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Concorso facilitato e Pas per insegnanti precari: ecco il decreto scuola

Il testo voluto dal ministro Bussetti, il governo deciderà il 9 agosto. I Cinque Stelle vogliono togliere l'Invalsi dall'esame di Terza media

01/08/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

 Il ministro dell'Istruzione porterà in Consiglio dei ministri, probabilmente il prossimo 9 agosto visto l'affollamento dell'incontro di governo di oggi, un pacchetto scuola (e università) che trova il suo punto centrale sul prossimo concorso per stabilizzare i precari.

La stabilizzazione

Il Mur, innanzitutto, bandirà "entro il 2019" un percorso formativo abilitante straordinario per i docenti delle scuole medie e superiori. E' il Pas di cui "Repubblica" ha parlato lo scorso 16 maggio. Pas significa un percorso di un anno in una delle sessantuno università statali italiane: vi potranno partecipare i docenti che per almeno tre anni - anche non consecutivi -  tra il 2001 e il 2019 abbiano svolto in ogni singola stagione almeno 180 giorni complessivi di servizio o, senza soluzione di continuità, abbiano tenuto lezioni per tre anni dal primo febbraio agli scrutini finali. Potranno partecipare al percorso speciale, senza aver sommato tre anni di insegnamento, i dottori di ricerca e i candidati che abbiano già realizzato un Pas o un Tfa (Tirocinio formativo attivo) e non l'abbiano potuto concludere per maternità o malattia. Il costo del nuovo Pas universitario sarà a carico del candidato e ogni ateneo ne determinerà l'ammontare. Alla fine di questo percorso i docenti precari avranno l'abilitazione all'insegnamento, ma non un posto a tempo indeterminato.

La prova facilitataParallelamente al Pas-sanatoria, quindi anche in questo caso "entro il 2019", partirà un concorso facilitato per gli stessi soggetti: docenti precari che tra il 2011 e il 2019 abbiano svolto lezioni per un anno e mezzo. La platea fin qui individuata e potenziale è di 24 mila insegnanti supplenti. Bene, ognuno di loro potrà optare per il percorso di abilitazione o per il concorso straordinario che alla fine li porterà in una graduatoria anticamera dell'accesso al ruolo. Questa griglia speciale varrà fino alla stagione 2022-2023, segno che non si immagina sarà smaltita rapidamente. La graduatoria di merito (Gm) sarà distinta per disciplina e per singola regione. Potrà partecipare al concorso facilitato dedicato al sostegno chi avrà la relativa specializzazione. La prova prevede, per tutti, uno scritto da realizzare al computer e con risposte a crocette, quindi un orale "senza valutazione". Chiunque lo affronti, sarà promosso. Alla fine del concorso-sanatoria i candidati otterranno l'abilitazione all'insegnamento. Anche questo blocco di precari entrerà nella graduatoria di merito specifica, in base al punteggio ottenuto nella prova scritta. I "sanati" potranno quindi - di fronte a un posto disponibile - iniziare l'anno di prova in classe e avviarsi al ruolo definitivo. 

Il bando per dirigenti tecnici

Il Miur bandirà ancora, questa volta a partire da settembre 2020, un concorso per dirigenti tecnici ministeriali: oggi sono solo cinquanta quelli in servizio. Lo Stato potrà spendere in nuove assunzioni 7,99 milioni in più ogni anno. Sono previste una pre-selezione, una o più prove scritte e un orale. Chi passerà le varie fasi, accederà a un corso di formazione di due mesi e a un tirocinio di quattro mesi (che prevede un'altra prova scritta e un altro orale).

Tutte le graduatorie dei precedenti concorsi, prevede lo schema del decreto legge, sono spostate in avanti di un anno affinché non scadano.

Università e Afam

I due settori, Università e Alta formazione artistica e musicale, non dovranno più ricorrere al macchinoso Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa) per l'acquisto di beni e servizi destinati alla ricerca. Così come già previsto per gli Enti di ricerca.

Invalsi

I deputati dei  5 Stelle stanno pressando il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti per far inserire nello schema di decreto due novità sui test Invalsi, le prove che fotografano lo stato di preparazione dei nostri studenti. La proposta - che il ministro sta valutando positivamente - è questa: anche in Terza media l'Invalsi non dovrà essere obbligatorio per poter accedere all'Esame di Stato. Dall'Anno scolastico 2017-2018 i test al computer di Italiano, Matematica e Inglese non fanno più parte dell'esame, ma sono rimasti condizione indispensabile per esservi ammessi. Ora si chiede di toglierne l'obbligatorietà. Per quanto riguarda il Test Invalsi di quinta superiore, il Miur ha deciso di trasformare la sperimentazione di un anno in un atto definitivo: resterà fuori dalla Maturità. I risultati delle prove Invalsi nazionali venti giorni fa avevano certificato come il 35 per cento degli studenti di Terza media avesse difficoltà a comprendere un testo in italiano.

L'ordinario per infanzia e primaria

Su richiesta dei sindacati, il ministero ha rinviato l’emanazione del bando di concorso ordinario per infanzia e primaria. Il bando, specifica la Uil, non sarà pubblicato prima del mese di ottobre per consentire di esaurire le graduatorie del 2016 e del 2018.

"Ventiquattromila assunzioni al buio"

Il deputato di +Europa, Alessandro Fusacchia, attacca il concorso facilitato e chiama alla mobilitazione presidi e genitori: "Non potremmo mai sapere quale nuovo professore, entrato in classe in maniera stabile attraverso questo concorso sanatoria, meriti davvero di fare lezione o non sia in grado di insegnare. Nessun accordo tra ministero e sindacati viene prima del diritto degli studenti ad avere un docente di qualità. Per valutare i professori servono concorsi veri. Pur di ottenere il consenso di ventiquattromila persone, assunte al buio, si ipoteca la scuola italiana per i prossimi anni".

La Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, pur protagonista di questo accordo, rivendica che parte integrante dell'intesa sia l'annullamento di qualsiasi ipotesi di autonomia differenziata e sostiene: "Il governo deve trovare soluzioni a situazioni ancora aperte come quelle sui concorsi 2016 e 2018". L'intesa, dice il segretario Francesco Sinopoli, "deve trovare piena attuazione anche nelle parti riguardanti i settori dell'università, della ricerca e dell'Afam". Soprattutto, chiude la Cgil, ad oggi non ci sono le risorse necessarie a un rinnovo contrattuale "che garantisca il recupero del potere di acquisto dei docenti nel triennio 2019-2021".


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