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Corriere-Cofferati: Palazzo Chigi è riuscito nell'intento di dividerci. "Una frattura che peserà negli anni"

Il verbale di intesa? L'avevano già scritto prima" Cofferati: Palazzo Chigi è riuscito nell'intento di dividerci. "Una frattura che peserà negli anni" ROMA - Il leader della Cgil, Sergio Co...

02/06/2002
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Corriere della sera

Il verbale di intesa? L'avevano già scritto prima"

Cofferati: Palazzo Chigi è riuscito nell'intento di dividerci. "Una frattura che peserà negli anni"

ROMA - Il leader della Cgil, Sergio Cofferati, è un fiume in piena. Basta porgli la prima domanda perché inizi una vera e propria catilinaria. "Se penso che ci sia stato un complotto ai nostri danni? Non ho mai usato questa parola per definire l'intesa trovata ieri dal governo con alcune parti sociali. Dico solo che la ricostruzione del vertice di maggioranza che anche il vostro giornale ha pubblicato chiarisce cosa è avvenuto: il documento conclusivo dell'incontro con i sindacati era stato già preparato in precedenza. E con il consenso di chi è stato coinvolto in quella operazione. Si sono tenute dunque delle trattative precedenti". Con l'esclusione della Cgil. Un'esclusione che, per Cofferati, il governo ha teorizzato e tenacemente ricercato. "Lo scopo era dividere il sindacato e ieri indubbiamente il governo c'è riuscito". Il segretario racconta che il testo che gli è stato sottoposto venerdì sera a Palazzo Chigi "era abbondante e ricco e non poteva materialmente essere stato scritto in qualche secondo, l'ho anche fatto presente al presidente Berlusconi". Insomma nel palazzo del governo è andata in scena una recita con parti già assegnate e battute imparate a memoria. "Hanno finto di costruire lì per lì un'intesa che era stata già definita in precedenza". Ma il leader della Cgil pensa che l'accordo del governo con Cisl e Uil riguardi solo il metodo o sospetta che ci sia anche un accordo di massima per modificare l'articolo 18 almeno in una fattispecie? "Alcuni giornali sostengono che l'intesa di merito ci sia già. Ho letto, ma non faccio il processo alle intenzioni. Mai come questa volta il tempo sarà galantuomo". Dettagli a parte, il governo ha portato a casa un doppio risultato: ha diviso il sindacato e trovato orecchie attente anche all'interno del centrosinistra, vedi le posizioni aperturiste assunte da alcuni esponenti della Margherita. "Il mio parere? Le componenti del centrosinistra sono libere di esprimere le opinioni che vogliono, ma attenti all'autolesionismo. Dire che il governo ha fatto "un passo indietro" è francamente ridicolo". Cofferati, infatti, giudica l'inserimento delle nuove norme sull'articolo 18 in un disegno di legge ad hoc "un rimedio peggiore della delega" e spiega perché. "La delega può essere approvata e mai applicata, è successo in passato. Un disegno di legge una volta votato in Parlamento è cogente". E poi la Margherita, a detta del segretario, è in contraddizione. "Hanno presentato pochi giorni fa lo Statuto dei nuovi lavori. Beh, nel testo c'è l'intangibilità dell'articolo 18. E ora che fanno? Giudicano positivamente una trattativa che si propone di modificarlo? Enrico Letta dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso".
L'invito al centrosinistra è ad analizzare bene tre mosse del governo: a) Silvio Berlusconi concede tempo al negoziato sugli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro fino al 31 luglio, ma il Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria che dovrebbe recepire i risultati delle trattative, deve essere presentato entro il 30 giugno; b) il prolungamento dei tempi del negoziato ha l'obiettivo di rendere impossibile che si vada a votare nel 2003 un eventuale referendum abrogativo; c) si vuole arrivare a una modifica dell'articolo 18 negli ultimi giorni di luglio in modo che avvenga a fabbriche chiuse. "Il centrosinistra - annota Cofferati - dovrebbe cogliere il filo che lega queste intenzioni del governo perché crea problemi a noi, ma anche a loro". Il messaggio è chiaro: quale opposizione pensate di fare se abboccate alle finte di Berlusconi? Piuttosto dovreste sottolineare "come anche il governatore Antonio Fazio abbia detto all'esecutivo che i conti pubblici vanno male" e di conseguenza il governo non ha risorse da dispensare negli altri tavoli di trattativa (fisco, sommerso e Mezzogiorno) aperti con il sindacato. Cofferati, dunque, apprezza le parole di Fazio? "E' passato dall'esaltazione di un presunto boom economico a segnalare la crisi della finanza pubblica senza fare nemmeno un secondo di autocritica" è la risposta gelida del Cinese.
Ma da domani cosa succederà nei luoghi di lavoro? "Vedremo" è l'unico commento che si ottiene. Di sicuro il gruppo dirigente della Cgil è del parere che Cisl e Uil stiano tradendo il mandato avuto con lo sciopero generale proclamato per chiedere la modifica delle deleghe fiscale e previdenziale e lo stralcio dell'articolo 18. "Ebbene, il Parlamento ha già votato l'impianto della delega fiscale, al tavolo non si parlerà di previdenza per richiesta della Confindustria e in più si è accettato di negoziare le modifiche all'articolo 18. Che racconteranno ai lavoratori che hanno scioperato?". Quella che si prospetta, dunque, è "una rottura profonda dell'unità sindacale, una rottura destinata a pesare negli anni". Per Cofferati se Cisl e Uil da qui al 31 luglio non cambieranno idea sulla possibilità di modificare le norme sui licenziamenti individuali "ci saranno conseguenze negative sulla stessa struttura del sindacalismo italiano". Il leader della Cgil intravede "un modello di sindacalismo bipolare", una trasformazione negativa di cui "a sinistra non c'è percezione" e invece "questa rottura ha un significato diverso rispetto a quella dell'84 sulla scala mobile". Allora si confrontarono, anche se duramente, due linee di politica sindacale.
Oggi no. E invece sarebbero molte le cose da fare per mettere alle strette "un governo che sta portando allegramente il Paese verso la rottura sociale e il declino economico".
Se le cose andranno come le ha descritte Cofferati si potrebbe arrivare a fine luglio con un doppio show down: l'accordo separato sull'articolo 18 e l'avvicendamento alla guida della Cgil. Non pensa che la sua uscita di scena in questo quadro possa costituire un danno per la confederazione? "E' possibile che vada in questo modo. Ma in ogni caso la Cgil che lascio è solida come una roccia". Per evitare di chiudere il colloquio in maniera un po' retorica il Cinese cambia registro: "La vuol sapere una curiosità? Lo sa nel primo incontro messo in calendario dal governo di cosa si parlerà? Del mercato del lavoro! E hanno la faccia di dire che hanno stralciato l'articolo 18".


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