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Corriere: La Gelmini: via ai libri «on line» nelle scuole

Con l'e-book risparmi anche del 90% e zaini meno pesanti. Stessi testi per almeno 5 anni

11/02/2009
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Corriere della sera

ROMA — Uno zaino meno pesante da caricarsi in spalla ogni mattina, un risparmio che può arrivare a 200 euro l'anno, la possibilità di aggiornare i testi anche in corso d'opera. In teoria l'e book, il libro elettronico, è l'uovo di Colombo. Nella scuola italiana se ne parla da 25 anni, il primo annuncio è del 1984, ma rinvio dopo rinvio siamo ancora alla fase di progetto. Adesso a provarci è il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini che ha appena firmato una circolare. Il documento prevede che «a partire dall'anno scolastico 2011—2012 il collegio dei docenti adotti esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line o mista». Ma gli e book potranno essere adottati già a partire dal prossimo anno scolastico. Come funziona esattamente il libro elettronico? Il testo può essere scaricato direttamente dal computer di casa o di scuola, pagando solo i diritti d'autore e non il costo della carta, della stampa, del trasporto e della diffusione. Un risparmio che può arrivare al 90 per cento della somma totale che oscilla tra i 200 e i 250 euro.

Le caratteristiche tecnologiche del libro elettronico saranno fissate con un decreto ancora allo studio. Ma è la stessa circolare a indicare nel contenimento dei costi per le famiglie e nella riduzione del peso degli zainetti gli obiettivi della transizione al libro elettronico, un'idea più volte proposta anche dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Come già previsto dalla legge approvata lo scorso anno, gli insegnanti dovranno mantenere lo stesso libro di testo per almeno cinque anni nella scuola primaria ed almeno sei in quella secondaria, con la possibilità per gli editori di integrarli con appendici di aggiornamento. Sarà sempre possibile, per le scuole, ricorrere al comodato d'uso gratuito e al noleggio dei testi. Così come restano le borse di studio per le famiglie più povere, con un fondo di quasi 260 milioni di euro.

In attesa del libro elettronico, la Uil scuola lancia l'allarme sui posti di lavoro. Secondo una ricerca del sindacato, l'anno prossimo potrebbero non essere confermati 20 mila insegnanti precari (il 15 per cento del totale) e 8 mila amministrativi sempre precari. A questa cifra la Uil arriva incrociando le previsioni sui pensionamenti e gli effetti dei vari decreti sulla scuola. Per questo la Uil scuola chiede misure a sostegno del reddito dei precari.