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Corriere-il 40% ha un debito

Vigilia di scrutini. Parlano insegnanti e presidi: "Il punto debole resta il sistema di recupero" Studenti, il 40 per cento ha un "debito" Le insufficienze spesso si trascinano fino all'esame...

05/06/2002
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Corriere della sera

Vigilia di scrutini. Parlano insegnanti e presidi: "Il punto debole resta il sistema di recupero"

Studenti, il 40 per cento ha un "debito"

Le insufficienze spesso si trascinano fino all'esame di Stato. "Le scuole usano criteri diversi per le valutazioni"

ROMA - Poco meno della metà dei ragazzi delle scuole superiori, circa il 40 per cento, passa all'anno successivo con un debito formativo in una o più materie. Una percentuale rimasta sostanzialmente invariata dall'entrata in vigore della riforma tanto da far presumere un trascinamento di quel "sei rosso" fino all'esame di maturità. Tra pochi giorni nelle scuole di tutta Italia inizieranno gli scrutini e i consigli di classe torneranno a esercitarsi con la "cabala" delle insufficienze che diventano sufficienze "rosse", e dei corsi di recupero. La riforma che ha mandato in pensione i non rimpianti esami di riparazione di settembre compie otto anni, ma ci sono alcuni aspetti che andrebbero sicuramente rivisti. Il punto debole di tutto il meccanismo è il recupero. Lo studente resta con le sue carenze dall'inizio alla fine del percorso scolastico. Non solo: anche i criteri e le tecniche di valutazione, sono piuttosto indeterminati.

SELEZIONE - "Il risultato - osserva Alessandra Cenerini, presidente dell'associazione docenti italiani - è una non selezione, ma solo apparente: i conti verranno fatti all'università. L'Italia ha il più alto numero di studenti iscritti al primo anno di università e il più basso numero di laureati".
Il ministro dell'Istruzione consente ai consigli di classe di promuovere gli alunni con "un'insufficienza non grave in una o più discipline tale da non determinare comunque una carenza nella preparazione complessiva". E qui cominciano le difficoltà. "La circolare parla di gravi insufficienze, ma non dice cosa significa grave - afferma Rita Flamma, preside del classico "Nicolò Forteguerri" di Pistoia -. Non potrebbe nemmeno farlo. E lo stesso sei, la sufficienza, non andrebbe definita? La valutazione, nonostante l'impegno dei docenti, non può essere omogenea ".

REGOLE - Una regola universale, adottata da tutti i consigli di classe non esiste. O se esiste è molto vaga. Ogni istituto, in buona sostanza, ha un suo codice. "Con tre materie di indirizzo insufficienti si boccia, anche due insufficienze gravi e una terza insufficienza meno grave si boccia - dice Antonio Valentino, preside dell'istituto tecnico "Primo Levi" di Bollate, provincia di Milano -. Fatte salve le dinamiche che si scatenano nei consigli di classe". "I corsi di recupero che si svolgono a settembre - continua il preside - non sono sempre efficaci. I debiti si trascinano. Qui, però, abbiamo introdotto delle regole: se il ragazzo fa il furbo e abbandona lo studio di alcune discipline, noi lo bocciamo anche per due sole materie".
"Per noi è molto importante l'esistenza di una prospettiva di recupero - spiega Roberto Proietto, preside dello scientifico "Bottoni" di Milano -. Con tre insufficienze in tre materie fondamentali si può essere sia promossi che bocciati. Si può partire da una situazione disastrosa e arrivare a un cinque, anche a un quattro ed essere promossi. Viceversa se una persona si ferma, non fa progressi...". "Se ci fosse una soglia della sufficienza - continua Proietto - gli scrutini sarebbero più semplici, ma ogni ragazzo ha la sua storia". "Nella nostra scuola - dice ancora la preside Flamma - consideriamo gravi le insufficienze tra l'uno e il quattro. Le non gravi vanno dal quattro e mezzo in su. Con tre insufficienze gravi è difficile essere promossi. Con due ce la si può fare, ma dipende dal consiglio di classe".

SANZIONI - Al tecnico commerciale "Bachelet" di Roma, afferma il preside Natale Finocchiaro, fino a tre insufficienze, se non sono gravissime e non riguardano materie di indirizzo, si può essere promossi. "Il vero problema - continua il preside - è che manca una sanzione per il mancato recupero. Noi mandiamo avanti un ragazzo col "sei rosso", gli assegniamo dei compiti per l'estate e poi a settembre facciamo una verifica . Se il recupero non c'è stato , non è prevista alcuna sanzione. E' il punto debole del sistema". Anche per Luigi Gennari, preside dello scientifico "Righi" di Roma, il "sei rosso" va rivisto. Nel liceo romano hanno esaminato i risultati dei corsi di recupero negli ultimi tre anni. I risultati sono stati giudicati insufficienti. "I ragazzi dopo il normale orario di lezione sono stanchi e non se la sentono di restare a scuola altre due ore per colmare le lacune. Queste vanno colmate durante l'anno, quando si formano. Dopo è troppo tardi". " Il sistema va migliorato - spiega Marilena Gally, preside del classico "Rosa" di Susa -. Solo il 60 per cento dei ragazzi salda il debito dopo i corsi di recupero. Avremmo bisogno di cattedre più leggere, di più tempo per i corsi. Si dovrebbe intervenire durante l'anno scolastico".