ma a questo punto non era meglio farle entrare in vigore dal prossimo settembre? Cosa pensava la arguta e preparata burocrazia scolastica, che i ragazzi sarebbero rimasti senza insegnanti sino ad oggi? E che poi in un solo quadrimestre avrebbero portato avanti tutti i programmi?
Sono delusa e amareggiata da così tanto poco buonsenso.


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