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Corriere - Galan: si studierà anche l'assalto dei Serenissimi

Il presidente del Veneto: "E' storia pure quella, qualche riga la merita" Galan: si studierà anche l'assalto dei Serenissimi MILANO - Già immagina esami e compiti in classe sulla ...

02/02/2002
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Corriere della sera

Il presidente del Veneto: "E' storia pure quella, qualche riga la merita"

Galan: si studierà anche l'assalto dei Serenissimi

MILANO - Già immagina esami e compiti in classe sulla storia della Repubblica Veneta, che "con i suoi 1100 anni di vita è la repubblica di più lunga durata nella storia dell'umanità". E la sola idea che "finalmente i nostri ragazzi abbiano la possibilità di imparare che le Repubbliche marinare non erano un tutt'uno indistinto, ma che tra Venezia e Amalfi c'era una bella differenza", gli procura una visibile soddisfazione. Perché, aggiunge, "era ora che la storia veneta finisse sui banchi di scuola". Tutta, fino ai giorni nostri: "Compreso l'episodio di qualche anno fa dell'assalto al Campanile di San Marco da parte dei cosiddetti Serenissimi: è storia pure quella e merita sicuramente qualche riga". Per un federalista spinto come Giancarlo Galan, "governatore" berlusconiano del Veneto, la riforma Moratti è un'occasione "da cogliere al volo". Presidente, non c'è il rischio che ogni Regione vada per conto proprio?
"No, no, un momento... Vanno benissimo le quote regionali sui piani di studio, ma l'impianto di base dev'essere omogeneo e su base nazionale. Questa riforma lo prevede, d'altra parte. Nessuno di noi, nemmeno il federalista più acceso, ha mai immaginato un insegnamento totalmente regionalizzato".
Ma la devolution di Bossi non prevede esclusivi poteri alle Regioni sulla scuola?
"Certo, ma sull'organizzazione scolastica, non sulle materie".
Oltre alla storia della Repubblica Veneta, nella sua quota saranno anche previsti corsi di dialetto?
"Precisiamo: da noi si chiama lingua veneta, non dialetto. Comunque sì, ma non per insegnare la lingua, quanto per recuperarne tradizioni e valori: d'altra parte, gran parte del nostro patrimonio letterario si esprime in lingua veneta. Poi i toscani hanno avuto il sopravvento e ora parliamo il dialetto toscano... Ma penso anche a corsi che valorizzino i nostri beni culturali: il solo Veneto ne ha tanti quanti l'intera Francia. E poi immagino spazi dedicati al Settecento veneziano, all'economia turistica e pure alla tragedia delle foibe, ignorata nell'insegnamento attuale".
Ritiene che nella scelta dei libri di testo la Regione debba esercitare un controllo?
"Assolutamente no. Il compito degli amministratori è amministrare. Saranno i docenti a proporre i testi di studio. Certo, a volte capita che alcuni libri siano scadenti, se non faziosi. Ma il più delle volte è il contrario".
Francesco Alberti


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