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Concorso ordinario docenti: con le nuove regole i giovani rischiano di restare fuori

La semplificazione del decreto Brunetta rischia di lasciare fuori i 200 mila neolaureati e trasformare il concorso in una prova riservata ai precari. Ma l’ultima parola spetta a Bianchi

03/04/2021
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

I due concorsi ordinari per oltre 40 mila posti nella scuola, che sono stati sbloccati con le nuove norme contenute nel decreto del 31 marzo, rischiano di trasformarsi in concorsi straordinari camuffati, riservati ai precari storici e ai quali sarà pressoché impossibile accedere ai giovani laureati.

La scuola

La parola fine non è ancora stata messa perché ci vorrà comunque un’ordinanza, i dettagli potrebbero ancora in parte cambiare, ma l’aver abolito la prova preselettiva per i concorsi con molti candidati - nel caso della scuola sono 500 mila gli iscritti al concorso per le superiori dove sono in palio 32 mila posti - sostituendola con una selezione su titoli e servizio rischia di tagliare fuori non dalla scuola ma dal concorso i più giovani. La regola è generale e il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta l’ha voluta per tutti i concorsi pubblici tra le norme che servono per renderli più rapidi e dunque sicuri in tempo di Covid.

La prova preselettiva

Per quanto riguarda la scuola solitamente la prova preselettiva ha lo scopo di ridurre i partecipanti al concorso vero e proprio e ne seleziona circa un numero che è tre volte quello dei posti disponibili. Questo facilita il concorso - che sarà di due prove, uno scritto e un orale - perché altrimenti sia lo svolgimento che le correzioni risulterebbero operazioni lunghe e complesse. Considerando che i giovani laureati che si sono iscritti si aggirano sui 200 mila, soltanto coloro che hanno avuto voti altissimi alla laurea o in eventuali master potranno competere coni loro colleghi più anziani che possono vantare voti anche più bassi ma un po’ di servizio. E’ vero che il valore, il peso, del servizio e dei titoli culturali lo deve ancora decidere il ministero dell’Istruzione, che non ha ancora affrontato il tema ma lo farà nelle prossime settimane. Il rischio però di perdere per strada i più giovani anche se preparati resta alto e la difficoltà di trovare un «algoritmo» equo è altrettanto elevata.

Il paradosso

Se i criteri non saranno soppesati con estrema cautela, come hanno fatto notare in consiglio dei ministri, in un duro confronto con il ministro Bianchi, i rappresentanti del movimento 5 stelle, si rischia di lasciar fuori per l’ennesima volta le nuove generazioni alle quali non resterebbe che diventare a loro volta precari per poter poi accedere ai concorsi riservati. Infatti, nonostante i proclami degli ultimi anni, finora i concorsi che si sono svolti dal 2018 sono stati di fatto sanatorie o concorsi straordinari, riservati cioè soltanto a chi nella scuola era già da tempo. Non solo, poiché il concorso straordinario è quasi concluso e ci sono parecchi bocciati, questi potrebbero immediatamente avere accesso ad una seconda chance, tra poche settimane. E i giovani continuano ad aspettare.