FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3951959
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Concorso 2018, la beffa dei più bravi scavalcati dagli ultimi nella scelta del posto

Concorso 2018, la beffa dei più bravi scavalcati dagli ultimi nella scelta del posto

Sindacati in campo per evitare che migliaia di prof delle medie e delle superiori che dovevano essere assunti l’anno scorso siano assunti a settembre 2019 sui posti rimasti del contingente 2018. Mentre quelli con un punteggio più basso potranno scegliere su tutti i posti che si sono liberati nel frattempo

06/07/2019
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Orsola Riva

Concorso che vai, pasticcio che trovi. L’ultimo caso riguarda il concorso 2018 per docenti di scuola media e superiore dove, per un complicato intreccio di ritardi amministrativi e rattoppi peggiori del buco, i più bravi - i primi in graduatoria - rischiano di essere scavalcati da chi ha ottenuto un punteggio più basso di loro. Vediamo perché. Il concorso in questione è stato bandito il 1° febbraio dell’anno scorso dall’ex ministra Valeria Fedeli per assicurare una cattedra a tutti e solo i supplenti che oltre ad avere anni di servizio alle spalle avevano anche un’abilitazione in tasca (non importa se frutto di una selezione rigorosissima o presa in Romania). In base al bando sarebbero stati tutti (nessuno escuso) inseriti in una graduatoria di merito da cui poi sarebbero stati assunti. Un concorso senza bocciati insomma. Per passare, bastava presentarsi all’orale tenendo una lezione simulata e rispondere a delle domande di inglese di livello B2 (quello appena sotto l’«advanced», per capirci).

I ritardi amministrativi

Peccato che a causa dei ritardi nella formazione delle commissioni (i compensi erano così bassi che reperire i commissari ha richiesto tantissimo tempo - alcune commissioni non si sono ancora riunite!), la pubblicazione delle graduatorie dei vincitori abbia subito enormi ritardi. E così a settembre dell’anno scorso solo 6.748 vincitori hanno potuto iniziare il loro anno di prova, mentre quasi altrettanti (5.642) hanno perso il treno per entrare di ruolo (dati Uil). Un danno per loro ma anche per le scuole che sono state costrette a prendere dei supplenti al posto loro. Non per nulla delle 56 mila assunzioni autorizzate dal Mef per il 2018 metà sono andate deserte.

Il paradosso dei posti accantonati

Per tutelare in qualche modo i malcapitati, il Miur - con un decreto ad hoc firmato a settembre scorso dal ministro Marco Bussetti - ha deciso di accantonare i posti residui del contingente 2018 in modo che fossero a loro disposizione quando finalmente a settembre 2019 sarebbero stati assunti. Solo che nel frattempo, da gennaio in poi, si sono liberati moltissimi altri posti per via dell’onda lunga dei baby boomers che vanno in pensione e del Quota 100. Col risultato paradossale che quelli che avevano un punteggio più basso ma nel frattempo, grazie allo scorrimento delle graduatorie, hanno ottenuto il diritto a salire in cattedra, avranno la possibilità di trovare un posto molto più vicino a casa.

«Ingiustizia è fatta»

Una disparità di trattamento - un’ingiustizia - denunciata non solo dai diretti interessati ma anche dai sindacati confederali (Cgil Cisl e Uil) che, in un incontro al Miur il 2 luglio scorso, hanno chiesto al ministero di ripensare la procedura in modo che anche chi ha l’unica «colpa» di essere più in alto in graduatoria abbia la possibilità di scegliere su tutte le cattedre che si sono liberate nel frattempo. Il Miur ha preso tempo e rinviato la questione alla prossima riunione del 12 luglio anche se dalla Uil si dicono fiduciosi nella possibilità di una soluzione a breve, «anche per evitare inutili contenziosi che vedrebbero l’Amministrazione soccombente».