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Concorso maestri a due velocità: corsia preferenziale per il sostegno

Il concorso ordinario per la scuola d’infanzia e primaria sarà bandito solo nelle regioni dove ci sono posti vuoti. In palio 10.183 cattedre, quasi per metà destinate al sostegno di cui c’è cronica mancanza un po’ ovunque. Mentre i posti ordinari al Sud sono ingolfati

25/01/2019
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Corriere della sera

Orsola Riva

E’ in dirittura d’arrivo l’attesissimo bando per il concorso ordinario per la scuola d’infanzia e per la primaria. Appuntamento atteso soprattutto da parte dei maestri e delle maestre più giovani tagliati fuori dal concorso super facilitato bandito a novembre 2018 che è stato disegnato su misura per i loro diretti rivali, i cosiddetti diplomati magistrali: maestri e maestre senza la laurea che hanno preso il diploma entro il 2001-2002, mentre molti laureati in scienze della formazione primaria al momento del bando non possedevano ancora il requisito minimo di due annualità di servizio nella scuola statale.

Due velocità

Mentre il concorso straordinario non è selettivo nel senso che tutti i partecipanti (le domande inoltrate sono state oltre 42 mila) finiranno in apposite graduatorie di merito regionali dove resteranno fino a esaurimento delle stesse (e potrebbero volerci anni), il concorso ordinario mette in palio 10.183 posti, quasi la metà dei quali destinati al sostegno (4.577 contro 5.626 per i posti comuni). Chi vince passa, gli altri sono fuori. Non solo: come ribadito di recente dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il concorso ordinario verrà bandito solo nelle regioni per le quali si prevede un’effettiva vacanza di posti. Per la prima volta dunque potrebbe darsi il caso che alcune regioni italiane restassero tagliate fuori. Non tanto per i posti di sostegno di cui c’è cronica mancanza un po’ ovunque, ma per quelli ordinari dove soprattutto al Sud le graduatorie a esaurimento sono ben lungi dall’essere svuotate.

La spada di Damocle del Consiglio di Stato

Si profila dunque un concorso a due velocità in cui i docenti di sostegno dovrebbero entrare quasi subito, mentre quelli su posti comuni rischiano una lunga lista d’attesa visto che metà dei posti vanno assegnati ai precari storici delle Gae e l’altra metà andrà suddivisa con i vincitori del concorso straordinario (cioè tutti i partecipanti!) . Su tutto questo complicato meccanismo incombe poi l’atteso parere del Consiglio di Stato (20 febbraio) e della Cassazione (12 marzo) sulla vertenza dei diplomati magistrali che sono stati buttati fuori dalle Gae a dicembre 2017 in seguito a una prima bocciatura da parte dei giudizi di Palazzo Spada ma che ora potrebbero rientrarci andando a ingolfare ulteriormente la procedura per l’immissione in ruolo dei vincitori del concorso.

Le riserve del CSPI sul bando

Non solo. Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione a cui il Miur aveva chiesto un parere sulla bozze del bando del concorso ordinario ha espresso nei giorni scorsi parere favorevole con riserva nel senso che ha condizionato il suo sì al fatto che il ministero riveda la separazione troppo marcata fra le due procedure concorsuali - quelle per i posti comuni e a quelle per il sostegno che - è scritto nel parere - «comporta il rischio di una netta separazione dei due profili professionali». Mentre per legge il docente di sostegno, una volta assolto il vincolo di permanenza di 5 anni, può chiedere di andare a insegnare su posto comune. Il CSPI ha invitato perciò il Miur ha organizzare le prove in modo che ai candidati per i posti di sostegno vengano fatte anche domande disciplinari e viceversa nello scritto per i posti ordinari si accertino anche le competenze dei candidati sui temi dell’inclusione scolastica.