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Controllo della febbre a casa e a scuola, la regione Piemonte raddoppia il termometro

Proteste contro le nuove disposizioni contenute nell’ordinanza della Giunta di centro destra che cambiano le regole del governo: se adottate, produrrebbero code di ore davanti agli istituti e inutili assembramenti

11/09/2020
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il manifesto

Roberto Pietrobon

«Si raccomanda a tutte le scuole di ogni ordine e grado del Piemonte di adoperarsi con ogni mezzo a disposizione al fine di procedere alla misurazione della temperatura agli studenti prima dell’inizio dell’attività didattica e ordina alle scuole di ogni ordine e grado, nel caso non si riesca a provvedere alla raccomandazione di cui sopra, di verificare giornalmente l’avvenuta misurazione della temperatura corporea agli alunni da parte delle famiglie prima dell’entrata nei plessi».

Con questa ordinanza, emanata nel tardo pomeriggio di mercoledì, la Giunta di centro destra piemontese ha deciso di aggiungere nuove disposizioni, che, se adottate, produrrebbero code di ore davanti alle scuole e inutili assembramenti. Un’ordinanza, a tre giorni dal suono della campanella, che ha scatenato un vero e proprio fuoco di sbarramento contro l’Esecutivo Cirio e la sua Assessora all’istruzione Elena Chiorino, di Fratelli d’Italia, impegnata da mesi in un continuo braccio di ferro con la Ministra Lucia Azzolina, biellese di elezione, come l’esponente meloniana.

Il primo a prendere posizione è stato Fabrizio Manca, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, che ha bollato l’iniziativa come «tardiva e impropria» aggiungendo che «senza valutare gli impatti si decide, di cambiare le regole dettate dal governo per la riapertura in sicurezza delle scuole in base alle quali i dirigenti scolastici hanno pianificato con grande fatica e complessità l’organizzazione del servizio». «Da giugno opera un tavolo regionale di coordinamento dove la Regione è rappresentata da ben tre Assessorati, Istruzione, Sanità e Trasporti che sarebbe stato il luogo ideale per condividere e confrontarsi per tempo su questa iniziativa, invece, nessuno dei loro rappresentanti l’ha mai prospettata».

Il direttore dell’Usr conclude la sua nota dichiarando di aver chiesto a Cirio «di rinviare ogni valutazione a dopo la riapertura, alla luce dell’andamento, accuratamente monitorato, della situazione epidemiologica, ma purtroppo non sono riuscito a convincerlo».

Anche i sindacati scuola di Cgil-Cisl e Uil hanno scritto a Cirio per chiedere di ripensarci mentre l’opposizione a Palazzo Lascaris è partita all’attacco con il segretario regionale del Pd Paolo Furia che chiede di «revocare quell’ordinanza, senza se e senza ma» e il capogruppo della sinistra, Marco Grimaldi (Luv) che commenta sarcastico «misurate la febbre a Cirio, nella sua incandescenza da annuncio, solo rumore di fondo, tanta confusione e poca sostanza».


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