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Coronavirus e maturità 2020: sarà solo orale? Il piano del governo

Venerdì in Cdm il decreto con due ipotesi: solo il colloquio o tre prove facilitate con il secondo scritto scelto dalla commissione (come per le medie). Il nodo dei rimandat

02/04/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

E’ imminente il momento di scegliere come concludere l’anno scolastico, e che cosa fare di Maturità ed esame di terza media, mentre ancora nessuno sa se le scuole potranno riaprire anche solo per permettere ai 460 mila maturandi di sostenere il loro esame. Il decreto necessario per modificare gli esami è quasi pronto e arriverà in consiglio dei ministri domani.

La commissione interna

Due le scelte fatte finora dalla ministra Lucia Azzolina: almeno una prova dell’esame si farà a meno di un tracollo della situazione sanitaria che al momento non si prevede e a giudicare gli studenti non saranno i temuti prof di altre scuole, ma gli stessi che li hanno accompagnati negli anni delle scuole superiori perché la commissione d’esame sarà composta solo da sei membri interni più un presidente-notaio esterno.

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Il colloquio vale per tutto

A queste si aggiunge un altra misura per alleggerire lo stress degli studenti, vista la situazione: se si riuscirà a fare un esame con le tre prove, i due scritti e l’orale, la seconda prova, quella di indirizzo, comunque non sarà nazionale ma sarà preparata dalle singole commissioni: è quello che avviene di solito per l’esame di terza media. Che cosa succederà invece se gli esperti del comitato scientifico diranno no all’ipotesi di far tornare a scuola i maturandi tutti insieme per gli scritti? Si procederà con un esame fatto del colloquio: niente tema di italiano, niente prova di indirizzo dopo aver cancellato anche Invalsi e alternanza scuola-lavoro, probabile ammissione di fatto generalizzata per evitare ricorsi, resterebbe poco di quello che è l’esame di Stato vero e proprio. E’ tuttavia questo uno scenario probabile, che si sta verificando gli scenari con Palazzo Chigi e con il Quirinale.

I voti a distanza

Gli insegnanti intanto attendono lumi anche su come dare i voti nelle lezioni online. Particolarmente complicata è la questione dei rimandati: si fa strada l’ipotesi di promuovere anche chi ha insufficienze, in via straordinaria, e di far recuperare i debiti all’inizio o durante il prossimo anno scolastico.

Esame light

Se la commissione sanitaria darà l’ok all’apertura delle scuole superiori, anche solo per la Maturità il 17 giugno, gli studenti si troverebbero davanti un esame «light»: la prima prova resterebbe invariata, la seconda diventa una prova di indirizzo non più nazionale, ma diversificata da scuola a scuola: sono le singole commissioni, quest’anno composte da soli membri interni più un presidente esterno, a scegliere la prova per i loro studenti. È quello che avviene di solito per gli esami di terza media. Alle due prove — il cui valore è di 20 punti l’una nella composizione del voto finale — seguirebbe l’esame orale, che vale altri 20 punti. Gli altri quaranta punti sono assegnati come sempre sulla base dei risultati degli ultimi tre anni di scuola. È una Maturità che tiene comunque conto della difficoltà dell’anno scolastico, nel quale è stato concluso solo il primo quadrimestre, non sono state fatte le prove Invalsi che da quest’anno sarebbero state obbligatorie, e neppure l’alternanza scuola lavoro che negli ultimi anni ha avuto un’importanza crescente nel curriculum. Se è possibile fare una maturità «in sede», mancheranno alcuni requisiti, gli studenti potranno evitare il giudizio dei commissari esterni, professori sconosciuti che vengono da altre scuole, ma si tratta pur sempre di un vero e proprio esame.

Il piano B

Se la comitato tecnico scientifico del ministero della Sanità dirà no alla riapertura delle scuole neppure per maturandi, giudicando troppo pericoloso lo spostamento dei 460 mila studenti che devono sostenere l’esame di Stato contemporaneamente, è pronto un «piano B». Concentrare tutto in un solo orale, evitando le prove scritte: per l’orale gli studenti sono scaglionati in un calendario che lascia la possibilità di non incontrarsi o di restare a distanza. Difficile invece immaginare un esame online perché deve essere garantita per tutti gli studenti non solo di avere tablet o computer ma anche una connessione adeguata a casa. La ministra ha parlato di un orale «corposo» e più lungo nel quale gli studenti si giocherebbero tutte le loro carte, visto che — se non verrà cambiata la valutazione come hanno chiesto alcune forze della maggioranza — la sola prova varrà 60 punti sui 100 disponibili. È confermato che a giudicare gli studenti saranno i professori della classe, tra i quali saranno scelti i sei membri della commissione. Sull’ammissione all’esame — è stata richiesta per tutti dalle associazioni degli studenti — il ministero vuole lasciare la scelta ai collegi dei docenti: già la legge attuale lascia la possibilità di ammettere con il 5, purché tutto il collegio sia d’accordo e la decisione motivata.

La terza media

Che cosa succederà per gli esami di terza media è ancora in discussione anche se sembra molto probabile che saranno i primi ad essere ridimensionati, se non si riuscisse a tornare a scuola e anche se la Maturità alla fine pur nella versione «light» si potesse fare. Nell’ipotesi di un rientro a maggio potrebbe non cambiare nulla o quasi, ma se le scuole resteranno chiuse fino a giugno, far spostare 500 mila ragazzini di quattordici anni per i tre scritti più l’orale — assieme ai loro genitori che dovrebbero accompagnarli — sembra molto complicato. L’idea che si sta facendo strada è quella di mantenere comunque la prova d’esame ma di farla, per così dire, a distanza. Gli studenti dovranno consegnare un loro elaborato, quella che era la «tesina», alla commissione che, come succede sempre, è composta dai docenti della classe più il preside che ne è presidente. Resta in dubbio se gli studenti dovranno e potranno, oltre a inviare il loro elaborato alla scuola, anche discuterlo in un orale in sede oppure online. Tutto dipenderà dalla situazione sanitaria nelle prossime settimane: in che cosa consista la «tesina» lo decideranno le singole scuole che spiegheranno agli studenti che cosa fare. Il voto finale sarà composto così dal voto di ammissione e dalla valutazione della tesina.


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