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Collegi straordinari, colpi di sole e inutili stress

di Pippo Frisone

13/06/2015
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ScuolaOggi

Raccontano le cronache che il 3 giugno 2015 c’è stata al ministero  una riunione carbonara tra direttori regionali e dirigenti del Miur sul ddl Buona scuola. In quella sede fu deciso di passare all’azione, come se il ddl, approvato alla Camera fosse già legge, come se il tanto vituperato Senato, fosse già privato del potere legislativo.

Il tempo quando stringe non solo è tiranno ma espone a facili scivoloni di scorrettezza istituzionale e non solo. Può provocare anche pericolosi colpi di sole, come sta avvenendo con la convocazione straordinaria dei Collegi docenti, sottoposti a defatiganti sedute e a inutili stress sugli organici!

In effetti è il ddl a prevedere che il dirigente scolastico nel quantificare il fabbisogno di organico per il 2015/16 acquisisca preventivamente il parere del Collegio e del consiglio d’Istituto.

Ma che valore ha quel parere, raffazzonato in tutta fretta, quando la normativa sulle  attuali competenze degli OO.CC.( artt.5-9 del TU 297/94) non lo prevede ? Valore zero, perché richiesto al di fuori di ogni norma di legge. Ma allora come spiegare questa mossa? Nella migliore delle ipotesi per portarsi avanti e far guadagnare tempo prezioso al Ministero, cui spetterà il compito di distribuire le risorse di organico potenziato ai vari ambiti territoriali e quindi alle scuole.               Un ritorno al vecchio centralismo ministeriale che ancora una volta mortifica l’autonomia delle scuole  che non si valorizza con richieste di pareri strampalati.

Nell’ipotesi peggiore l’obiettivo non palese è quello di dividere gli oppositori, dividere i docenti di ruolo dai precari e soprattutto dai sindacati, sui quali far ricadere la colpa d’ogni ritardo e quel che è peggio d’un sempre più probabile rinvio.

La Ministra Giannini tempo fa parlò del 15 giugno come ultima data utile per condurre in porto le 101mila assunzioni dei precari. Dopo il riuscito sciopero del 5 maggio, tra manifestazioni

e blocco degli scrutini, il governo Renzi, “apre” il confronto con i sindacati, con le minoranze interne al Pd e si dà tempo fino al 30 giugno per l’approvazione definitiva del ddl.

Nel frattempo il governo s’indebolisce politicamente. Con gli scandali di mafia-capitale che coinvolgono anche esponenti della maggioranza, con la sconfitta subita in commissione affari costituzionali e con la perdita di due senatori  si sta mettendo a serio rischio l’approvazione del ddl nei tempi previsti.

Dopo il passaggio in commissione bilancio, ci sarà l’esame de 2mila emendamenti.

Se qualche emendamento verrà approvato per venire incontro alla minoranza interna del PD, sempre più decisiva al Senato, il ddl dovrà poi tornare alla Camera per un passaggio in Commissione prima e poi per il voto finale in aula. Ce la farà Renzi a portare a casa un provvedimento che strada facendo sta scontentando un po’ tutti ?

Un provvedimento che nella delicata situazione politica del momento si sta trasformando in un vero e proprio referendum pro e contro il Governo, con la scuola messa al centro e presa in ostaggio da una politica che, giocando una brutta partita, preferisce buttare il pallone  in tribuna.


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