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Corriere-Laurea possibile anche fuori tempo massimo

Laurea possibile anche fuori tempo massimo Autonomia universitaria, si potranno recuperare i vecchi esami dopo anni. Ma non in tutti gli atenei Molti studenti universitari fuori corso potrebbe...

09/12/2001
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Corriere della sera

Laurea possibile anche fuori tempo massimo

Autonomia universitaria, si potranno recuperare i vecchi esami dopo anni. Ma non in tutti gli atenei

Molti studenti universitari fuori corso potrebbero già essere laureati senza neppure saperlo. E' una delle conseguenze dell'autonomia degli atenei, dell'abolizione (in molti casi) degli 8 anni come termine di "decadenza" degli esami superati, e dell'introduzione delle lauree brevi perché oggi, con il titolo di studio triennale, possono bastare pochi esami e qualche esperienza (anche di lavoro) per raggiungere il quorum (180 crediti) e laurearsi. Un'opportunità importante per tanti ex studenti che hanno lasciato gli esami a metà e vivono sempre in bilico fra il desiderio di riprenderli e la mancanza di tempo, soprattutto per motivi professionali o familiari. Ma capire qual è la propria posizione non è semplice: il panorama delle regole che gli atenei italiani si sono dati è molto variegato e complesso.
Così accade che all'università "La Sapienza" di Roma il professor Roberto Palumbo, preside della facoltà di Architettura, spedisca 3.200 lettere ad altrettanti studenti fuori corso annunciando la buona novella, ovvero che gli esami sostenuti anche prima della fatidica scadenza degli otto anni (termine oltre il quale tutto il lavoro fatto viene annullato) possono essere sempre validi e il mitico foglio di carta da appendere al muro, dunque, non è più un miraggio. E succede che l'università di Macerata pubblichi su un quotidiano locale una pubblicità nella quale si informano i "fuoricorsisti" che oggi, grazie all'autonomia, tutto è free , libero, e ci si può laureare anche se le prove accademiche risalgono a un bel po' di anni prima, fanno cioè parte del libro dei ricordi, ingiallito dal tempo. E, se il ministero non è d'accordo, conta poco: l'autonomia non si discute.
Sull'onda dell'entusiasmo autonomista, molti atenei si adeguano e aprono ai fuori corso. "Cerchiamo di venire incontro agli studenti, solo il 30% degli studenti si laurea", spiegano. Ma i maligni ribattono: "C'è una rincorsa agli iscritti e si tenta di sfornare più laureati possibili per ottenere gli incentivi previsti, in questo caso, dal ministero".
Non mancano le università più "tradizionaliste" che non solo confermano la decadenza degli esami, ma cambiano il regolamento in modo restrittivo, mettendo gli studenti fuori corso a rischio d'annullamento di tutte le prove già sostenute anche dopo uno o due soli anni di "pausa". A complicare le cose, un altro panorama molto variegato: quello delle tariffe per riscattare i vecchi esami. Ogni ateneo ha una propria cifra: si va dalle 20 mila lire annue (10,33 euro) fino al mezzo milione all'anno (258,23 euro).
La riforma dell'università e l'autonomia hanno soltanto accelerato un processo iniziato alcuni anni fa. Già alcune università (come quelle di Genova e Venezia) avevano deciso di abolire la norma sulla decadenza degli esami stabilita, non con molta precisione e dunque suscettibile di interpretazioni, da un decreto regio del 1938. Il decreto stabilisce che, se lo studente non sostiene almeno un esame in 8 anni, decade il suo status di studente. Alcuni hanno interpretato il decadere dello status con l'annullamento totale degli esami, altri (grazie anche all'autonomia) lo hanno interpretato in tutt'altro modo. Oltretutto se lo studente ricorre a un "trucco" gli esami non scadono mai: basta presentarsi davanti al professore ed essere bocciati, perché anche una bocciatura garantisce quasi sempre (solo pochi atenei hanno abolito questa possibilità) di non incorrere nella decadenza.
Però il problema dei fuori corso c'è ed è reale. A Genova stanno per partire corsi di recupero per studenti rimasti al palo. "Ci muoviamo nell'interesse degli studenti, ma nel rispetto della qualità della didattica - spiegano all'ateneo ligure -. Ci sono esami pienamente recuperabili e altri che hanno bisogno di esami integrativi. Un esame di greco o di latino, per esempio, difficilmente diventa obsoleto. Una prova di informatica invece sì". Completamente libero, invece, il riconoscimento degli esami all'università di Macerata. Spiega il rettore Alberto Febbrajo: "Lo sbarramento a 8 anni è un'assurdità. Come è pensabile che un esame sia valido fino a 7 anni e 11 mesi e poi non lo sia più? Semmai è il singolo consiglio di corso di laurea che deve decidere di volta in volta sull'obsolescenza di un esame".
I fuoricorso possono sperare anche nelle università di Modena e Reggio Emilia, Pisa, Siena, Roma "La Sapienza", Ancona, Venezia Ca' Foscari. Ma in tanti altri atenei, nonostante il vecchio decreto sia ancora in piedi, gli esami anche più vecchi possono essere riscattati. Dopo la decadenza, si può inoltrare infatti una specifica domanda che gli atenei valutano. Ma la confusione è tanta.
Sono molti gli atenei che, a proposito della decadenza degli esami, "si riservano di decidere", caso per caso. E c'è persino un'università, quella di Catania, nella quale lo studente fuori corso ha una posizione "congelata" in attesa di decidere se confermare o abolire la decadenza.
Fra i nodi ancora da sciogliere c'è anche questo: il recupero vale anche per gli studenti che decidono di proseguire con il vecchio ordinamento o bisogna per forza passare al nuovo sistema dei crediti? Non si stupisce di tanto caos Luciano Modica, presidente della Crui, l'associazione dei rettori delle università italiane: "Una riforma appena nata - spiega - agli inizi porta con sé molti problemi. Però io credo nell'autonomia e sono contrario a leggi centralizzate che porterebbero più confusione e burocrazia".


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