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«Coronavirus e 6 politico, meglio promuovere tutti senza voto»

La proposta di alcuni docenti dell’IISS Greppi di Monticello Brianza in provincia di Lecco. E sulla Maturità, se le scuole non riaprono a maggio meglio non farla del tutto

02/04/2020
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Corriere della sera

di Anna Rosa Besana, Rossella Gattinoni, Maria Pia Mariani, Maria Grazia Nobili *

In una situazione tanto difficile e complessa, parlare di valutazione, esami, verifiche sembra inopportuno e indelicato. Quotidianamente studenti, insegnanti, genitori affrontano prove di resistenza che mai nessuno avrebbe potuto lontanamente immaginare, in una sorta di esame della vita che sembra non finire mai. Se dunque la scuola, comunità che raccoglie le istanze del contesto in cui opera, è chiamata a svolgere, come è giusto che sia, il suo compito, lo deve fare con spirito di grande adattamento e capacità di reinventarsi tenendo ben in mente ciò a cui ora è chiamata: un grande servizio sociale, di cui non solo gli studenti, ma tutti devono beneficiare. Quindi, pare inutile cercare di sanare criticità e problemi con i consueti metodi che la scuola, negli ultimi anni sempre più burocratizzata, ha messo in campo: griglie con obiettivi polverizzati, competenze da misurare con precisione millimetrica, tecnicismi utili solo a soddisfare sedicenti pedagogisti amanti della docimologia. Non c’è misurazione che tenga, griglia perfetta che possa valutare l’iter di apprendimento di uno studente davanti ad un computer, collegato per 3/4 ore con le immagini sgranate dei propri insegnanti che, con discreta convinzione, portano avanti le programmazioni pensate nell’ormai lontano settembre 2019. Se la lezione online può continuare ad offrire didattica di qualità, in relazione alle capacità dei singoli insegnanti, non è certamente lo stesso per lo spinoso problema della valutazione.

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Promossi senza voto

I nati, o quasi nati, digitali ne hanno da insegnare ai loro docenti in fatto di tecniche di supporto digitale nello svolgimento di compiti, interrogazioni, relazioni, power point e via discorrendo. Anche ad essere esperti, a voler usare test simultanei, attività ad hoc, simulazioni di prove inedite, lo studente sa come trovare validi «aiutini» per vanificare qualsiasi criterio di oggettività. Dunque, perché dannarsi? Piuttosto, perché non riportare la scuola al suo più alto valore formativo? Magari spiegando alle giovani menti che possono fare tesoro delle lezioni dei docenti per sanare criticità pregresse, per esercitarsi senza lo stress della valutazione, chiedere rinforzi, esercizi suppletivi agli insegnanti che ora hanno forse più tempo per seguire il processo di apprendimento degli alunni. E non importa se non si porteranno a casa il contentino del voto; sicuramente l’esperienza avrà insegnato loro molto altro, perché la scuola è prima di tutto relazione, a tutti i livelli, anche quelli meno prevedibili. Una promozione senza giudizi e voti sarebbe quanto di più alto e formativo la scuola potrebbe offrire in una situazione tanto critica. Poi ci sarà tempo per far tornare i conti e per rimettere la scuola e i suoi criteri di valutazione sul solito binario.

Recupero a settembre

Gli insegnanti sanno come far quadrare la didattica, anche se spesso il loro ruolo appare marginale quando si deve ragionare sui problemi della scuola; all’inizio del nuovo anno pianificheranno gli interventi di recupero e approfondimento degli argomenti più importanti, utilizzando le settimane generalmente riservate al recupero dei debiti che per ovvie ragioni quest’anno non dovrebbero essere assegnati. La speranza, però, è che qualcosa si sia imparato da questa vicenda, per snellire una didattica a volte eccessivamente tradizionalista e ancora elefantiaca nella valutazione.

E se saltasse la Maturità?

Si pensi all’Esame di Stato, con tutti quei numeri e numerini, al calcolo con il bilancino per arrivare ad esprimere il fatidico voto di maturità. Quest’anno sarà tutto da rivedere. Il virus, con un colpo di spugna, rischia di spazzare via tutto. Se la scuola riaprirà all’inizio di maggio, ma sono in molti a dubitarne, avrebbe forse ancora senso un esame «light», con commissione interna che ratificherebbe, sostanzialmente, un anno scolastico davvero difficile attraverso una prima prova (sempre significativa per testare l’effettiva crescita di uno studente) e un orale non troppo analitico. Nel caso, invece, di un non rientro, che senso avrebbe un esamino online? Che cosa testerebbe? Gli insegnanti sanno esprimere una valutazione affidabile, anche in considerazione di tutto il lavoro svolto fino a febbraio e alle risultanze del primo trimestre/quadrimestre. La costruzione del voto finale potrebbe derivare, in modo oggettivo, dai crediti conseguiti negli anni precedenti, cui andrebbe aggiunto quello dell’anno in corso sulla base dei risultati acquisiti nel primo periodo scolastico. Ci saranno poi i test universitari a sancire l’ingresso nel mondo adulto. In entrambi i casi, un bel risparmio alle casse dello stato non potrebbe che giovare.

Quella relazione insostituibile

A sostenere queste idee è un gruppo di insegnanti di “un’isola felice” nel panorama scolastico italiano. In provincia di Lecco, nel cuore della Brianza, l’IISS A. Greppi è presente sul territorio da oltre 40 anni, da sempre con una vocazione alla sperimentazione, finché le varie riforme ne hanno tolto l’etichetta, ma non lo spirito. I tre Licei (Linguistico, Scienze Umane ed Economico Sociale) e gli indirizzi tecnici (Informatico-Telecomunicazioni e Chimico) raccolgono oltre 1200 studenti che, quando si sono visti serrare le porte della scuola, hanno trovato subito alternative già in essere. Grazie all’indirizzo informatico le competenze erano già state acquisite. I docenti di informatica, da anni, tengono corsi di formazione ai colleghi di tutte le discipline per costruire competenze digitali trasversali. Così il 24 febbraio tutto era pronto: account per studenti e docenti, già largamente utilizzati, possibilità di creazione di teams da subito funzionanti. In effetti, gli studenti si sono ritrovati a casa, ma da subito inseriti virtualmente nelle loro classi, in grado di seguire le lezioni e partecipare attivamente alla didattica online. E per i pochi in difficoltà con gli strumenti informatici, la dirigenza ha da subito chiarito la sua disponibilità a fornire ogni supporto in tal senso. Ma, a dire, il vero, sono risultati veramente pochi i ragazzi non attrezzati per connettersi e seguire le lezioni. Nel «migliore dei mondi possibili», almeno da un punto di vista digitale, non mancano tutte le altre criticità di cui gli insegnanti sono pienamente consapevoli e che non vogliono sottacere. Ma se c’è una lezione che sono convinti di lasciare agli alunni è la tenacia, lo sforzo comune di un lavoro che può essere produttivo solo se si è in grado di riconoscerne tutti i limiti evidenti, in merito alla valutazione e, ben più grave, alla relazione che non può prescindere dal contatto diretto e vivificante dello stare fisicamente insieme.
*Docenti dell’IISS «A. Greppi», Monticello Brianza (Lc)


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