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Contrordine sulla scuola: il 3 aprile non basta, rimarrà ancora chiusa

Il parere del comitato tecnico scientifico: “Non ha senso riaprire prima di 60 giorni”

19/03/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA. Il fragile muro del 3 aprile, data segnata come fine delle misure restrittive, sarà abbattuto. Il governo ha deciso: le misure saranno prorogate. E con loro resterà in vigore la chiusura delle scuole. Per gli studenti, gli insegnanti, i presidi e il personale amministrativo. Gli istituti scolastici sono chiusi in tutto il Paese dallo scorso 9 marzo. In alcune aree di Lombardia e Veneto non si va in classe dal 21 febbraio. Non basta. Come immaginava l'Istituto superiore di Sanità, come continuano a chiedere le regioni più colpite, serve tenere studenti e insegnanti a casa.

Per quanto tempo ancora? Il governo non ha deciso, anche perché la curva dei contagi, sempre ascendente, non è così chiara. Il comitato tecnico-scientifico per l'emergenza ricorda che loro, gli esperti, le indicazioni le avevano date alla vigilia del 9 marzo: la chiusura delle scuole è un provvedimento che ha un senso se viene applicato almeno per due mesi. Dopo il 3 aprile, quindi, servirebbero altri trenta giorni. Con un rientro possibile il 6 maggio. Il comitato porta l'esempio della Cina: il Covid-19 è quasi scomparso anche a Wuhan eppure le scuole restano chiuse in tutta la nazione.
 

I governatori: "Istituti chiusi"

I presidenti di diverse regioni, sentiti da Repubblica, non hanno dubbi. Alberto Cirio, governatore del Piemonte in quarantena nel suo appartamento poiché positivo al coronavirus, dice: "Credo che si tornerà a scuola dopo Pasqua, mercoledì 15 aprile. Questa è la data minima. I diagrammi continuano a salire, resto favorevole a misure rigide". Luca Ceriscioli, presidente delle Marche che sulle scuole ha già ingaggiato dispute con il premier, ora dice: "La situazione è estremamente critica, neppure ci viene in mente di andare a riaprire le scuole. La proroga delle misure di contenimento mi sembra un atto naturale". E così il presidente della Lombardia, attraverso il suo portavoce: siamo ancora in una fase in cui serve massima rigidità, chiediamo solo che il governo faccia un unico decreto e lo comunichi con largo anticipo.
 

Scontro sulle lezioni a distanza

Lo slittamento della riapertura dei plessi chiederà alla didattica a distanza di diventare ancora più efficace e un importante strumento di valutazione. Le lezioni online si stanno affermando, molti studenti hanno fin qui partecipato con reattività, ma ci sono aree del Paese scoperte. Il ministero dell'Istruzione ha provato a dare una linea con una circolare del capodipartimento Max Bruschi. Con la Nota 388 si è chiesto agli insegnanti di non usare il registro elettronico solo come luogo di assegnazione compiti, è necessario far crescere il livello di interazione tra docenti e discenti. Quindi il capo dipartimento ha fornito consigli di utilizzo delle piattaforme a seconda del ciclo scolastico. La reazione di molti docenti e di tutti i sindacati è stata dura: "Ritirate la circolare, questa è materia di trattativa". Alcuni dirigenti scolastici hanno controrisposto: "La scuola non è dei sindacati, è degli studenti". E hanno annunciato una raccolta firme. Altri insegnanti hanno scritto alla ministra Lucia Azzolina: "Non possiamo valutare a distanza visto che molti di noi non governano gli strumenti".
 

Come saranno le pagelle

Diversi professori delle medie inferiori e delle superiori interrogano a distanza e assegnano i voti. Faranno media con i pochi giudizi dati in classe all'inizio del secondo quadrimestre? La ministra ha escluso il "6 politico", ma tutti i dirigenti parlano di valutazioni finali che non potranno non tenere conto dell'eccezionalità dell'anno. Il rischio ricorso di massa è forte.
 

Maturità leggera

A chi le chiede informazioni, la Azzolina spiega di avere "gli scenari possibili per la Maturità tutti nella mia testa". La certezza è che il ministero dell'Istruzione, prima di dare indicazioni sull'Esame di Stato da realizzare, attenderà fino all'ultimo giorno possibile. "L'anno non sarà perso", è l'assicurazione. E non sarà allungato. Ad oggi si sa che la Maturità sarà spogliata di Alternanza scuola lavoro e Invalsi. C'è la possibilità che si rinunci ai commissari esterni.


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