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Concorso prof, la beffa del sostegno. In 4 regioni più cattedre che aspiranti

Al Nord meno prof che al Sud, e nessuno vuole trasferirsi: boom di domande nelle regioni meridionali, dove le chance di assunzione diminuiscono, e penuria in quelle del nord, dove invece gli uffici scolastici dovranno ricorrere ai supplenti (non abilitati)

08/04/2016
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Corriere della sera

di Valentina Santarpia

Al prossimo concorso per professori andrà in scena, ancora una volta, la solita diatriba Sud-Nord: mentre nelle regioni meridionali ci sarà una vera e propria guerra per conquistare una cattedra- per fare un esempio, in Campania solo maestri di materne ed elementari competeranno in sei per ambire ad un posto - in quelle del nord la gara sarà molto più «rilassata», col paradosso che in certi casi, come in Lombardia, per i posti di sostegno ci saranno addirittura più cattedre a disposizione che aspiranti ad occuparle. È quanto emerge dall’analisi incrociata delle domande presentate dai prof per partecipare al prossimo concorso e le posizioni effettivamente disponibili rese note dal ministero dell’Istruzione. «Un’assurdità:- commenta Pino Turi della Uil- che conferma il fallimento della legge 107: non solo non c’è stata la fuga al Nord come avevano immaginato i nostri politici, ma al Nord sulle cattedre di sostegno ci saranno centinaia di supplenti, ovvero quei professori non abilitati che proprio il governo ha voluto escludere dal concorso».

Le cattedre vacanti

Sono quattro le regioni in cui il numero delle cattedre disponibili sul sostegno è superiore a quello dei candidati: nel Veneto hanno presentato domanda di ammissione al concorso 458 docenti contro i 572 posti disponibili, e non è detto che tutti superino la prova. In Piemonte sono 591 le candidature, con 689 posti, in Lombardia ci sono 1108 candidati contro le 1713 cattedre disponibili, e in Friuli Venezia Giulia, solo 86 insegnanti di sostegno si sono iscritti per partecipare al concorso che bandisce 88 posti. E le cattedre che rimarranno vacanti? Saranno coperte, almeno per il prossimo anno, da supplenti, che nella maggior parte dei casi saranno proprio quei professori senza abilitazione, che rimangono nelle graduatorie di istituto, e che per ora non possono partecipare al concorso. «Una eventualità che suona come una beffa, per un governo che voleva eliminare supplenti e non abilitati», conclude Turi. Tanto più che molti abilitandi al sostegno avrebbero voluto partecipare, come dimostrano le lettere inviate al Corriere, ma non potranno perché concluderanno il percorso solo a giugno, cioè due mesi dopo la scadenza del 30 marzo fissata nel bando. Alcune università si sono infatti organizzate per accelerare i tempi, altre – come quella di Bologna e la Cattolica di Milano e Brescia – non ce l’hanno fatta. Sarebbero stato sufficiente ammetterli con riserva, fa notare l’Anief: invece molti di loro sono stati costretti a scegliere la strada del ricorso, che potrebbe ancora cambiare le carte in gioco.

La sfida all’assunzione

Quello che invece è certo è che la«gara» al prossimo concorso a cattedra sarà assolutamente «impari»: a dispetto delle previsioni, che davano una fuga di prof verso il Nord per assicurarsi una cattedra facile, la maggior parte dei docenti del Sud continua a scegliere la propria regione. Gonfiando così i numeri di quanti concorreranno per ottenere un posto al Sud, rispetto al Nord. Per capirci: se la media italiana è di 2,598 domande per ogni posto, quindi poco più di due candidati per ciascuna cattedra,in Sicilia la media è di 4,30 domande per ogni posto, in Campania di 3,76, in Calabria 3,34 e in Puglia di 2,94. Numeri molto diversi nelle regioni del Nord. Ci sono 1,65 richieste per ogni posto in Piemonte, 2 in Lombardia, 2,1 in Veneto. Le chance di assunzione saranno maggiori per gli insegnanti delle superiori (entrerà più della metà dei candidati) che per quelli della scuola dell’infanzia e primaria, dove ci sarà posto per uno su quattro. Con dei casi eclatanti, come il Lazio, dove a 1893 posti tra scuole materne ed elementari concorrono in 8537, o la Campania, dove in 15165 si contenderanno 2413 posti da maestri. Sfida difficile pure in Sicilia, dove per 1545 posti ci sono 11.961 domande, e in Veneto, dove a fronte di 1984 cattedre, tra scuole dell’infanzia e primarie, ci sono 6189 prof pronti ad occuparle