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Commissari interni alla maturità, scatta la rivolta dei professori

Docenti universitari e ricercatori, da Gavosto ad Allulli, contro l’iniziativa del ministro Giannini di abolire i commissari esterni per risparmiare 140 milioni

16/10/2014
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Abolire i commissari esterni alla maturità per risparmiare 140 milioni? Non è detto che sia una buona idea. Dopo la mossa del ministro Giannini, che ha annunciato-in chiave spending review-l’abolizione dei membri esterni all’esame di Stato, arriva la contromossa di insegnanti, presidi, ricercatori, e docenti universitari: sono già 500 quelli che hanno firmato una petizione on line per contestare l’iniziativa e invitare il ministro a fare marcia indietro, ricordando che tutti i sistemi di certificazione prevedono, come regola fondamentale, che la certificazione venga effettuata da soggetti terzi. Abolendo questo passaggio «possiamo dire addio a qualunque discorso credibile sulla qualità della scuola italiana, con buona pace del Sistema nazionale di valutazione».

Il parere dell’Ocse

Tanti i nomi prestigiosi che hanno posto la propria firma alla petizione: Alessandro Cavalli, Andrea Gavosto, Gian Candido De Martin, Giovanni Trainito, Stefano Ceccanti, Luciano Benadusi, Piero Lucisano, Roberto Moscati, Emanuele Barbieri, Mauro Palumbo, Mario Fierli, Maurizio Tiriticco, Vittoria Gallina e Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi (che ha firmato a nome dell’associazione): tutti ugualmente e fortemente contrari al provvedimento che eliminerebbe i commissari esterni, dando tutto il potere decisionale alle commissione interne, che erano state già introdotte 12 anni fa dal ministro Moratti e sono state abolite nel giro di pochissimi anni. «Che senso ha emanare una direttiva che prevede la valutazione esterna delle scuole, quando nel merito della preparazione degli alunni si torna alla totale auto-referenzialità dei Consigli di classe?», si chiede Giorgio Allulli, dirigente di ricerca dell’Isfol (Istituto nazionale per lo sviluppo della formazione dei lavoratori) e docente alla Sapienza. Secondo Allulli, si tratterebbe di un’iniziativa in palese contraddizione con le indicazioni dell’Ocse, che segnala gli effetti positivi degli esami esterni sui livelli di apprendimento degli alunni e con le pratiche in uso nei principali sistemi scolastici europei. D’altra parte, anche nel resto d’Europa la prassi è simile a quella adottata attualmente in Italia: in Francia i commissari degli esami di Baccalaureat (l’esame finale del liceo) sono esterni alla scuola e nominati direttamente dal Recteur d’Academie (l’equivalente del nostro Ufficio scolastico regionale). In Inghilterra l’esame finale del ciclo secondario superiore (GCE A level) si basa su prove scritte preparate da examining boards indipendenti. La somministrazione e la correzione delle prove sono “moderate” dagli ispettori dei boards. In Germania la composizione delle commissioni d’esame dell’Abitur (l’equivalente della nostra maturità) segue regole diverse nei diversi Lander, ma è assicurata sempre la presenza di un presidente esterno, un forte ruolo del preside, e spesso la presenza di commissari esterni. Ecco il link della petizione: https://www.change.org/p/ministero-dell-istruzione-mantenere-le-commissioni-esterne-agli-esami-di-maturità.


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