Corriere-Il governo approva la riforma Moratti-Scuola, "primine" statali solo se ci sono le aule

La novità: l'inizio anticipato di materna ed elementari legato agli spazi. Il centrosinistra annuncia "dura opposizione" in Parlamento

Scuola, "primine" statali solo se ci sono le aule

Il governo approva la riforma Moratti. Lunedì sciopero in Lombardia contro i tagli del personale

ROMA - La riforma della scuola ha ricevuto l'approvazione definitiva dal Consiglio dei ministri e tra poco inizierà il suo iter parlamentare. Il percorso, nonostante la delega, non sarà agevole. Il centrosinistra ha annunciato un'"opposizione durissima", mentre all'orizzonte si profilano nuovi scioperi. Il primo è dei sindacati confederali, per lunedì 18 marzo a Milano, contro "i tagli" del personale scolastico: riguarda solo la Lombardia. Il 23 marzo, invece, la scuola sarà una dei temi dello sciopero generale della Cgil. La facoltà per le famiglie di anticipare l'iscrizione alla materna e alle elementari dipenderà dallo stato dell'edilizia scolastica dei Comuni. E' la principale novità del testo licenziato dal governo, che fa registrare anche un piccolo giallo. Nel testo sarebbero sparite, all'ultimo momento, quattro parole che impegnavano lo Stato e le Regioni a dare una mano agli enti locali. In ogni caso, se le aule saranno insufficienti per accogliere l'"ondina anomala", ovvero le iscrizioni anticipate che si aggiungeranno a quelle regolari, le "primine" statali non si faranno. In teoria gli amministratori locali potrebbero respingere le domande o creare liste di attesa. Al ministero rassicurano: è un'eventualità del tutto astratta. Alla materna le entrate anticipate verrebbero compensate dalle uscite anticipate. Per le elementari qualche minimo rischio esiste, ma negli anni a venire, quando i termini dell'iscrizione che per il prossimo anno comprenderanno i nati entro il 28 febbraio, verranno estesi al 30 aprile. La previsione, in quel caso, sarebbe di 160 mila iscritti in più.
L'opposizione si prepara a dar battaglia. Per il senatore dei Ds Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica istruzione, "non c'è nessuna riforma ma solo un ritorno al passato, con qualche verniciatura scopiazzata dalle leggi recenti". "Il punto centrale - dice Berlinguer - resta tuttavia la riduzione dell'offerta formativa: meno istruzione per tutti. Faremo un'opposizione durissima in Parlamento e nel Paese. Il diritto a imparare di più è come l'articolo 18". "Non è vero - replica all'ex ministro il sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea - che c'è una riduzione degli anni di obbligo scolastico: c'è invece il superamento tanto dell'obbligo scolastico quanto dell'obbligo formativo nel concetto più moderno e rispettoso della persona di diritto-dovere all'istruzione e alla formazione fino a 18 anni".
Anche i sindacati sono sul sentiero di guerra. "Per quanto ci riguarda - incalza il leader della Cgil-scuola, Enrico Panini - alziamo da subito il livello della nostra iniziativa. Stiamo raccogliendo migliaia di firme che consegneremo al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato per chiedere di discutere della riforma e per dire no al ricorso alla delega". "Dobbiamo fermare la scuola azienda di Moratti - è l'appello del portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - sia mettendo al centro, nel prossimo sciopero generale, la difesa della scuola pubblica, sia costruendo una grande manifestazione nazionale a maggio con tutti coloro che vogliono battere la prospettiva di una scuola azienda".