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Concorso straordinario docenti 2020 dal 22 ottobre: ok del Cts, «rispettate le regole anticontagio». Migliaia di candidati da una regione all’altra

Via libera del ministero della Salute dal concorso per 32 mila cattedre. Prof in viaggio tra regioni per sostenere la prova. Rischio ricorsi di chi è in quarantena per Covid

14/10/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara e Orsola Riva

Un importante via libera è stato dato in questi giorni dal Comitato tecnico scientifico al concorso straordinario per gli insegnanti di scuola media e superiore che deve cominciare il 22 ottobre e concludersi il 16 novembre. Per come sono organizzate le prove - spalmate su giorni diversi e in sedi diverse in modo che non si incontrino mai più di qualche decina di persone - non ci sono rischi, dicono gli esperti del ministero della Salute. Eppure, sulla strada per i 32 mila posti in palio sono disseminate ancora parecchie trappole.

Candidati con la valigia

Nonostante l’ok del Cts, il concorso continua a incontrare la ferma contrarietà non solo dei sindacati di categoria - che chiedevano di bypassare la prova assumendo i precari in base a titoli e servizio - ma anche di un «partito trasversale» che vede schierati dalla stessa parte i parlamentari dell’opposizione, Lega in testa, e una parte del Pd, capitanata dal senatore Verducci, molto critico con la ministra Azzolina per aver tenuto duro sul concorso nonostante gli ultimi sviluppi legati all’epidemia. Nei giorni scorsi al coro dei contrari si è aggiunta pure la voce del presidente del Consiglio regionale della Sardegna, il leghista Michele Pais, che chiede di rinviare il concorso perché, per come è organizzato, non offrirebbe sufficienti garanzie di sicurezza ai candidati provenienti dall’isola, che in molti casi saranno costretti a prendere il traghetto per andare a sostenere la prova in un’altra regione, per lo più il Lazio (o in Liguria e Toscana). Come mai? Il fatto è che, anche se il concorso si svolge su base regionale, quando i posti in palio per una determinata materia sono troppo pochi, il bando del Miur prevede che la regione con pochi posti venga aggregata ad un’altra ad essa vicina e i candidati si spostino in quest’ultima per sostenere la prova. Non una novità in assoluto, anzi. Ma visto l’andamento dei contagi, la questione degli spostamenti dei candidati da una regione all’altra rischia di diventare un’altra mina sulla strada del concorso. Il problema non riguarda solo i precari sardi (2.800 in tutto), per i quali il viaggio risulterebbe particolarmente disagevole ma, qua e là, un po’ tutte le regioni, a seconda delle diverse classi di concorso. Il Miur, insieme al bando di concorso, ha pubblicato uno specchietto con tutte le «aggregazioni territoriali», materia per materia e regione per regione. Basta buttare un occhio per accorgersi per esempio che anche gli aspiranti prof di arte siciliani dovranno attraversale lo stretto per andare a fare la prova in Campania (insieme ai colleghi di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Molise, Puglia e Umbria), mentre gli insegnanti di filosofia di Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Liguria e Piemonte sono stati assegnati alla Lombardia. C’è pure il caso alla rovescia dei candidati prof di inglese e francese del Lazio che, insieme ai colleghi abruzzesi, marchigiani, toscani e umbri, dovranno prendere il traghetto per la Sardegna. Non sorprende che la questione stia per approdare a giorni in Aula con tanto di mozioni parlamentari già pronte.

Emergenza sostegno

Ma per ora si va avanti. Se tutto procede come previsto, gli ultimi a sostenere la prova saranno gli insegnanti di sostegno di cui c’è assoluto bisogno - e cronica mancanza - nelle nostre scuole. In tutto sono in palio 5.669 posti, 4.069 per le scuole medie e 1.600 per le superiori. L’esame è previsto il 12 novembre per quelli delle scuole medie e il 16 per quelli delle superiori. In particolar modo proprio fra gli insegnanti di sostegno che in tutto hanno presentato 2.745 domande di partecipazione, pari alla metà dei posti a disposizione. Nella sola Lombardia su 1.680 cattedre a concorso i candidati sono soltanto 361. La situazione appare particolarmente allarmante alle medie: 261 candidati per 1.259 posti. Ed è lo stesso in Piemonte (58 candidati per 458 posti), Emilia Romagna (73 per 322 posti), Lazio: 173 per 564 posti. Fanno eccezione solo Abruzzo Molise, Puglia, Sicilia e Umbria. Va un po’ meglio alle superiori, ma solo al Centro-Sud (207 candidati per 43 posti in Lazio, 128 candidati per 9 posti in Sicilia, 215 per sei posti in Campania), mentre al Nord è un disastro: 52 candidati per 264 posti in Veneto, 68 per 287 in Piemonte, 100 per 421 in Lombardia. In realtà, a restare scoperte potrebbero essere anche molte cattedre «comuni», perché se è vero che in generale ci sono due candidati per un posto, le proporzioni variano tantissimo a seconda delle materie d’insegnamento: alcune - come diritto, arte e musica - hanno candidati in eccesso; altre - soprattutto quelle tecniche e di laboratorio, ma anche matematica e fisica - in alcune regioni sono al di sotto della soglia di sicurezza.

Rischio ricorsi

C’è un’ulteriore tegola che rischia di cadere sul concorso ai tempi del Covid e al ministero lo sanno bene, visto quello che sta succedendo in questi giorni con il concorso per presidi del 2017, quello tra l’altro che ha sostenuto la ministra attuale. Il rischio sono i ricorsi, quest’anno probabilmente più numerosi per coloro che dovessero non poter partecipare alla prova scritta perché in isolamento per il Covid, o anche solo per un raffreddore. Sono già pronti gli studi specializzati che raccomandano di mettere in mora il ministero inviando la comunicazione della propria impossibilità all’Usr e in caso di mancata risposta a ricorrere per via giudiziaria.


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